Roma, 12 agosto 2019 - La situazione politica è molto in movimento, più di quanto appaia. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha provato ad andare in vacanza con la figlia, ma è pronta a rientrare e ovviamente sta tutto il giorno con il telefonino in mano. "Situazione surreale".
È la politica. "C’è una maggioranza naturale già formata, quella tra noi e Lega, potenzialmente coesa, potenzialmente vincente e invece sento tanti rumors, tanta voglia di fare giochi di palazzo".
Chi è che si sta organizzando? "Vedo questi abboccamenti tra Pd e Cinquestelle. Sento che c’è un’ipotesi di maggioranza. Il Pd chiede di far votare prima la sfiducia a Salvini e poi quella a Conte. Altra cosa surreale. Come l’idea che circola di un governo Conte con ministri non politici".
La stupisce? "Spero che sia fantapolitica, ma in passato ne abbiamo viste di tutte. Sarebbe una sorta di patto del Nazareno allargato al Movimento 5 Stelle. D’altra parte quando hanno eletto la von der Leyen un accenno c’era già stato".
Salvini non ha ancora sciolto la riserva se andare da solo o meno. "Noi e la Lega siamo la base di una coalizione che è già nei fatti, perché siamo gli unici due partiti che sono usciti sempre vincenti dalle ultime elezioni. Sono stati gli elettori a dircelo".
I grillini sostengono che chi vuole andare a votare lo fa per non tagliare il numero dei parlamentari. "Siamo stati gli unici che, dall’opposizione, hanno votato quella riforma. Ricordo che i Cinquestelle mi telefonarono per ringraziarmi. Una coalizione Lega-Fd’I è in grado di ripresentarla subito a inizio della prossima legislatura, magari allargata ad altre riforme come l’abolizione dei senatori a vita, il presidenzialismo e, se serve, il monocameralismo. I grillini la sbandierano adesso per stare lì altri quattro anni e basta".
Il governo gialloverde non fu un governo eletto, come non lo sarebbe un ipotetico governo M5S-Pd. Perché in questo caso lei parla di manovra di palazzo? "Fratelli d’Italia non ha condiviso neanche l’esperienza grillo-leghista, infatti non ne abbiamo fatto parte. Ma non può sfuggire una differenza fondamentale con lo scenario di oggi: Lega e Cinquestelle erano comunque due partiti che uscivano vittoriosi dalle elezioni politiche. Cinquestelle e Pd, invece, sono quelli che adesso le elezioni le hanno perse tutte. Una differenza fondamentale".
Lei parla di una ipotetica maggioranza Lega-Fd’I. E Berlusconi? "Lega e Fd’I sono autosufficienti ma non abbiamo deciso, ne parleremo anche con Matteo (Salvini, ndr). Indubbio che qualche problema di carattere politico ci sia".
Solo politico o anche legato alla persona di Berlusconi? Con una Forza Italia rinnovata, magari con qualche volto più giovane sarebbe meglio? "No, guardi. Il problema è di posizionamento politico, con o senza Berlusconi. Poi, se devo dire, l’unico a funzionare sicuramente in termini di consenso in FI è Berlusconi".
E il problema di posizionamento sarebbe? "Berlusconi ha più volte preso le distanze da noi e non dalla sinistra, e anche in occasioni delle ultime votazioni al Parlamento europeo ha scelto una collocazione non chiara".
Politiche o no, a seguire ci sono le regionali. E si vota in tutte le Regioni ‘rosse’. Come potrete dire a Berlusconi: al governo no e sui territori sì? "Vedremo. Niente è stato ancora deciso. In molti casi siamo comunque autosufficienti per vincere. A Forza Italia chiediamo elementi di chiarezza, poi valuteremo".
Ma un’ipotetica alleanza con Forza Italia vi copre un fronte moderato che innegabilmente nel Paese esiste. "Non confondo il tema del moderatismo con l’inciucismo. Essere moderato non significa che un giorno parli con Salvini e un altro con Renzi. Significa avere posizioni concrete, austere, di stabilità e chiarezza. Fratelli d’Italia è perfettamente in grado di intercettare tanta parte di elettorato di centrodestra con le sue posizioni concrete ma chiare".