Mercoledì 17 Luglio 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Politica

Corruzione a Venezia: "Tangenti e gare truccate". Arrestato un assessore e indagato il sindaco

Nel mirino della procura la vendita di un’area per 150 milioni di euro. Coinvolti anche funzionari e imprenditori, misure cautelari per 15 persone. .

Corruzione a Venezia: "Tangenti e gare truccate". Arrestato un assessore e indagato il sindaco

Corruzione a Venezia: "Tangenti e gare truccate". Arrestato un assessore e indagato il sindaco

Venezia, 17 luglio 2024 – L’assessore alla Mobilità, Renato Boraso, in carcere per i reati di corruzione, riciclaggio e falsa fatturazione. E il sindaco Luigi Brugnaro indagato per le trattative di vendita dell’area dei Pili all’imprenditore di Singapore Chiat Kwong Ching. L’indagine che terremota il comune di Venezia è nata nel 2021 dopo un esposto su alcuni terreni della periferia e "l’attività delittuosa", fa sapere la procura, è proseguita fino a ieri: Boraso ha saputo dell’inchiesta che lo riguardava e stava cercando di eliminare documenti importanti.

Il palazzo svenduto

Secondo l’accusa, Brugnaro aveva concordato con Ching il prezzo di 150 milioni di euro per la vendita dell’area in cambio della promessa di far approvare il raddoppio dell’indice di edificabilità sui terreni in questione e l’adozione di tutte le varianti urbanistiche. Il primo cittadino si dice "esterrefatto! In cuor mio ed in coscienza, so di aver sempre svolto l’incarico come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo gli interessi pubblici. L’ipotesi che io abbia potuto agire sui Pili per portare vantaggi in termini di edificabilità e o varianti urbanistiche è totalmente infondata".

Anche se in una telefonata intercettata tra Brugnaro e Boraso si capisce come i due temessero di finire nel mirino dei pm. "Tu non mi ascolti, tu non capisci un c… mi stanno domandando che tu domandi soldi, tu non ti rendi conto, rischi troppo… Se io ti dico di stare attento – spiega il sindaco all’assessore – ti devi controllare". Sotto inchiesta anche il capo di Gabinetto del sindaco e direttore generale del Comune, Morris Ceron, insieme al suo vice Derek Donadini. I tre avrebbero anche concordato con Ching e Luis Lotti (rappresentante in Italia dell’imprenditore di Singapore) la cessione dell’immobile comunale Palazzo Poerio Papadopoli al prezzo di oltre 10 milioni di euro, inferiore al valore reale di 14 milioni, attraverso una riduzione del valore dell’immobile effettuata con atti contrari ai doveri d’ufficio.

L’inchiesta

Il procuratore capo Bruno Cherchi ha spiegato che Boraso "si era messo a disposizione, da assessore, ma con le sue svariate società, per attività che nulla avevano a che fare con la pubblica amministrazione, facendosi pagare con fatture per prestazioni inesistenti in modo ripetuto. Interveniva su appalti e servizi e modificando piani comunali a favore di diversi imprenditori, che poi lo pagavano".

Almeno 15 le misure cautelari a carico di poltici e imprenditori. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati oltre 2 milioni di euro alle società di Boraso e alle imprese coinvolte. L’area dei Pili, che si trova all’imbocco del ponte translagunare Mestre-Venezia, è una zona fortemente inquinata da Marghera. Fu acquistata nel 2006 per 5 milioni di euro dal sindaco, all’epoca non ancora in politica e unico partecipante all’asta del Demanio.

Il blind del trust

Quando Brugnaro è diventato sindaco l’area è stata individuata nel nuovo piano comunale di mobilità come potenziale insediamento di un terminal intermodale e del nuovo palazzetto dello sport, facendone aumentare il valore. La società che la controlla è amministrata da Porta di Venezia, che fa capo al primo cittadino e che insieme a tutte le altre sue aziende e partecipazioni (dalla Umana alla Reyer) è in mano dal 2017 a un blind trust a cui l’imprenditore ha trasferito il patrimonio una volta eletto a Ca’ Farsetti.

E proprio sui meccanismi del blind trust sta indagando la Guardia di Finanza. "Stiamo valutando la correttezza della gestione, quindi l’avviso di garanzia è stato emesso a suo favore, per tutelarlo", ha spiegato Cherchi. "Quella è un’area edificabile da prima della mia amministrazione. Mai ho provato a cambiare le cubature. La stessa cosa vale per Palazzo Papadopoli, che mi risulta alienato secondo una procedura trasparente dal punto di vista amministrativo", si è difeso Brugnaro.