Venerdì 5 Luglio 2024
CRISTINA PRIVITERA
Politica

Dario Nardella (Pd): "Lo Stretto? Il ponte su cui investire è il centro Italia"

L’ex sindaco di Firenze avvia il suo primo mandato da europarlamentare "Dirò cosa fa di buono l’Europa per noi. Nella mia città una scuola di politica" .

Dario Nardella (Pd): "Lo Stretto? Il ponte su cui investire è il centro Italia"

Dario Nardella (Pd): "Lo Stretto? Il ponte su cui investire è il centro Italia"

Strasburgo, Bruxelles... Dario Nardella, europarlamentare Pd neoeletto, le mancherà Firenze, di cui è stato sindaco per dieci anni?

"Mi mancherà il rapporto che avevo come sindaco. Un rapporto totalizzante. Ma la mia base resterà qui. E anzi investirò molte energie sul rapporto tra Firenze e l’Europa".

Quanto le brucia il terzo mandato mancato per i sindaci dei centri più grandi?

"A livello personale non mi brucia. Ho finito un lungo ciclo da amministratore. A livello politico nazionale il tema è aperto ma non dobbiamo dividerci nel Pd perché la priorità ora è sconfiggere le destre su una riforma che è un mostro a due teste: l’autonomia differenziata e il premierato anti- Quirinale".

Uno dei problemi maggiori è la distanza percepita dai cittadini rispetto all’Europa. Come si può risolvere il problema, anche alla luce della sua esperienza alla guida di Eurocities, che riunisce i sindaci europei?

"Con un lavoro serio e costante di rapporto con la società civile, il mondo produttivo e del lavoro, gli amministratori. Poi dobbiamo parlare un linguaggio chiaro e semplice ai cittadini. Quando racconto loro ad esempio che gli asili nido gratis in Toscana sono garantiti con il fondo sociale europeo allora conprendono meglio l’utilità e l’importanza dell’Europa".

E per quale Europa si batterà?

"Per un’Europa più forte e più unita con una vera politica estera e più attenta a cittadini e imprese. Il sogno? Portare avanti le battaglie di David Sassoli".

La circoscrizione Centro Italia che l’ha eletta, rischia di essere schiacciata tra il Nord produttivo e il Sud in affanno...

"In campagna elettorale ho preso l’impegno a promuovere ogni anno un vertice sulla macroregione dell’Italia centrale, di cui si parla poco perché l’attenzione è tutta concentrata, appunto, su Nord e Sud. Il mio obiettivo è unire gli attori economici e sociali e istituzionali delle 4 Regioni per avere una vera agenda delle priorità, dalle infrastrutture alle politiche urbane".

Qual è il principale deficit?

"Le infrastrutture. Il vero ponte che serve all’Italia non è quello sullo Stretto di Salvini, ma è l’Italia centrale senza la quale Nord e Sud non si parlerebbero. Poi ci sono altre priorità come l’economia e la sanità pubblica".

Avanzano le destre, che scenario immagina per l’Europa?

"Sarà importante l’esito del ballottaggio in Francia del 7 luglio. Non do per scontata una vittoria schiacciante delle destre, anche perché un inedito accordo tra il Fronte popolare delle sinistre e il centro di Macron può bloccare questa avanzata. Sarebbe un’interessante prospettiva europea. La vera risposta alle destre è unire in tutta Europa le forze progressiste e democratiche con un nuovo progetto politico e il Pd, che è la prima delegazione, può promuovere e spingere questo processo".

Restando al Pd: da riformista augura lunga vita a Schlein?

"Non ho votato Schlein al congresso, com’è noto, ma da subito ho lavorato per aiutare la segretaria. Non ho mai sopportato il vecchio vizio del nostro partito di indebolire la leadership dal giorno dopo del congresso. Anche per questo i riformisti del Pd possono portare un valore aggiunto al lavoro di Elly Schlein, ampliando di più il consenso del nostro partito rispetto al già positivo voto europeo".

Lei da sempre predilige atteggiamenti non aggressivi in politica: come si argina l’imbarbarimento?

"Costruendo una nuova generazione di dirigenti politici e amministratori. Mi impegnerò da eurodeputato per una scuola politica sui temi europei per i giovani amministratori che avrà la sua sede a Firenze ma opererà anche in altre le regioni. Uno dei motivi dell’aumento dell’astensione è legato a questo imbarbarimento che a sua volta deriva da uno scadimento della qualità del personale politico".