Bruxelles, 3 settembre 2020 - Nel boom di casi di Coronavirus in Italia e nel mondo, dall'Europa arriva una buona notizia: il vaccino contro la Covid-19 sviluppato da AstraZeneca dovrebbe arrivare "sul mercato" nel prossimo "novembre". A indicarlo è un alto funzionario della Commissione Europea, che ha siglato di recente un contratto con la casa farmaceutica.
Ieri anche il ministro della Salute italiano Roberto Speranza aveva dichiarato che le prime dosi del 'vaccino europeo' sarebbero state presto disponibili, ma per prudenza aveva detto "entro la fine dell'anno". Oggi Speranza ha dichiarato: "Stiamo investendo molto sul vaccino perché lo riteniamo la soluzione vera a cui l'Italia, l'Europa e tutti i Paesi del mondo stanno lavorando. Abbiamo costruito un'alleanza, in modo particolare con Germania, Francia e Olanda, per rafforzare la proposta europea in campo di vaccini e siamo convinti che tutti i tentativi che sta facendo il mondo scientifico possano, in un tempo che ci auguriamo sia il più breve possibile, portare dei risultati".
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Il contratto per il vaccino
La Commissione europea dunque accelera sul vaccino anti-Covid, con le prime disponibilità per i Paesi membri attese per novembre, e sull'accesso universale al farmaco. Per il vaccino, noto come Oxford, la Commissione ha firmato un contratto che consente ai Paesi membri di comprare 300 milioni di dosi con l'opzione di altre 100.
La Commissione e i 'candidati vaccini'
La Commissione, spiega l'alto funzionario Ue, sta tentando di "minimizzare il rischio di non comprare un vaccino efficace" lavorando su un "portafoglio" di candidati, anche se si negoziano contratti "solo con compagnie che sono in uno stadio avanzato", perché anche il tempo ha un valore nella corsa al vaccino, visti i "costi" enormi che comportano i lockdown, misura cui i governi ricorrono quando la pandemia scappa loro di mano. Oltre al tempo, conta anche il prezzo, perché, spiega ancora, "non possiamo avere prezzi che privino gli Stati membri del vaccino".
AstraZeneca e gli altri
La Commissione "ha firmato un contratto con AstraZeneca, il primo". Qui "abbiamo un vaccino che arriverà sul mercato direi a novembre, cosa che è molto buona. E' molto buono, è uno dei primi", continua l'alto funzionario Ue. La Commissione è in uno "stadio avanzato" nei negoziati con Sanofi, Johnson & Johnson, CureVac e Moderna. "Abbiamo la speranza di iniziare lo stadio di procurement con Biontech, siamo quasi alla fine". L'esecutivo guidato da Ursula von der Leyen, si ragiona anche in una logica di "piattaforma", perché "abbiamo diversi tipi di vaccini: abbiamo tentato di diversificare le diverse tecnologie. Quello di Astrazeneca è quello che è chiamato un adenovaccino. Se ricordate il virus Ebola, avrete più o meno un'idea di che tipo di vaccino sia". In pratica, come spiega la Fondazione Veronesi, si utilizzano adenovirus capaci di mimare la proteina 'spike' del coronavirus Sars-CoV-2, che questi utilizza per penetrare nelle cellule.
In portafoglio "abbiamo un altro vaccino di questo tipo, con Johnson & Johnson, con cui firmeremo un contratto presto. Poi abbiamo Sanofi, che usa una tecnologia più tradizionale", ha aggiunto. Ci sono poi in portafoglio anche "tre vaccini molto moderni, basati sull'mRna (messenger Rna, Rna, o acido ribonucleico, messaggero): purtroppo oggi non abbiamo alcun vaccino con quella tecnologia, ma è il futuro e vale la pena investirci". I nomi qui sono CureVac, Moderna e Biontech. In questo caso, si iniettano porzioni dell'mRna necessario a fabbricare la proteina 'spike' contro la quale si vuole far montare la risposta immunitaria.
Le dosi e gli Stati membri
La proprietà delle dosi "sarà degli Stati membri: noi paghiamo l'anticipo", che è necessario "perché le compagnie si assumano il rischio". I contratti di acquisto anticipato (Advanced Purchase Agreement) che la Commissione sigla con le case farmaceutiche impegnate nello sviluppo del vaccino prevedono, tra l'altro, una manleva per la copertura delle possibili responsabilità civili connesse all'uso del vaccino.