Lunedì 23 Dicembre 2024
NINO FEMIANI
Politica

De Luca contro Patriciello. Attacco al prete antimafia: "Baudo con la frangetta". Meloni: segnale spaventoso

Il governatore critica il parroco di Caivano scelto per promuovere il premierato. Don Maurizio: "Parole pericolose, così si mette a repentaglio la mia vita".

De Luca contro Patriciello. Attacco al prete antimafia: "Baudo con la frangetta". Meloni: segnale spaventoso

Ci sono due immagini che – sussurrano a Palazzo Santa Lucia – hanno fatto imbestialire Vincenzo De Luca, gran visir della Campania. La prima è quella che ritrae Giorgia Meloni e don Maurizio Patriciello mano nella mano, seduti sulla panchina come due fidanzatini di Raymond Peynet, uno scatto che ha fatto il giro di tutte le redazioni. La seconda è quella arrivata pochi giorni fa dalla sala della Regina di Montecitorio dove erano stati arruolati sportivi, cantanti e attori per dare una pennellata pop alla madre di tutte le riforme, quella sul premierato. Pupo, Iva Zanicchi, Amedeo Minghi, Filippo Magnini immortalati accanto al prete del parco Verde di Caivano.

Un’immagine che ha fatto andare su tutte le furie il governatore campano che alla prima occasione, la diretta del venerdì su Facebook, non ce l’ha più fatta a tenersi. "Ho visto Meloni che presenta la riforma del premierato a noti costituzionalisti – ha commentato ironico De Luca nella sua diretta – fra i quali ho notato in modo particolare Iva Zanicchi, Pupo, e ad ascoltare c’era anche un prete del nostro territorio, conosciuto come il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta. Sono momenti davvero imperdibili".

È la miccia che fa esplodere la santabarbara della Campania. Perché contro il presidente, che insegue un terzo mandato – più nei suoi sogni che nell’agenda politica dopo l’arresto di Toti –, si scatena una sarabanda. Don Maurizio sceglie la “tecnica del pulpito“, una specie di lettera aperta in cui si definisce "pugnalato a tradimento", offrendo la sua sofferenza come gesto d’amore cristiano: "Caro presidente, caro fratello Vincenzo De Luca, la sua ironia nei confronti di un povero prete dell’area nord di Napoli, la stessa della quale lei ebbe a dire “a Caivano lo Stato non c’è, stop“, mi ha tanto addolorato. Se era questo che voleva, c’è riuscito. Penso, però, in piena coscienza, di non meritare le offese del tutto gratuite del presidente della mia regione. Che dirle? Alle offese e alle minacce – larvate o meno – ci sono abituato da tempo. Non a caso, da due anni vivo sotto scorta. Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei. Fa niente. Offro al Signore anche questa mortificazione. Penso che da domani bulli e camorristi inizieranno a prendermi in giro gridandomi alle spalle: “Sta passando Pippo Baudo“".

La contesa diventa un caso politico, Meloni che interviene direttamente: un segnale spaventoso, dice la premier, perché viene deriso un "prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo". "Voglio dire a padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco. Che non è solo. C’è chi scambia le istituzioni per cabaret", conclude la leader di FdI. Al governatore in campo contro tutti, don Maurizio offre una via d’uscita: "Mi chieda scusa, poi ci prendiamo un caffè al Gambrinus".

Palazzo Santa Lucia invece tiene il punto. "La mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali. Fanfaluche. Quanto poi alla lotta alla camorra, don Maurizio non ne ha il monopolio. Molti la fanno da 50 anni anche senza scorta", replica De Luca. Che dovrà fronteggiare l’offensiva promossa dal ministro Lollobrigida che lancia l’hashtag #IosonoPadreMaurizio.