Martedì 24 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Debutta il nuovo cda Rai, il rebus presidenza

Inizia il mandato del nuovo Consiglio di amministrazione Rai con Giampaolo Rossi come amministratore delegato. Incertezze sulla presidenza, ma focus su consolidamento conti e riforma del servizio pubblico.

Inizia il mandato del nuovo Consiglio di amministrazione Rai con Giampaolo Rossi come amministratore delegato. Incertezze sulla presidenza, ma focus su consolidamento conti e riforma del servizio pubblico.

Inizia il mandato del nuovo Consiglio di amministrazione Rai con Giampaolo Rossi come amministratore delegato. Incertezze sulla presidenza, ma focus su consolidamento conti e riforma del servizio pubblico.

Inizia il mandato del Consiglio di amministrazione Rai, espressione della maggioranza che da due anni guida il Paese, e di Giampaolo Rossi, uomo di fiducia della premier Giorgia Meloni, alla guida della tv pubblica. La sua nomina a amministratore delegato in Cda è arrivata con quella di Simona Agnes come presidente, ma quest‘ultima

dovrà passare il vaglio della Commissione di Vigilanza dove è necessario il quorum dei due terzi dei voti, che al momento non sarebbe raggiunto. Nonostante questa incertezza, Rossi ha ora i poteri per realizzare il proprio progetto, che consiste non solo in una battaglia politica, ma anche nell‘azione per il consolidamento dei conti aziendali, messi a rischio dai tagli al canone voluti dalla Lega. A breve ci sarà anche il capitolo dei palinsesti e delle prime nomine alle testate. Al suo fianco, l‘ex ad Roberto Sergio, che ricoprirà l‘incarico di direttore generale corporate.

Intanto, la commissione Lavori Pubblici del Senato ha avviato la discussione sulla riforma del servizio pubblico. Il superamento della legge Renzi, che assegna ampi poteri all’amministratore delegato nominato direttamente dal governo, è richiesto dal Media Freedom Act, che rigetta ingerenze dell’esecutivo sulla governance. Obiettivo l’approvazione di un nuova legge entro la prossima estate, quando il provvedimento Ue entrerà in vigore e l’Italia potrebbe incorrere in una procedura d’infrazione.