Martedì 24 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Decreto dignità, Conte-Di Maio: "Non siamo contro le imprese"

Premier e vicepremier presentano il pacchetto di misure approvate ieri in Consiglio dei ministri: "Colpo mortale al precariato. Imprenditori onesti non hanno nulla da temere" (VIDEO). Gentiloni all'attacco: "Ostacola investimenti". Confindustria dura: "Meno lavoro, non meno precarietà"

Roma, 3 luglio 2018 -  Giro di vite sui contratti a tempo determinato e sulle delocalizzazioni, stop alla pubblicità sul gioco d'azzardo, interventi su spesometro, redditometro. Sono i punti principali del decreto dignità approvato ieri in Consiglio dei ministri che oggi è stato presentato alla stampa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Nessun accenno nel testo alla riduzione del costo del lavoro come incentivo alle imprese, che però  - assicurava stamani ad Agorà Di Maio - sarà introdotta con la legge di Bilancio. Sarà "un abbassamento selettivo, su tutte le imprese che hanno un margine di crescita". Critiche al pacchetto arrivano dalle opposizioni: in prima linea il Pd con l'ex primo ministro Paolo Gentiloni che boccia il decreto su tutta la linea: "Dopo un mese di annunci rocamboleschi il mini decreto di ieri non favorisce gli investimenti in Italia e il lavoro di qualità - dice Gentiloni. Introduce soltanto ostacoli per lavoro e investimenti. Lasciamo stare la dignità". Duro il commento di Confindustria: "E' un segnale molto negativo per il mondo delle imprese" perché "il risultato sarà di avere meno lavoro, non meno precarietà". 

DECRETO DIGNITA_32193506_092306

"RESTITUIAMO DIGNITA'  ALLE PERSONE" - Nel suo discorso alla stampa Giuseppe Conte rassicura le imprese: "Non siamo in contrasto con il mondo imprenditoriale". Anzi "vogliamo una sana alleanza". Ma "la dimensione precaria non può protrarsi nel tempo incondizionatamente e non può essere l'unica misura dei rapporti di lavoro". 

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Conte: limite delocalizzazioni ma non siamo contro le imprese Per lo Stato persone "tornano ad essere persone", dichiara Di Maio (VIDEO). Ecco perché "decreto dignità". Con questo provvedimento "diamo un colpo mortale al precariato e alla burocrazia". Il che significa "favorire la crescita anagrafica ed economica". Le imprese? Non dovranno preoccuparsi, dice ancora Di Maio, perché "saremo dalla loro parte, sburocratizzando e riducendo il costo del lavoro". Non avranno nulla da temere le aziende "oneste". Piuttosto nel mirino del nuovo esecutivo ci sono "gli imprenditori che noi chiamiamo prenditori" e ai quali "abbiamo deciso di dichiarare guerra". 

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Entriamo così nel capitolo delocalizzazioni: le sanzioni per chi beneficia di aiuti e poi delocalizza "valgono sia per gli stati dell'Ue, che per gli Stati extra Ue", spiega il ministro del Lavoro. Con la differenza che negli Stati extra Ue, oltre a chiedere indietro i soldi con gli interessi, si applica "una sanzione pecuniaria che può essere fino a 4 volte"  quanto hai preso dall'Erario. 

VIDEO Di Maio: sarà guerra a imprenditori 'prenditori'

Gioco d'azzardo. Il vicepremier introduce poi la misure "emozionante" relativa al contrasto della ludopatia: "Siamo il primo Paese in Europa a vietare la pubblicità sul gioco d'azzardo - rivendica il pentastellato - Migliaia di famiglie sono finite sul lastrico. Smettiamola con i messaggi subliminali, con la pubblicità, con i testimonial famosi che sponsorizzano questi brand". Le coperture? Nel 2018 non sono previste, mentre "nel 2019-2020 abbiamo insieme all'agenzia dei monopoli un piano di contrasto al gioco di azzardo illegale che ci permetterà di drenare soldi nelle casse dello Stato".

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Infine gli interventi fiscali. "Eliminare lo split payment per le partire Iva è un gran successo, dovremo fare di più e lo faremo". Il redditometro "va in pensione perché poi entra in vigore la fatturazione elettronica".

Ecco, nel dettaglio, i punti principali del decreto Dignità.

CONTRATTI A TEMPO, COSA CAMBIA - Il limite della durata massima dei contratti a termine scende dai 36 mesi attuali ai 24 mesi. Dopo i primi 12 mesi di lavoro diventa obbligatorio per il datore di lavoro indicare la causale nel contratto. Ridotto anche il numero di rinnovi che passano da 5 a 4. È inoltre aumentato fino da 120 a 180 giorni il termine entro il quale sarà possibile l`impugnazione del contratto. Per i contratti a termine si applicherà, inoltre, un costo contributivo crescente di 0,5 punti per ogni rinnovo a partire dal secondo. Per quanto riguarda i licenziamenti, il decreto  aumenta l'indennità da riconoscere al lavoratore ingiustamente licenziato portandola da un minimo di 4 ad un massimo di 24 mesi fino ad un minimo di 6 ad un massimo di 36 mesi. Capitolo contratti di somministrazione (staff leasing): al lavoratore si dovrà applicano le normatice del contratto di lavoro subordinato a tempo determinato. 

DELOCALIZZAZIONI  - Il pacchetto anti-delocalizzazione prevede che le imprese operanti in Italia perdano gli aiuti di Stato se delocalizzano in Paesi non appartenenti all`Unione Europea entro cinque anni dalla data di conclusione dell`agevolazione. Prevista anche una sanzione da due a quattro volte l'importo dell'aiuto fruito (sanzione che non si applica però a in Ue). Le stesse misure si applicano con modalità specifiche anche a chi ha beneficiato dell'iperammortamento e del credito d'imposta per ricerca e sviluppo. Stabilita una salvaguardia occupazionale per le imprese che beneficiano di aiuti e che non potranno ridurre il personale oltre il 10% nei cinque anni successivi alla data del completamento dell'investimento incentivato.

MISURE FISCALI - Slitta  al 28 febbraio 2019 la scadenza per l'invio dei dati dello spesometro del terzo trimestre di quest'anno mentre per gli invii semestrali il termine è il "30 settembre per il primo semestre ed entro il 28 febbraio dell'anno successivo per il secondo semestre". Il decreto dignità abolisce poi lo spesometro per i professionisti e ritocca il meccanismo del redditometro che sarà rivisto con l'Istat e le associazioni dei consumatori. 

GIOCO D'AZZARDO - Viene confermato anche lo stop alle pubblicità sul gioco d'azzardo con multe per chi trasgredisce, fatta salva la Lotteria Italia.  "Dal primo gennaio 2019 il divieto si applica anche alle sponsorizzazioni di eventi, attività, manifestazioni programmi, prodotti o servizi e a tutte le altre forme di comunicazione di contenuto promozionale, comprese le citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli, attività o prodotti la cui pubblicità, ai sensi del presente articolo, è vietata". Le sanzioni elevate saranno pari al "5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità e in ogni caso non inferiore, per ogni violazione, ad un importo minimo di 50 mila euro".

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