Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Decreto rave, sì del Senato. Ora passa alla Camera

Palazzo Madama ha approvato con 92 sì e 75 no. Nel testo anche norme sul reintegro dei medici no vax, Ronzulli vota contro

Polizia schierata nell'aera esterna al rave party di Modena di fine ottobre (Ansa)

Roma, 13 dicembre 2022 - Primo via libera al cosidetto decreto rave. Il Senato L'Aula del Senato ha approvato il testo con 92 sì, 75 no e un astenuto. Il provvedimento ora passa alla Camera. Ieri 18 organizzazioni della società civile si sono appellate al Parlamento affinché non converta in legge "le norme anti rave che criminalizzano e stigmatizzano i giovani e le loro espressioni culturali".

Il testo introduce l'articolo 633-bis nel Codice penale che prevede la reclusione da tre a sei anni e una multa da euro 1.000 a euro 10.000 per "chiunque organizza o promuove l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento", quando dall'invasione "deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l'incolumità pubblica a causa della inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello Stato dei luoghi". 

Inoltre viene confermata inoltre la confisca delle "cose che servirono o furono destinate a commettere il reato" e di "quelle utilizzate per realizzare le finalità dell'occupazione o di quelle che ne sono il prodotto o il profitto". La confisca è un 'punto chiave' tra le misure del ministero dell'Interno per contrastare il fenomeno dei rave illegali.

Il testo del decreto contiene anche norme che riformano l'ergastolo ostativo e gli obblighi vaccinali. In particolare all'articolo 7 prevede la possibilità di far tornare sul posto di lavorare il personale sanitario sospeso per non essersi vaccinato contro il Covid-19. Tra coloro che si sono espressi in maniera contraria al decreto c'è Licia Ronzulli. La capogruppo di Forza Italia al Senato ha spiegato che la sua scelta è "a titolo personale" poiché l'obbligo è sempre stata "una sua battaglia".