Senatore Dario Parrini, che cosa succede in Commissione sul premierato?
"Stiamo esaminando gli emendamenti all’articolo 4. Si discute delle norme sullo scioglimento anticipato delle Camere e della possibilità del premier eletto dal popolo di essere sostituito durante la legislatura da un premier non eletto dal popolo, uno dei più grossi pasticci del ddl".
Praticamente si sta andando avanti coi voti sulla riforma costituzionale basata sulla elezione diretta del premier senza discutere in parallelo delle regole per eleggerlo, alla fine, questo premier…
"Assurdo, ma vero. Se si modificano le norme costituzionali sulla forma di governo, bisogna sapere in partenza sia come si eleggono i parlamentari sia soprattutto come si elegge il premier, visto che il cuore della riforma è la sua elezione diretta. Ebbene, su questa regnano la confusione e il buio più totali. E la maggioranza è spaccata".
Ci faccia uno schema delle ‘squadre in campo’...
"C’è chi per eleggere il premier non vuole nessuna soglia perché non ama il ballottaggio (Romeo, capogruppo Lega al Senato). C’è chi apre al ballottaggio, ma non dice con quale soglia perché sotto sotto la vuole ben più bassa del 50% (Calderoli, ministro, Lega). C’è chi ritiene indispensabile il ballottaggio con soglia al 50% (Marcello Pera, FdI, ex presidente del Senato). C’è chi tiene una posizione intermedia tra Pera e Calderoli (Balboni, FdI, presidente commissione Affari costituzionali del Senato). È il ritratto del caos. Non è una cosa seria. Sarebbe saggio fermare la discussione e riprenderla solo dopo che la maggioranza avrà superato le proprie incertezze e contraddizioni. Parlare genericamente di ballottaggio senza precisare l’entità della soglia è una presa in giro. Se la soglia è troppo bassa, il ballottaggio è finto".
Con quali conseguenze?
"Senza soglia si può essere eletti premier col 30%. Con una soglia sotto il 50% si può essere eletti premier senza avere il consenso della maggioranza degli elettori. Due cose insostenibili e rischiose sul piano democratico. Io sono contrario all’elezione diretta del premier, perché azzoppa Capo dello Stato e Parlamento, e nessun Paese al mondo la prevede. Ma se la si fa, è da irresponsabili permettere che si insedi un premier dotato di molti poteri, ma poco legittimato. Un premier eletto ma ‘di minoranza’ sarebbe un’anomalia assoluta".
E quindi?
"La maggioranza deve smetterla di calpestare la dignità del Parlamento e scoprire le carte, chiarendo con quali regole vogliono eleggere il premier, con quali regole vogliono attribuire il premio di maggioranza e se intendono superare le liste bloccate. Basta giocare a nascondino".
Nell’opposizione che aria tira?
"Ho denunciato per primo questi rischi, e ministra e presidente mi sono parsi in grande imbarazzo. Devo dire che il mio intervento è stato condiviso da tutti i colleghi dell’opposizione, che hanno mosso rilievi analoghi ai miei, sostenendo che l’elezione diretta, che di per sé è sbagliata e pericolosa, può diventare ultrapericolosa senza far luce sulle norme con cui si elegge il premier e su quelle per eleggere i parlamentari. Faccio un esempio: poiché la maggioranza si rifiuta di darci garanzie sul fatto che si supereranno le liste bloccate, siamo autorizzati a pensare che vogliano mantenerle. Ma questo significa una cosa sola: che lo slogan ‘scegli tu il premier’ è un puro inganno. Lo slogan dovrebbe essere ‘scelgo tutto io’. Questo è quel che ha veramente in testa Giorgia Meloni".