Roma, 4 luglio 2018 - Il decreto dignità "è un buon inizio", perché vuole arginare "le delocalizzazioni, il gioco d'azzardo e la ludopatia" e "tentare di mettere mano alla precarietà". Certo poi "il Parlamento cercherà di renderlo ancora più efficiente e produttivo". Così Matteo Salvini commenta il provvedimento licenziato lunedì sera dal Consiglio dei ministri e presentato ieri dal premier Giuseppe Conte e da Luigi Di Maio. Sono le prime parole spese dal ministro dell'Interno sulla questione, lasciata per competenza proprio al collega vicepremier, ma su cui era già emersa la convergenza della Lega.
Il fronte del Carroccio non è tuttavia compatto. Negativo ad esempio il giudizio di Roberto Maroni, ex ministro leghista del Lavoro: "Il tanto atteso decreto sul lavoro contiene poche misure ad alto impatto occupazionale, concentrandosi principalmente su quelle a costo zero: stretta sui contratti a termine e multe a chi delocalizza - critica nella sua rubrica sul 'Foglio' -. Devo dire la verità: mi aspettavo più coraggio e meno ideologia".
Decreto dignità e contratti a termine, quali sono le incognite
DI MAIO: NON ANNACQUARE - Luigi Di Maio, che ieri ha definito il decreto un "colpo mortale alla precarietà", è aperto all'ipotesi di rivedere il testo in Aula. "Il Parlamento è sovrano". Ma "se le modifiche vanno nell'ordine del miglioramento troveranno un dialogo, invece se si vogliono annacquare le norme che abbiamo scritto allora il M5S sarà un argine". Poi assicura: "Non ci sono divergenze con la Lega. Ho parlato ieri con Matteo Salvini e siamo d'accordissimo".
INPS, BOERI: NO A CAUSALI - Per il presidente dell'Inps Tito Boeri, nel decreto dignità "ci sono aspetti positivi". "Ridurre la durata massima dei contratti a tempo indeterminato e alzare gli oneri mi sembra giusto. Ciò di cui sono meno convinto è l'idea di irrigidire anche i contratti a tempo indeterminato". Critico anche sulla decisioni di reintrodurre le causali sul lavoro subordinato a tempo "che comportano un forte appesantimento burocratico, scoraggiando la creazione di lavoro soprattutto nelle piccole imprese".
Boeri si dice invece favorevole al salario minimo orario che il governo sembra intenzionato a introdurre, perché ha "il doppio vantaggio di favorire il decentramento della contrattazione e ridurre la povertà fra chi lavora". Sulla questione dei riders, altro tema caro al nuovo esecutivo, il presidente Inps media. Il suggerimento è quello di trovare forme contrattuali idonee per i lavoratori della gig economy evitando però di "intervenire con l'accetta". Quindi assicura: "Quali che siano le scelte del legislatore, l'Inps è disponibile a investire ulteriori risorse nel gestire la copertura assicurativa di questi lavoratori".
"BOERI IN CARICA FINO AL 2019" - Da parte sua, Di Maio rimarca il 'feeling' con l'Inps in tema di pensioni d'oro e vitalizi. "Non so se andremo d'accordo su tutto" ma su questo "lavoreremo bene", dice il vicepremier. "Finché il legislativo farà il legislativo, l'esecutivo farà l'esecutivo e l'Inps farà l'Inps andremo d'accordo". Poi conferma: "Boeri resta in carica fino al 2019 e, per quanto mi riguarda, è il mio interlocutore per l'Inps".
SALVINI-BOERI, SCONTRO SU IMMIGRAZIONE - E' scontro invece con l'altra faccia del governo sul tema immigrazione. Al ministro Salvini infatti non sono andate giù le parole di Boeri che stamani alla Camera ha parlato di "disinformazione" sull'argomento. "Gli italiani sottostimano la quota di popolazione sopra i 65 anni e sovrastimano quella di immigrati e di persone con meno di 14 anni(...). La deviazione fra percezione e realtà è molto più accentuata che altrove". Sempre Boeri sostiene la necessità per il nostro Paese "di aumentare l' immigrazione regolare", perché sono "tanti i lavori che gli italiani non vogliono più svolgere". Ne va - ha sottolineato in più occasioni - della tenuta del sistema pensionistico. Non solo: la stretta sull'immigrazione regolare "aumenta quella clandestina e viceversa: in genere, a fronte di una riduzione del 10% dell' immigrazione regolare, quella illegale aumenta dal 3 al 5%".
"Boeri vive su Marte", è la risposta secca di Salvini: "Servono più immigrati per pagare le pensioni... cancellare la legge Fornero costa troppo... servono più immigrati per fare i tanti lavori che gli italiani non vogliono più fare...'. Il presidente dell'Inps continua a fare politica, ignorando la voglia di lavorare (e di fare figli) di tantissimi italiani. Dove vive?".
Pronta la controreplica. "La mia risposta è nei dati e nei documenti che sono stati presentati oggi - ribatte Boeri -. Queste sono le verità che bisogna dire all'Italia. Non c'è nessun modo di intimidire i dati, i dati parlano da soli".