Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Il Ddl Autonomia è legge: via libera dalla Camera. L’opposizione: “Non c’è stato un dibattito”

La legge concede più libertà su temi come commercio, salute e trasporti alle regioni che ne fanno richiesta. I deputati di minoranza: “Il parlamento è stato umiliato”

Roma, 19 giugno 2024 – La Camera dei deputati ha approvato il ddl Autonomia con 172 voti a favore e 99 contrari, dopo una notte di lavori non stop. La proposta firmata dal ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli diventerà quindi legge, in quanto già approvata anche dal Senato.

La ‘seduta fiume’ è stata richiesta dalla maggioranza – a seguito del via libera al ddl sul premierato – proposta conseguentemente accolta tra le proteste delle opposizioni, che accusano che non ci sia stato il via libera dei capigruppo. Solo due le interruzioni, alle due della notte e alle quattro e mezza, di dieci minuti ciascuna.

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Cosa prevede l’Autonomia differenziata: la sanità e il nodo Lep (livelli essenziali di prestazione)

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"È un sogno che diventa realtà – ha esultato il sottosegretario del Ministero del made in Italy Massimo Bitonci, presente sui banchi del governo per tutta la durata dei lavori – È la scelta migliore per il futuro dell'Italia: maggiori competenze e responsabilizzazione degli amministratori locali sull'azione amministrativa, razionalizzazione della spesa, costi e fabbisogni standard”.

CAMERA, AULA, DISCUSSIONE SULL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA
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Il contenuto

Il ddl punta a concedere maggiore autonomia alle regioni a statuto ordinario che ne fanno richiesta. Verrebbero intaccati settori come il commercio estero, l’energia, i trasporti, l'istruzione, l’ambiente e la cultura. Ruolo importante è giocato dai livelli essenziali di servizi (Lep) che devono essere assicurati a tutti i cittadini indipendentemente dalla regione di residenza. Molto dipenderà insomma da quale livello verrà fissato.

Cosa è stato approvato nella notte

Nel corso della notte, i deputati hanno approvato gli articoli 2 (sull’intesa tra Stato e regioni, 170 favorevoli, 105 contrari), 3 (sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, 166-115), 4 (sul trasferimento delle funzioni, 166-114), 5 (relativo alle risorse finanziarie, 170-105), 6 (che attribuisce ulteriori funzioni amministrative agli enti locali, 173-109), 7 (sulla durata delle intese e sulla successione di leggi, 170-112), 8 (sul monitoraggio, 174-113), 9 (clausole finanziarie), 10 (misure di promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale) e 11 (disposizioni transitorie e finali). Sono stati respinti tutti gli emendamenti presentati dall’opposizione

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Le accuse dell’opposizione

Pochi i parlamentari della maggioranza che hanno preso parola in aula: "Votare a favore di questo provvedimento significa fare una scelta di coraggio e di lungimiranza”, ha dichiarato Martina Semenzato di Noi moderati. 

“Potevano avviare un dibattito invece non ci hanno neanche provato. Il Parlamento è stato umiliato”, la condanna delle opposizioni. "Avremmo voluto dibattere con serietà e serenità il ddl sul’autonomia differenziata, ma questo ci è stato impedito dalla maggioranza fin dall`esame in Commissione: il parlamento è stato violentato – dichiarano i deputati del Movimento 5 stelle in un comunicato – La maggioranza ha deciso di approvare il provvedimento con il favore delle tenebre”. "Oggi si consuma il secondo atto di un vergognoso scambio fatto sulla pelle delle italiane e degli italiani – ha commentato invece la segretaria del Partito democratico Elly Schlein – Ci avete tenuti qui tutta la notte, con quale urgenza? Lo abbiamo capito: quella di ottenere lo scalpo del Sud, per un cinico baratto della Lega”. 

I parlamentari di minoranza accusano che la legge finirebbe col favorire le regioni del Nord, già economicamente più forti rispetto al Mezzogiorno. La misura è fortemente sostenuta dalla Lega. 

Gli alt di Forza Italia

Dei paletti sono stati tuttavia posti da Forza Italia, che ha presentato 4 ordini del giorno sullo stop ai negoziati con le Regioni fino alla definizione dei Lep, sulla relazione tecnica sull'impatto finanziario da accompagnare ai decreti legislativi sulle intese, sull’analisi dell'impatto dell'eventuale trasferimento di materie non-Leb da presentare al vaglio delle Camere e sulla richiesta di un’applicazione ''rigorosa'' della facoltà del Consiglio dei ministri di limitare l'ambito delle materie oggetto di intesa.