Mercoledì 26 Febbraio 2025
CLAUDIA MARIN
Politica

Lo stop al decreto bollette. Il fastidio di Giorgetti. FdI insiste sulle risorse

La strigliata della premier agita il Mef e la Lega. E l’opposizione attacca. Una delle ipotesi sul tavolo è arrivare a 5 miliardi per un anno di sostegni

Roma, 26 febbraio 2025 – Non l’hanno presa per niente bene, dalle parti del ministero dell’Economia, la strigliata di Giorgia Meloni sull’inefficacia della bozza del decreto bollette che doveva essere approvato lunedì e che è stato rinviato a venerdì per renderlo più corposo e con una dotazione finanziaria di maggior peso. Tanto più che tra la premier e il ministro Giancarlo Giorgetti, almeno fino a questo episodio, i rapporti sono stati eccellenti, al punto che in molteplici occasioni si sono mossi di conserva nel respingere l’assalto alla diligenza delle forze di maggioranza.

Il caro energia per le famiglie
Il caro energia per le famiglie

Questa volta, però, è andata diversamente. E all’affondo di Meloni per il testo messo a punto dai tecnici del dicastero di Via XX Settembre hanno fatto da controcanto la sorpresa e l’irritazione di Giorgetti e della Ragioniera generale dello Stato, Daria Perrotta. E, del resto, l’opposizione non ha mancato di affondare il coltello nelle ferite del governo su un dossier sensibile e delicato come quello del caro-energia. Da Giuseppe Conte a Elly Schlein è stato un coro di attacchi all’incapacità dell’esecutivo di mettere mano a una partita che interessa milioni di famiglie e imprese. E a poco sono valse le parole di più di un esponente della maggioranza: "Nessuna frizione, nessuna necessità di chiarimento". È, d’altra parte, fanno sentire la loro voce, guarda caso in difesa del ministro dell’Economia, anche dalla Lega. "Nel 2025 si troveranno risorse per le bollette, la rottamazione delle cartelle e la riforma dell’Irpef", sottolinea il presidente della commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, che fa scudo al collega di partito: "Abbiamo il miglior ministro dell’Economia al mondo, Giorgetti".

Secco, però, Marco Osnato, responsabile economico di Fratelli d’Italia e presidente della b della Camera: "Non c’è nessuna sfiducia nei confronti di nessun ministro, ma le risorse da mettere in campo devono essere importanti e ben finalizzate". Il risultato, alla fine, è nella riscrittura del provvedimento. Deve essere un testo corposo e serio, ha fatto sapere, la premier, a più di un interlocutore. Da qui l’affinamento delle norme e la ricerca delle risorse.

Una delle ipotesi sul tavolo, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari della maggioranza, è arrivare a un provvedimento che metta sul tavolo più dei tre miliardi, per arrivare a cinque e prevedere aiuti per un anno, non solo per i prossimi sei mesi come era trapelato nei giorni scorsi. I fondi per l’ampliamento delle risorse potrebbero arrivare dalla proroga delle concessioni elettriche, passata da 40 a 20 anni, contenuta nell’ultima legge di bilancio. Si punta, dunque, a un sostegno immediato e tangibile, non solo ad ampio raggio. Tra le ipotesi al vaglio ci sarebbe l’ampliamento fino a 15mila euro di Isee del bacino di utenza del bonus sociale per disagio economico. Attualmente il sostegno viene concesso per 12 mesi, su una sola fornitura per ogni tipo di servizio (elettrico, gas e idrico), al cittadino o al nucleo con Isee non è superiore a 9.530 euro per famiglie con massimo 3 figli a carico (20mila euro quelle numerose con almeno 4 figli a carico). Per il 2025 il bonus elettrico annuo prevede 167,90 euro per i nuclei da 1-2 componenti a salire fino a 240,90 euro per le famiglie numerose con oltre 4 componenti. Al vaglio anche gli aiuti alle imprese, versante su cui sarebbe staro chiesto un intervento più incisivo.