Roma, 21 settembre 2014 - E' braccio di ferro sui debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle aziende. Per Renzi "l'impegno è stato mantenuto", ma per il M5S il premier è un "bugiardo" e per Forza Italia "Renzi si arrampica sugli specchi". Interviene anche il vice presidente del Parlamento europeo Tajani che dice che "ci sono da pagare ancora 60 miliardi". "Alle imprese spettano altri 35 miliardi", contesta la Cgia di Mestre, mentre il presidente di Confindustria Squinzi rincara la dose. Alla fine arriva una nota di Palazzo Chigi che afferma: "Lo Stato può pagare tutti, la sfida è vinta".
RENZI - "I soldi ci sono, e quindi l'impegno a pagare i debiti 2013 entro il 21 settembre è mantenuto", dice il premier. "Tutti coloeo che devono avere dei soldi dalla P.a. - spiega Renzi - possono averli iscrivendosi al sito del ministero dell'Economia. Chi va sul sito del governo trova la pratica per ricevere i denari".
M5S - "Non ci sono santi che tengano. Ecco l'ennesima bugia del nostro premier che, balla dopo balla, ci sta portando verso il baratro. Nel salottino di Bruno Vespa, a marzo scorso, Renzi aveva promesso che avrebbe liquidato entro oggi (giorno di San Matteo) gli oltre 60 miliardi di pendenze arretrate delle pubbliche amministrazioni. Basta farsi un giro sul sito del Mef o leggere i giornali per scoprire che siamo a circa 30 miliardi effettivamente erogati". E allora ecco il post che apre il blog di Beppe Grilo, con il titolo 'Bugiardo, bugiardo'.
FORZA ITALIA - Dello stesso tenore il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta. "Parole, parole, parole. Domani (oggni, ndr) sarà un brutto onomastico per il presidente del Consiglio, Matteo Renzi: sarà chiaro a tutti che l'ennesima promessa non è stata mantenuta".
TAJANI - La pubblica amministrazione "deve pagare almeno altri 60 miliardi alle imprese, una trentina di quelli stanziati e altrettanti da stanziare". Lo dichiara in una nota il vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, precisando che "si tratta di debiti accumulati al 31 dicembre 2012". "Queste - aggiunge - sono le cifre che il governo e le altre pubbliche amministrazioni non possono contestare".
CGIA - La pubblica amministrazione deve alle imprese ancora 35 miliardi di euro. E' la stima della Cgia di Mestre (Venezia). Secondo i dati forniti dal ministero dell'Economia, afferma la Cgia, nel biennio 2013-2014 sono stati messi a disposizione 56,8 miliardi di euro: entro il 21 luglio 2014 (ultimo aggiornamento disponibile) ne sono stati pagati 26,1. "In buona sostanza - afferma il centro veneziano -, l'incidenza dei pagamenti effettuati sul totale delle risorse stanziate si ferma al 46 per cento. Per estinguere completamente le risorse a disposizione le aziende devono ricevere ancora 30,7 miliardi di euro".
SQUINZI - "Io personalmente invece di San Matteo gli proponevo il giorno di San Giorgio che è il 23 di ottobre". Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, commenta l'impegno del premier. "Teniamo presente - aggiunge Squinzi - che questa è una vicenda che risale al mese di febbraio dell'anno scorso, quando sono andato dal presidente della Repubblica, prospettandogli la situazione di estrema difficoltà in cui si dibattono tante imprese: Qualcosa è stato fatto, finora sono stati pagati circa una trentina di miliardi e ci sono fondi per arrivare circa al pagamento del 50% dei debiti".
PALAZZO CHIGI - "Grazie all'accordo tra Governo, banche e Cdp", "lo Stato si è messo nelle condizione di pagare tutti i debiti" della Pa. "E dunque è corretto sostenere che la sfida di liberare risorse per pagare tutti i debiti Pa è vinta", è scritto nella nota di Palazzo Chigi. E indica al momento un computo di 30 miliardi di debiti solvibili.
La nota di Palazzo Chigi sottolinea che dal computo sono esclusi solo 2-3 mld per investimenti che rientrano nei vincoli del patto di stabilità, una cifra assai lontana dai 60 miliardi adombrati da qualcuno. Se ancora non tutti i debiti sono stati pagati è responsabilità della procedura, viene spiegato, perché le risorse per il pagamento sono state messe a disposizione. "Cerchiamo - premette la nota di Palazzo Chigi - di fare un po' di ordine sulla questione dei debiti della Pubblica Amministrazione per evitare che informazioni parziali contribuiscano soltanto a creare confusione. Il dato di partenza è il seguente: oggi lo Stato non e' in grado di avere una mappatura chiara, una fotografia certa dei debiti cui deve fare fronte. E' il motivo per il quale la fatturazione elettronica, che abbiamo introdotto tra le novita' della riforma della Pubblica Amministrazione lo scorso giugno, e' lo strumento chiave per determinare, d'ora in avanti, il chi, il quanto e il quando dell'impegno preso dallo Stato nei confronti dei suoi creditori". "Primo punto: abbiamo realizzato il sistema che permettera' di controllare se tutti gli enti centrali pagano a 30 giorni. Adesso va esteso anche alle amministrazioni locali e il sistema girerà definitivamente". "Secondo punto: tutti i soggetti che hanno un debito verso la PA sono oggi - grazie all'accordo tra Governo, banche e CDP - in condizione di essere pagati. Purtroppo devono sottostare a una procedura che prevede la certificazione del credito sul sito del Governo. Ma se l'operazione e' complicata dal punto di vista procedurale, il concetto e' molto semplice. Entro il 21 settembre abbiamo messo a disposizione i soldi per pagare tutti i debiti di parte corrente. Purtroppo non tutti sono stati pagati perche' il procedimento richiede un comportamento attivo (registrazione) da parte delle aziende. In un mondo normale il pagamento dovrebbe essere automatico. Purtroppo l'assurdo meccanismo del passato e l'inefficienza di molto enti locali impone di usare questa procedura. Ma - questo e il punto chiave - lo Stato si è messo nelle condizione di pagare tutti i debiti. E dunque è corretto sostenere che la sfida di liberare risorse per pagare tutti i debiti PA è vinta. Rimane quella di semplificare e imporre efficienza a tutta la pubblica amministrazione". "Rimangono fuori da questo computo - che comunque supera ampiamente i 30 miliardi - solo quella quota parte di debiti della PA su investimenti (stimati tra i due e i tre miliardi di euro) per i quali i soldi ci sono, ma il problema è il rispetto del 3% sul deficit. In altri termini, le risorse ci sono, ma rimane il problema di rispettare il patto di stabilità e non sforare il 3%. Gli unici debiti non pagabili al momento sono questi. Non 60 miliardi, come abbiamo letto da qualche parte, ma una cifra che oscilla tra i due e i tre miliardi, che rischiano di farci sforare il 3%; vincolo europeo che noi intendiamo onorare e rispettare", conclude la nota.