Domenica 24 Novembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Coronavirus, Speranza: "L'Italia è forte. Serve unità, no localismi ed egoismi"

Il ministro della Salute interviene alla Camera, che poco prima aveva votato sì al decreto del governo

Il ministro Speranza durante la sua informativa alla Camera (Ansa)

Il ministro Speranza durante la sua informativa alla Camera (Ansa)

Roma, 26 febbraio 2020 - "Non dobbiamo avere paura. Ripeto, nessuna sottovalutazione o facile ottimismo", ma l'Italia "è più forte del nuovo coronavirus". A dirlo è il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo nell'aula alla Camera, che poco prima aveva votato a stragrande maggioranza il decreto presentato dal governo (462 sì e 2 contrari). "Con la piena fiducia nella nostra comunità scientifica, con una solida collaborazione istituzionale, con determinazione e tempestività nella realizzazione dei provvedimenti necessari, supereremo, tutti insieme, questa emergenza", ha proseguito riferendo sulla situazione contagio.

Speranza ha voluto rimarcare che il premier Conte e il ministro dell'economia Gualtieri "stanno lavorando ad un piano straordinario di rilancio per affrontare le ricadute economiche di questa emergenza. L'Italia è forte, siamo una potenza del G7 ascoltata e rispettata nel campo della tutela della salute pubblica".

"Siamo tra i primi al mondo come servizio sanitario nazionale, abbiamo una delle aspettative di vita più alte del pianeta, siamo all'avanguardia nella cura di tantissime malattie", ha continuato Speranza. Nelle prossime settimane, ha aggiunto, "sarà decisivo il comportamento individuale di ognuno di noi: seguire le regole di igiene e dell'Iss è fondamentale per vincere questa sfida". Speranza ha anche riferito che oOgni giorno vengono ancora controllati con termo scanner 1400 voli e 150.000 passeggeri provenienti da rotte internazionali anche per intercettare i voli indiretti dalla Cina".

Il nuovo coronavirus - ha proseguito nella sua informativa urgente - "ci preoccupa perché a un tasso basso di letalità corrisponde un tasso alto di contagio che potrebbe colpire la popolazione più debole e anziani e sovraccaricare i presidi sanitari, quindi bisogna limitare la diffusione del contagi e l'isolamento dei contagiati è l'unica strada che garantisce la riduzione della diffusione virus". Nella "stragrande maggioranza dei casi il coronavirus comporta sintomi molto lievi", ha puntualizzato il ministro ricordando che i focolai sono due ma non c'è nessuna prova del paziente zero. "I primi riscontri evidenziano che in Italia si sono sviluppati due focolai, che inizialmente sembravano distinti, ma che poi si sono dimostrati connessi, uno in Lombardia, più vasto, e un altro puntiforme in un piccolo comune del Veneto".

Spearanza ha quindi ringraziato "medici, infermieri e tutti quelli che stanno lavorando" nell'emergenza", scatanando un lungo applauso. L'Aula ha anche battuto le mani quando il ministro ha ricordato la nomina di Angelo Borrelli a commissario per l'emergenza.

Ricordando quindi l'articolo 117 della Costituzione che definisce competenze concorrenti tra stato e regioni nel governo del servizio sanitario, Speranza ha quindi lanciato un appello a evitare "localismi, inutili egoismi o protagonismi particolari",sottolinenando che "una leale e proficua collaborazione istituzionale è indispensabile per battere il coronavirus nei prossimi mesi. Per me unità significa abbassare le bandierine di parte e privilegiare sempre ed innanzitutto gli interessi generali. Serve unità e responsabilità. Questo è il mio appello a tutti".

"I provvedimenti, che abbiamo prontamente assunto d'intesa con le regioni perseguono un obiettivo prioritario: adottare tempestivamente tutte le misure necessarie volte ad arginare la diffusione del contagio e ridurre il numero di nuovi focolai - ha detto ancora Speranza -. È con questo spirito che in questi giorni abbiamo lavorato gomito a gomito con i presidenti e gli assessori alla sanità delle nostre regioni che voglio, ancora una volta, ringraziare pubblicamente". "Lo stesso possiamo e dobbiamo fare anche in Parlamento, in un rapporto di chiara e limpida sinergia istituzionale tra chi ha la responsabilità del governo nazionale e chi, opposizione in Parlamento, guida una parte significativa delle regioni italiane".