Venerdì 22 Novembre 2024
NINO FEMIANI
Politica

Università, il ministro Manfredi: "Da settembre lezioni in aula, ma coi turni"

"Pronti a investire 300 milioni". "Didattica in presenza con un’occupazione degli spazi del 50%, corsi anche il sabato, priorità alle matricole"

Il ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi (Ansa)

Il ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi (Ansa)

Roma, 8 agosto 2020 - Ministro dell’Università e della Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi, come immagina la ripartenza autunnale dell’università? "Ci sarà una ripresa della didattica in presenza, con un’occupazione delle aule al 50%. Questo ci obbligherà a creare dei turni, a un allungamento del periodo didattico al sabato. Ho chiesto tuttavia a tutti di privilegiare gli immatricolati che devono imparare a frequentare l’università".

C’è una diffusa preoccupazione sulla riduzione di iscritti. Come pensa di fronteggiarla? "Con un investimento importante, più di 300 milioni, per il diritto allo studio. Quindi una riduzione di tasse, con la conseguenza che la metà degli iscritti non paga o ha avuto forti sconti rispetto all’anno precedente. E poi borse di studio e sostegno per colmare il digital divide (l’accesso alla società digitale e di internet, ndr)".

Questa riduzione a quanto ammonta percentualmente? "Oggi 500 mila studenti non pagano le tasse scolastiche, ma solo quella regionale. Abbiamo alzato di molto la soglia della ‘no tax area’. Un’altra parte di studenti ha avuto una riduzione della tassazione dal 30 all’80%".

Imbuto formativo. L’aumento delle borse di specializzazione contenuto nel Dl Rilancio sembra essere inferiore alle aspettative. Che sta facendo su questo fronte? "Lo scorso anno le borse erano 8 mila, quest’anno saranno 13400, 5400 in più. Non mi sembra poco. Domani (oggi, ndr) si chiuderanno le iscrizioni e avremo un quadro dei candidati e del fabbisogno, ma sicuramente quest’anno è stato fatto uno sforzo che mai nella storia dell’università è stato fatto".

Secondo l’indagine Eurostudent sulle lezioni a distanza, il 94,7% degli studenti sapeva dell’attivazione di un sistema LaD da parte dell’università, ma solo il 58% si è dichiarato totalmente soddisfatto. "L’esperienza, considerata l’emergenza, va giudicata positiva, ma certo stare in aula e interagire è cosa molto diversa. Questo è il motivo per cui ho sollecitato gli atenei a tornare alle lezioni in presenza".

Il gender gap, poche donne iscritte ai corsi di laurea scientifici, è già una realtà, e c’è il rischio che si amplifichi. Quale strategia adotterà? "Da un lato facendo programmi specifici, dall’altro lavorando nei licei per avvicinare le ragazze al coding (la programmazione informatica, ndr) e alle attività scientifiche".

Dottorati, dal 2007 i posti banditi sono diminuiti del 43,4% (al Sud meno 55%). Cosa pensa di fare? "Pensiamo a un investimento importante, utilizzando anche le risorse del recovery fund. Dobbiamo portare il numero dei dottorandi alla media europea, l’Italia spende meno rispetto ai Paesi Ocse".

Resta il nodo della condizione di tanti ricercatori e precari. "Occorre fare dei concorsi in maniera regolare. Abbiamo cominciato, tra quest’anno e il prossimo anno abbiamo 6mila posti di ricercatore, un primo segnale per i giovani".