Roma, 14 luglio 2018 - Diventa un caso il decreto dignità e, soprattutto, la relazione tecnica che lo accompagna e che ipotizza che si possano perdere 8mila posti di lavoro l'anno fino al 2028 per effetto del provvedimento. Informazione che Luigi Di Maio, nel corso di una diretta su Facebook, contesta con nettezza. "Leggo sui giornali di stamattina che questo decreto farebbe perdere 80mila posti di lavoro. "Mi faccio una risata", dice il vicepremier e ministro del Lavoro. Questo perché "quel numero, che per me non ha alcuna validità, è apparso la notte prima che il dl venisse inviato al Quirinale". E chiarisce: "Non è un numero messo dai miei ministeri o altri ministri". La verità, secondo Di Maio è che "questo decreto dignità ha contro lobby di tutti i tipi".
LA RELAZIONE TECNICA AL DECRETO DIGNITA'
Fonti qualificate del Movimento 5 Stelle annunciano poi che l'intenzione del governo è ora quella di "fare pulizia" nella Ragioneria dello Stato e al ministero dell'Economia. Secondo questa fonti, la tabella "spuntata di notte" sugli 8000 posti in meno viene ritenuta un episodio "gravissimo". Il sospetto è che ci siano responsabilità di uomini vicini alla squadra dell'ex ministro Pd Padoan. E l'idea è uno spoil system per "togliere dai posti chiave chi mira a ledere l'operato di governo e M5s. Abbiamo bisogno di persone di fiducia, non di vipere", dicono.
In una diretta su Facebook mentre si reca a Matera, Di Maio fa l'elenco del lavoro fatto finora - in testa taglio a vitalizi e pensioni d'oro, senza dimenticare il gioco d'azzardo - e infine (a cominciare dal minuto -6) parla anche del decreto dignità che, sottolinea, "ha contro lobby di tutti i tipi".
BOTTA E RISPOSTA COL MEF E PADOAN - Dopo le dichiarazioni di Di Maio giungono secche smentite da parte del ministero dell'Economia. Le relazioni tecniche sono presentate insieme ai provvedimenti dalle amministrazioni proponenti, fanno sapere le fonti, così anche nel caso del decreto dignità, giunto al Mef corredato di relazione con tutti i dati, compreso quello sugli effetti sui contratti di lavoro della stretta anti-precari. Le stesse fonti aggiungono che il compito della Ragioneria generale dello Stato è quello di prendere atto dei dati riportati nella relazione per valutare oneri e coperture.
Le precisazioni filtrate dal Mef innescano nuovamente la reazione di Di Maio. "Sono veramente sbalordito - spiega il vicepremier -. La prossima volta metterò sotto scorta il decreto legge quando lo mando in giro, però non ho capito perché abbia reagito il Mef: non l'ho nominato". E chiarisce: "Sto solo dicendo che non è la parte politica ad aver inserito nella relazione tecnica quei numeri e deve essere chiaro che questo non è un decreto per far perdere posti di lavoro".
Il caso monta e nel tardo pomeriggio interviene direttamente l'ex ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. "Non ho sentito quanto affermano dal M5s - premette -, ma se insinuano che qualcuno della mia ex squadra si sia comportato scorrettamente, magari perché sobillato, lo respingo sdegnosamente: sarebbero accuse di gravità incredibile". E aggiunge: "Il dl dignità e la relazione tecnica sono predisposti dal ministero del Lavoro: mi auguro abbiano fatto un lavoro corretto perché sarà alla base delle decisioni del Parlamento". Quanto allo spoil system, "è nelle prerogative di ciascun ministro".
Pronta la controreplica di Di Maio: "Padoan mi sembra che abbia la coda di paglia: non l'ho mai nominato".
Decreto dignità, Ichino: "Aumenteranno i contenziosi. Giusto reintrodurre i voucher"
La relazione tecnica al dl dignità riporta sul lavoro "stime effettuate dall'Inps", si legge nella relazione. Prima della tabella sugli effetti della stretta sui contratti a termine, viene specificato: "si riportano le stime effettuate dall'Inps in ordine agli effetti sulla finanza pubblica delle disposizioni in esame. Le stime sono state effettuate sulla base dei dati relativi ai nuovi contratti a tempo determinato attivati dal 2014 al primo trimestre 2018 in possesso del Ministero del Lavoro e sulla base delle informazioni desunte dagli archivi dell'Istituto".
LE REAZIONI - Il Pd si scatena sui social: "Il Ministro dello Sviluppo economico contro il Ministro del Lavoro per gli oltre 80mila posti in dieci anni che si perderanno con il decreto dignità - prende in giro il segretario del Pd Maurizio Martina - Altro che complotto #dimaiocontrodimaio".
Il Ministro dello Sviluppo economico contro il Ministro del Lavoro per gli oltre 80mila posti in dieci anni che si perderanno con il decreto dignità. Altro che complotto #dimaiocontrodimaio
— Maurizio Martina (@maumartina) 14 luglio 2018
E Carlo Calenda gli fa eco: "La relazione tecnica a sua insaputa. #neanchelaraggi". Durissimo un altro dem, Emanuele Fiano: "Dice Luigi Di Maio che qualcuno avrebbe manomesso il decreto dignità inserendo una tabella sulla perdita di 8.000 posti di lavoro/anno a sua insaputa. Spunta la solita teoria del complotto e subito: 'M5S al contrattacco, faremo pulizia in ragioneria e Mef'. Così fanno i fascisti".
Dice @luigidimaio che qualcuno avrebbe manomesso il #decretodignità inserendo una tabella sulla perdita di 8000 posti di lavoro/anno #asuainsaputa. Spunta la solita teoria del #complotto e subito:”M5S al contrattacco, faremo pulizia in ragioneria e Mef”. Così fanno i #fascisti.
— Emanuele Fiano (@emanuelefiano) 14 luglio 2018
Feroce il tweet di Maria Elena Boschi, che sottolinea come il ministro non abbia letto, o capito, la relazione:
Di Maio ha scritto un dl che aumenterà i disoccupati. Lo dice il Governo stesso nella relazione tecnica che Di Maio non ha letto o non ha capito. 80mila persone senza lavoro e Di Maio dà la colpa ai dirigenti. In nome della #dignità ne licenziano 80mila, questo è il #cambiamento?
— maria elena boschi (@meb) 14 luglio 2018
Evoca il fascismo, ma da destra, anche Giorgio Mulè, portavoce unico di Forza Italia di Camera e Senato."Nel suo corso accelerato di deriva autoritaria il vicepremier Luigi Di Maio si dimostra un bravissimo studente. Dopo aver minacciato di rimuovere i funzionari che sosterranno il trattato tra Italia e Canada, aver legittimato il suo sottosegretario alla Giustizia che minaccia i deputati di essere processati per le loro idee, dopo aver goduto delle minacce di chiusura dei giornali non allineati, oggi raggiunge l`apice rispolverando il mai dimenticato "Me ne frego!" di Benito Mussolini a proposito della stampa che osa esprimere perplessità sul decreto dignità. Guai a chi sottovaluta tutti questi segnali, perché sono sintomatici di una personalità e di un movimento politico che vorrebbe intimidire e sottomettere il Paese a forme di dittatura strisciante repellenti. Ovviamente Forza Italia si farà garante in tutte le istituzioni per arginare questo tentativo del vicepremier Benito "giggino" Di Maio e farà sventolare l`unica bandiera nella quale si riconosce: quella della libertà e del rispetto della costituzione italiana".