Roma, 7 novembre 2018 - Dopo la fiducia sul decreto sicurezza, arriva la resa dei conti nel Movimento 5 Stelle. I collegio dei probiviri pentastellati (che "vigila sul rispetto dei doveri degli iscritti") ha avviato un'istruttoria su Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura, i senatori 'ribelli' che non hanno votato. "E' un comportamento particolarmente grave visto che si trattava di un voto di fiducia al Governo", spiega il capogruppo del Movimento al Senato, Stefano Patuanelli che ha "segnalato ai probiviri il comportamento tenuto in Aula", dai parlamentari sopra citati. Adesso saranno valutate eventuali sanzioni disciplinari che potrebbero arrivare all'espulsione.
LA POSIZIONE DEI DISSIDENTI - Se il Movimento "si blinda" e caccia i dissidenti "è un segnale di debolezza - diceva ieri Elena Fattori -. Si fa male da solo, perché il M5S è sempre stato una fucina di idee e di contributi sul merito". Paola Nugnes motivava così il suo no al dl sicurezza, che si è tramutato in astensione proprio perché c'èra in ballo la fiduci: "Aumenterà il numero degli irregolari, saranno 120 mila in più nel 2019, non spariranno per decreto queste persone, che non saremo in grado di riportare in casa loro". Come lei hanno agito gli altri, contrari nel merito al decreto Salvini ma decisi a non togliere l'appoggio al governo. "Migliorare il decreto per renderlo un po' più aderente alla Costituzione e agli impegni internazionali assunti dal Paese, non era una facoltà ma un preciso dovere", sosteneva ieri Gregorio De Falco, anche se "continuo a sostenere questo governo nell'ambito della sua azione generale".
DE FALCO: NON HO FATTO NIENTE DI MALE - E l'ex capitano della Guardia costiera (noto per quel "salga a bordo" rivolto a Schettino durante il naufragio della Concordia) commenta così la notizia dell'istruttoria: "Non ho fatto niente di male, per cosa dovrei essere condannato. Per me permane il rapporto fiduciario del 6 giugno però quel provvedimento non va bene, non è in grado dare sicurezza al Paese".
I NUMERI - L'aula di Palazzo Madama ha dato il via libera al maxi-emendamento del governo, sostitutivo del disegno di legge di conversione del decreto, con 163 voti a favore su 241 votanti (il quorum era a 112). La maggioranza M5s-Lega - sulla carta 167 senatori - perde i 5 senatori dissidenti dei Movimento. Sottraendo i 2 in congedo si arriva così a 160. Ma a sostenere il provvedimento sono intervenuti: il fuoriuscito dai 5 stelle, ora nel Misto, Maurizio Buccarella e i due senatori del Maie, Adriano Cario e Riccardo Antonio Merlo. Si è invece astenuto l'altro ex grillino Carlo Martelli. Questi ultimi 4 parlamentari (i 2 fuoriusciti 5S e i 2 del Maie) avevano votato la fiducia al governo a giugno sommandosi in quella votazione ai 167 di Lega+M5S e arrivando a quota 171.