Domenica 11 Agosto 2024
Bruno Mirante
Politica

Decreto Carceri, Miravalle (Antigone): "La riforma? Inutile. Hanno dipinto i muri, ma la casa crolla"

Il ricercatore critica il decreto carceri per non affrontare le questioni strutturali, ma solo superficiali. Antigone vede negativamente l'approccio differenziato ai detenuti al 41 bis e preferirebbe interventi sulle carceri esistenti anziché nuove costruzioni

Roma, 9 agosto 2024 – Michele Miravalle, ricercatore dell’università di Torino e coordinatore dell’osservatorio dell’associazione Antigone sulle condizioni di detenzione, come giudica il decreto carceri appena approvato?

"Il tema carcerario è come una casa che ha dei problemi alle fondamenta che rischiano di comprometterne la tenuta. Con questo decreto, invece di intervenire sulle fondamenta in maniera strutturale, si interviene sui davanzali o sull’abbellimento delle finestre".

Fuor di metafora?

"È un decreto che fa alcune cose di buonsenso, ad esempio l’assunzione dei nuovi agenti e lo scorrimento delle graduatorie dei direttori. Ma se si vuole risolvere una situazione di sovraffollamento cronico e una situazione drammatica sotto il profilo della emergenza suicidi, non sono queste misure necessarie. Dunque il decreto non danneggerà il sistema penitenziario, ma non lo migliorerà neanche. Sarebbero servite misure più coraggiose che però, evidentemente, non sono state prese in considerazione".

Protesta al carcere di Poggioresle all’indomani dell’approvazione del decreto carceri.
Protesta al carcere di Poggioresle all’indomani dell’approvazione del decreto carceri, Napoli, 8 Agosto 2024. ANSA/CESARE ABBATE
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Pensa alla depenalizzazione?

"Non ci si può occupare di carcere senza occuparsi di sistema penale, è un po’ paradossale che da una parte si tenti a parole perlomeno di affrontare il problema dell’umanizzazione della pena e poi a settembre con tutta probabilità ci troveremo ad esempio con un decreto sicurezza che reintroduce nuovi reati, è una contraddizione".

Cosa pensa Antigone dell’abolizione della giustizia riparativa per i detenuti al 41 bis?

"I detenuti al 41 bis sono meno di 1.000 unità, quindi stiamo parlando di poche persone. È passata l’idea, e questo decreto lo conferma, che nei confronti di queste persone ci sia in qualche modo un sistema penitenziario parallelo, per cui non valgano le regole che valgono invece per tutti gli altri. E questo è un po’ paradossale, perché rischia da una parte di comunicare un valore ovviamente afflittivo e molto negativo dell’appartenenza ad un’organizzazione criminale che è condivisibile dal punto di vista politico. Ma il rischio è che a forza di escludere e di far percepire come diversi e più afflitte queste persone poi in termini di sicurezza, di dissociazione, di possibilità di un cambiare, queste misure finiscono per produrre l’effetto contrario, quello di disincentivare".

È stato istituito un commissario sull’edilizia carceraria. È positivo almeno questo?

"È uno degli aspetti peggiori del decreto. Costruire nuove carceri costa, è complicato, ha degli oneri in termini di personale da assumere che sono insostenibili per il sistema giustizia. La struttura commissariale costerà 1 milione di euro e la nostra proposta è di utilizzare quelle risorse per intervenire sulle strutture fatiscenti".