
Alcide De Gasperi con Robert Schuman e Konrad Adenauer
Roma, 9 marzo 2025 – Prima di morire, il suo grande dolore, il suo dispiacere, è stato non veder nascere la Comunità di difesa europea. Ricordo, mentre erano in corso le trattative di Parigi, alcune sue telefonate con le lacrime agli occhi. Era la prima volta che l’ho visto piangere e diceva: “Se fossi là io, saprei che cosa fare e che cosa dire“. Ma non aveva più poteri e i nostri rappresentanti non erano così forti delle loro idee, così coraggiosi da convincere i francesi ad andare avanti fino in fondo". Le parole di Maria Romana De Gasperi in un’intervista a QN di qualche anno fa, sull’ultimo rimpianto politico del padre Alcide, tornano quanto mai attuali, come una sorta di monito della memoria, di fronte al drammatico e pericoloso tornante della storia che stiamo attraversando. I padri fondatori dell’Europa, Konrad Adenauer, Robert Schuman, Jean Monnet e il nostro De Gasperi, già agli albori degli anni Cinquanta, erano ben consapevoli, da figli di due terribili guerre mondiali, di quanto l’unità economica del Continente dovesse essere solo l’inizio di un percorso che portasse all’unità politica e alla difesa comune, in connessione con la partecipazione alla Nato. Un obiettivo – l’esercito comune o l’integrazione degli eserciti nazionali – che sarebbe servito innanzitutto alla protezione dalle minacce esterne, a cominciare da quella sovietica, e, dunque, alla pace. Allora, per tensioni interne ai Paesi e, soprattutto, alla Francia, il risultato non fu raggiunto. Oggi quella lezione dovrebbe tornare più che mai decisiva per portare avanti, senza indugi e riserve, distinguo e infantilismi da anime belle, i piani di integrazione e di rafforzamento militare dell’Europa, tanto più in presenza di una minaccia raddoppiata, rappresentata da Putin, ma anche dal disimpegno di Trump. Dunque vale la pena tenere a mente ancora le parole della figlia di fronte a De Gasperi morente: "Era sicuro che se l’Europa avesse avuto un esercito comune, sarebbe stata diversa e più unita, fin da allora. Credeva moltissimo nell’unità dell’Europa e se fosse riuscito a portare tutti dove lui voleva, ci sarebbe stato quel salto che manca, forse, ancora oggi".