Martedì 5 Novembre 2024
LEO TURRINI
Politica

Draghi, Jacobs e l'Italia di una estate fa. Potrebbe andare peggio (ma non piove)

Nel 2021 la vittoria agli Europei, le medaglie alle Olimpiadi, il Covid in ritirata: ci sentivamo padroni del mondo

Marcell Jacbos, oro nei 100 metri alle Olimpiadi nel 2021. A destra Mario Draghi

Marcell Jacbos, oro nei 100 metri alle Olimpiadi nel 2021. A destra Mario Draghi

Roma, 19 luglio 2022- Ormai a Mario Draghi hanno detto di tutto, nel bene e nel male. Quindi il premier uscente (rientrante? Boh!) non se la prenderà se qui verrà accostato addirittura a Franco Califano. Lui, il cantautore coatto. E non c’entra il brano “Tutto il resto è noia”, comunque perfetto per chi debba immaginarsi di nuovo mischiato a Conte-Salvini-Renzi-Berlusconi-Speranza-Letta, alias il Governo più pazzo del mondo.

No, no. Califano viene buono per un altro gioiello a 45 giri. Titolo: “Una estate fa”. Cronaca di un amore entusiasmante e irripetibile, oggettivamente rimpianto nella consapevolezza che non tornerà. Del resto, è stato proprio Super Mario ad alimentare il parallelo. Davanti alla stampa estera, con un tocco di humour in stile British, l’ex capo della Bce non ha fatto sconti a se stesso. Nell’estate del 2021, ha spiegato, l’Italia del pallone ha vinto l’Europeo, alla Olimpiade di Tokyo non la smettevamo di collezionare medaglie, Jocobs e Tamberi riscrivevano la storia dell’atletica leggera, Berrettini ha disputato la finale sull’erba di Wimbledon e ancora un po’ batteva Djokovic. Adesso invece…

Ecco, adesso invece! I calciatori manco si sono qualificati per il mondiale in Qatar. Marcellino Jacobs si è dissolto nel nulla, non pervenuto come la temperatura di Ulan Bator nel bollettino meteo. Tamberi è stato eroico ma ai mondiali ha preso la medaglia di legno. Le calciatrici dovevano fare sfracelli al loro Europeo ma in realtà si sono sfracellate nel girone. Al Tour de France ci ricordano solo perché sono passati settant’anni dall’ultima vittoria di Fausto Coppi. E in tutto questo Berrettini a Wimbledon manco è sceso sulla magica erba, causa Covid. Qui, come scherzosamente ha detto Draghi stesso, manca solo che i vertici del Nobel revochino il premio al fisico Parisi… A pensarci bene, come sosteneva un brillante catastrofista, potrebbe pure piovere, no? E invece per carità, poiché di temporali avremmo un disperato bisogno, insomma, ecco che qui impazza la siccità.

Tutto il resto è noia. No, non ho detto gioia. Una estate fa, sì. Ci sentivamo padroni del mondo, figuriamoci del Mondiale in arrivo. Tutti in piazza a sventolare il tricolore, tanto con il solleone il virus batte in ritirata. Al diavolo le mascherine, vip in vacanza mezzi nudi e Cristiano Malgioglio, icona nazionale, non a caso ha scritto un pezzo intitolato “Pelame”, sbucciami. Una estate dopo, altro che Pelame. Qui tocca prendere atto che era sbagliata pure quella convinzione. Fa un caldo bestiale, dal cielo non cade una goccia e la pandemia dilaga e allora avevano proprio ragione Califano e Draghi, strana coppia quanto Super Mario e Giuseppi. Una estate fa eravamo innamorati della vita e adesso eccoci qua, a compulsare nervosamente l’orologio: a che ora comincia il dibattito al Senato?