Roma, 6 novembre 2018 - Come previsto, il governo pone la fiducia sul decreto Salvini in materia di sicurezza e immigrazione. Il voto però, precisa il leghista Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ci sarà solo dopo l'ok del Consiglio dei ministri. In particolare, spiega il ministro in Senato, l'esecutivo gialloverde presenterà "un emendamento interamente sostitutivo del testo, sul quale, previa autorizzazione del Cdm, intende porre la questione di fiducia". Il dibattito in Aula è stato dunque sospeso per consentire ai ministri di riunirsi. Domani mattina è atteso il voto.
La proposta della fiducia arriva dal Movimento 5 Stelle. Con due obiettivi: disarmare i 'ribelli' pentastellati - contrari al decreto ma che non voterebbero contro l'esecutivo -, ed evitare che Salvini approvi una delle sue misure "bandiera" con l'appoggio della destra. Una linea mal digerita dal Carroccio e che evidentemente richiede una resa dei conti interna al governo prima del passaggio in Aula. E il confronto serve anche Movimento per dettare le sue regole: i pentastellati sarebbero infatti pronti a usare il dl Salvini per portare a casa la partita sull'anticorruzione."Se non ci sarà lealtà sulla prescrizione, non ci sarà sul dl sicurezza", dicono all'Adnkronos i vertici grillini.
Il centrodestra intanto si sfila. Forza Italia annuncia subito che non sarà in Aula. Pure essendo favorevoli al decreto, gli azzurri prendono atto "che il nostro invito al governo di non porre la fiducia non è stato accolto e questo ci impedisce di esprimere un voto favorevole al provvedimento", si legge in una nota: "No" a una prova di forza decisa "per evitare che il Movimento 5 Stelle vada in frantumi su un provvedimento così importante". Simile la linea di Fratelli d'Italia, che annuncia l'astensione. "Condividiamo lo spirito del decreto - spiega Giorgia Meloni -. Però siamo costretti ad ammettere che questo provvedimento non contiene temi che per noi erano fondamentali come, ad esempio, il reato di integralismo islamico, la chiusura dei campi Rom e maggiori risorse per le Forze dell'Ordine".
In ogni caso Matteo Salvini è già in vena di a festeggiare. "Dopo mesi di lavoro, arriva il voto finale al Senato sul Decreto Sicurezza e immigrazione, con il quale vorrei regalare a questo Paese un po' di regole e un po' di ordine. Un passo in avanti per la sicurezza non solo dei cittadini italiani ma anche dei tanti immigrati regolari e perbene che non devono essere mischiati con stupratori, scippatori, spacciatori, gente che non scappa dalla guerra ma che la guerra ce la porta in casa".
IMPASSE SULLA PRESCRIZIONE - Ed è stallo anche sul ddl corruzione, in discussione alla Camera, su cui non c'è accordo nel governo. A dividere Lega e 5 Stelle, come ormai è noto, è il nodo prescrizione che i pentastellati vogliono riformare introducendo la sospensione dal primo grado di giudizio, indipendentemente dal fatto che sia stata emessa una sentenza di condanna o meno. Luigi Di Maio ha convocato per stasera un vertice tra ministri del M5S e i capigruppo al Senato e alla Camera del Movimento. Per domani pomeriggio è atteso invece un incontro di governo con il premier Giuseppe Conte e i vicepremier Di Maio e Matteo Salvini.
CONTE MEDIA - E proprio il presidente del Consiglio sta tentando una mediazione. "Noi stiamo lavorando all'accelerazione dei processi penali e stiamo depotenziando la prescrizione: secondo la proposta del M5S, dopo il primo grado non scatterebbe più. Ovviamente su questa proposta ci riuniremo, è una proposta del M5S, non è stata ancora votata", dice Conte ospite a 'Dimartedì' su La7. "La soluzione è sacrosanta, ci consenta di metterla a punto dal punto di vista tecnico", sottolinea Conte che aggiunge: "Nel contratto M5S-Lega si sono impegnati a rivedere la prescrizione con una riforma efficace".