"No. La gente non ha capito e non capisce". Scuote la testa Pier Ferdinando Casini dal suo studio nella casa di Bologna. Il suo tavolo è ingombro di carte e di penne. Il senatore scarabocchia un foglio.
Presidente Casini, che fa, conta i favorevoli e contrari all’esecutivo Conte? ( sorride appena ). "C’è poco da scherzare. Ma come si fa a pensare che i cittadini siano sereni con una crisi di governo quando i problemi sono ben altri? La pandemia, il lavoro... e l’elenco potrebbe essere ancor più lungo".
Ma se dovesse incontrare un amico e dovesse spiegargli... "La fermo subito. Non gli racconterei che cosa è successo ora, ma del futuro del nostro Paese".
Mica facile. "Le idee di Alcide De Gasperi sono una buona base di partenza. Cito le prime tre: sovranismo europeo; multilateralismo; scelta atlantica. E ora che alla Casa Bianca c’è Joe Biden possiamo sperare nel meglio. Certo, sono idee da aggiornare. Ma restano i fondamenti del nostro sviluppo democratico".
Però questo teatrino lascia l’amaro in bocca. "Peggio. Non è comprensibile. Mi chiede se è un problema di classe dirigente o di ceto politico. Beh, non spetta a me rispondere. Io sono entrato in politica quando c’erano giganti come Saragat, Berlinguer, Andreotti, Fanfani. Posso solo constatare che la politica non va peggio di altre cose. La politica è come sono questi tempi".
Tempi che porterebbero a un voto anticipato? "Ma figuriamoci. Nessuno vuole davvero andare alle urne prima della fine della legislatura. Di più: l’Italia non lo vuole e chi le auspica nel mondo politico in realtà non ha nemmeno lontanamente voglia di farle. È un teatro che serve solo tatticamente per creare paura e accelerare la soluzione".
Verso Renzi e Italia Viva c’è molto malumore, per usare un’espressione gentile. .. "Italia Viva ha premuto troppo sull’acceleratore, non vi è dubbio alcuno. E sono finiti fuoristrada. Ma oggi non deve prevalere un infantilismo nel segno opposto: basta con tutte queste ordalie anti-renziane. Bisogna rimboccarsi le maniche e rifare i conti con Matteo e i suoi. So già l’obiezione: Conte e Renzi si detestano. Sapete che cosa vi dico? Pazienza. la storia, non solo italiana, è piena di politici che si detestavano ma governavano, e bene, insieme".
E lei, senatore, che idee ha? "Io sostengo il governo. Non faccio giochetti. Quando ho lasciato Berlusconi ho affrontato le mie responsabilità da solo, senza sotterfugi. E così farò adesso. Del resto, mi hanno eletto i bolognesi. E i miei concittadini non vogliono crisi".
Parlerà Bonafede sulla giustizia... "Lo ascolterò con attenzione, ma escludo di poter votare a favore. Sulla giustizia l’esecutivo non si è mosso. Aspettiamo ancora la Commissione tecnica sulla prescrizione che aveva promesso il presidente Conte, per non parlare delle intercettazioni i cui abusi continuano a piene mani e della vicenda non chiarita della rivolta nelle carceri. No, per quanto mi sforzi di essere generoso non potrò certo votare a favore".