Roma, 19 aprile 2020 - La riapertura del Paese? "Non può diventare una scommessa sulla data. Prepariamoci tutti a riaprire in sicurezza, la data seguirà secondo le indicazioni degli addetti ai lavori". Il caos Lombardia? "Un disastro la gestione Fontana-Gallera: è vergognoso che scarichino la responsabilità su governo e tecnici". Il Mes? "È inadeguato e non esiste senza condizionalità. Ma il governo non rischia". L’unità nazionale e il premier Conte? "È questo in carica l’esecutivo di vera unità e responsabilità nazionale. E il presidente Conte è insostituibile". Gli aiuti alle imprese? "Non bastano sospensioni di pagamenti e garanzie sulla liquidità, ci vogliono ristori a fondo perduto per quelle colpite". Dunque, è un Vito Crimi a tutto campo quello che mette in fila i nodi di questa terribile stagione e detta l’agenda del Movimento come capo politico reggente dei 5 Stelle al tempo dell’emergenza Coronavirus.
Partiamo dal nodo dei nodi: quando e come ripartire? "Non penso che possiamo seriamente indicare una data come se fosse una scommessa su un giorno o su un altro. Dobbiamo, invece, prepararci tutti a quella scadenza e farci trovare pronti. Di sicuro possiamo immaginare che si tratterà di un’apertura progressiva delle attività in relazione al rischio di ciascuna e, ritengo, anche in rapporto all’età e allo stato di salute".
Come prepararsi, allora? "Per esempio, per quello che riguarda le attività economiche è fondamentale che parti sociali e associazioni imprenditoriali con la comunità scientifica predispongano protocolli per il lavoro in sicurezza. Lo stesso vale nel pubblico impiego".
Lei risiede a Brescia che, con Bergamo, rappresenta l’epicentro dell’epidemia. Che giudizio dà della gestione lombarda dell’emergenza sanitaria? "Se ci riferiamo alla politica, alla Regione, il mio giudizio è estremamente negativo. Se parliamo dei medici e degli operatori sanitari in prima linea, non potevano fare meglio, anche per sopperire alle mancanze di altri. Da parte di Fontana e Gallera, nello specifico, è emersa prima una sottovalutazione del problema e, successivamente, un tentativo di scaricabarile sul governo e sui loro stessi tecnici, come è avvenuto nei giorni scorsi in maniera vergognosa nello scandalo delle Rsa. Questo modo di agire non corrisponde alla mia idea di leale collaborazione".
Lei chiederebbe il commissariamento della Regione Lombardia per la sanità? "In questa fase così delicata preferisco attendere, c’è prima da superare l’emergenza gravissima che sta vivendo la Lombardia. È evidente, però che molte, troppe cose non hanno funzionato. Se oggi è ancora prematuro chiedere il commissariamento, più avanti non lo sarà. Non lasceremo cadere quanto accaduto nel dimenticatoio".
Passiamo a un altro dossier caldo: perché non va bene almeno il Mes senza condizionalità per la parte sanitaria? "Il Mes è uno strumento che non vogliamo e non condividiamo. È chiaramente inadeguato per rispondere a questa emergenza. E non è possibile rimuovere le condizionalità, se non modificando il Trattato istitutivo: e questo non lo possono fare né l’Eurogruppo né il Consiglio europeo. Dunque, chi oggi parla di un Mes senza condizionalità, parla di qualcosa che non esiste".
Come se ne esce per trovare una forma di aiuto dall’Europa? "Il nostro obiettivo è quello di ottenere un vero strumento di condivisione del debito: il nostro mandato al Presidente Conte è quello di ottenere una soluzione che, al di là del nome, serva a questo scopo".
La contrapposizione con il Pd sull’utilizzo del Mes può condurre a una crisi di governo? "No. Non vedo crisi di governo legate al Mes".
È in arrivo un nuovo decreto economico: è possibile la via dell’aiuto a fondo perduto? "Sicuramente servono indennizzi, contributi e ristori a fondo perduto. Criteri e modalità sono da definire, ma certamente questa direzione va perseguita nei confronti delle imprese e dei settori più colpiti".
È immaginabile un governo di unità nazionale per la ricostruzione, magari guidato da Mario Draghi? "È questo attuale il vero governo di responsabilità nazionale. Composto da forze politiche che si sono a lungo contrapposte e che oggi governano insieme nell’interesse del Paese. Non c’è spazio per altro".
Insomma, il premier Conte è saldo? "Giuseppe Conte è un presidente molto amato dagli italiani per la sua capacità di tenere unito il Paese anche in questo drammatico frangente. È saldo e deve continuare nel suo lavoro".