Roma, 1 febbraio 2021 - Alta tensione al tavolo di confronto sul nuovo governo convocato a Montecitorio dal presidente della Camera, Roberto Fico. Renzi spinge per arrivare al nuovo esecutivo entro la settimana e chiede subito un programma e un documento di sintesi. Propone anche la bicamerale per le riforme guidata dall'opposizione e insiste sul Mes, ma i Cinquestelle dicono no e rilanciano su reddito di cittadinanza, salario minimo, equo compenso e una riforma elettorale che reintroduca le preferenze. Fico cerca la quadra per poter tornare al Quirinale con un'indicazione chiara, Mattarella chiede continuità d'azione per i ministeri a cui fanno capo crisi sanitaria e Recovery.
Oggi, nella sala della Lupa, si sono riuniti i capigruppo M5S Crippa e Licheri, quelli del Pd Delrio e Marcucci, per Iv i capigruppo Boschi e Faraone, per Liberi e Uguali Fornaro e De Petris, per 'Europeisti-MAIE-Centro Democratico' i senatori Fantetti e Buccarella, per il Gruppo parlamentare 'Per le Autonomie del Senato' Laniece e Bressa, per CD-Maie Tabacci e Tasso. E al tavolo le differenze su programma e ministri non sono mancate. Secondo quanto viene riferito, a infiammare la polemica è stata subito la questione su come terminare il lavoro. Mentre in mattinata sia il centrista Bruno Tabacci che l'esponente del Maie Maurizio Buccarella avevano spiegato che non era stata avanzata nessuna richiesta di terminare i lavori con un testo scritto, Italia Viva l'ha posto come 'condizione': "Questo governo deve nascere con un documento scritto", ha detto il presidente di Iv Ettore Rosato. Altro punto di scontro il Mes, su cui il partito di Renzi ha continuato a spingere: a quanto si apprende, i rappresentanti di Iv avrebbero aperto anche a una richiesta parziale del prestito, previa valutazione delle misure da finanziare. Ma sarebbe stato netto il no del M5s. I rappresentanti Pd avrebbero, invece, ribadito la posizione di non contrarietà di principio dei dem allo strumento, se ci fosse un'intesa in maggioranza, ma avrebbero più in generale posto il tema della necessità di maggiori finanziamenti per la sanità.
I nodi da sciogliere sono ancora tanti e mancano poche ore al nuovo colloquio tra Fico e Sergio Mattarella. Il tavolo di lavoro si riaggiornerà domani mattina, per chiudere i lavori entro le 13. Poi il presidente della Camera è atteso in Quirinale per riferire al presidente della Repubblica gli esiti del suo mandato esplorativo.
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I contenuti affrontati nel tavolo
Oltre a insistere sul Mes, durante la giornata Italia viva ha chiesto al tavolo sul programma l'istituzione di una commissione bicamerale per le riforme, con presidenza all'opposizione. La bicamerale "vale sia per la gestione delle riforme che del Recovery, sono terreni su cui bisogna coinvolgere le opposizioni", ha spiegato Rosato.
Dal lato Pd, sono tre degli obiettivi che i dem hanno chiesto di inserire nel programma del governo durante la riunione a Montecitorio con il presidente Fico: ammortizzatore unico, parità salariale e piena occupazione femminile. Proposte, secondo fonti dem, avanzate dai capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci.
La posizione portata al tavolo sul programma dalla delegazione M5s, invece, è quella di completare "il reddito di cittadinanza con il rafforzamento delle politiche attive e dei controlli, così come era stato previsto fin dall'inizio", spiegano fonti. Oltre a questo, "approviamo presto una riforma elettorale che consenta ai cittadini di indicare il proprio candidato, reintroducendo le preferenze - ha aggiunto la delegazione del MoVimento 5 Stelle -. Consentiamo ai diciottenni di votare anche per il Senato e introduciamo la tutela dell'ambiente in Costituzione''. Sono queste, secondo quanto si apprende, alcune delle proposte portate al tavolo per il programma dalla delegazione del MoVimento 5 Stelle in tema di riforme costituzionali.
Renzi: "Senza veti e pregiudizi"
"Non abbiamo parlato di nomi e nemmeno di numeri: i nostri colleghi della vecchia maggioranza dicono informalmente che non intendono portare elementi di discontinuità: pura tattica in attesa di domani. L'unica cosa che vorremmo evitare è che si arrivasse allo spacchettamento dei ministeri solo per accontentare più persone: sarebbe un errore triste", ha scritto Matteo Renzi, nella chat dei parlamentari di Italia viva, a proposito del tavolo sul programma. "Vediamo domani - aggiunge - come il presidente Fico immaginerà di muoversi. Noi ci manteniamo disponibili e collaborativi, senza veti e senza pregiudizi. Speriamo che nelle prossime ore si faccia un passo in avanti", conclude Renzi.
Zingaretti: "Conte e Gualtieri punti fermi"
Nicola Zingaretti è ottimista sulla crisi di governo. "Sono sicuro si arriverà a una soluzione, ora è il momento del confronto", ha detto il segretario del Pd che non teme trappole e veti di Renzi sul nome di Giuseppe Conte alla guida del suo terzo esecutivo in tre anni. "Sono fiducioso che la disponibilità data da tutti coloro che stanno concorrendo a questo tentativo sia una volontà sincera e che in queste ore è messa alla prova da un approfondimento, a partire dai contenuti e dall'idea di Paese che abbiamo. La sostanza di quanto sta avvenendo è positiva e va incoraggiata come hanno chiesto il presidente Mattarella e il presidente Fico". Infine, a chi gli ha chiesto se Conte e Roberto Gualtieri siano dei punti fermi, il leader dem ha risposto: "Sono cose che non vanno nemmeno ripetute perché poi diventano una notizia".
Il piano B
Il rischio di rottura è forte. Un governo con una maggioranza più ampia e un premier tecnico è il pano B, dunque. Due sono ovviamente le variabili: l'ampiezza della maggioranza (si va da quella Ursula, che spazia dal M5s a Fi, a quella di larghe intese che si avventura fino a un sostegno diretto o indiretto della Lega) e il nome di chi potrebbe guidarla. A un allargamento della maggioranza hanno aperto sia lo stesso Renzi che Silvio Berlusconi. I contatti tra i due partiti sono costanti. Giovanni Toti in una intervista sollecita "un premier forte in Europa e non abbiamo cambiato idea", "un premier che sappia unire le forze economiche e sociali e che abbia credibilità con i cittadini ma anche con le istituzioni europee e con i mercati finanziari". Matteo Salvini ribadisce la richiesta di elezioni "ma".
E dal Pd, che ha sempre chiesto il Conte ter, Luigi Zanda spiega: "Oggi sia Pd che 5Stelle puntano tutto su un Conte-ter e non fanno ipotesi di un eventuale fallimento. Mi sembra però certo che, in qualsiasi circostanza, si dovrebbero evitare elezioni politiche anticipate e prevedere che all'Italia servirà una soluzione politica fortemente europeista con un governo formato e presieduto da una personalità di alto profilo e una maggioranza forte". I nomi che si fanno per un'ipotesi di maggioranza allargata sono molti ma il più evocato è quello di Mario Draghi, una personalità che, se mostrasse la sua disponibilità, potrebbe coagulare i consensi di molti partiti. Ma ora le lancette dell'orologio sono ferme al tavolo del programma.
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