Grillo minaccia, ma Giuseppe Conte non arretra di un millimentro, neppure replica a Davide Casaleggio ("è un privato cittadino") e liquida definitivamente l’Elevato, il fondatore con un secco "non gli rispondo niente, abbiamo detto che stiamo facendo un processo costituente – dice il presidente M5s in un punto stampa a La Spezia – e quando parliamo di Movimento 5 Stelle parliamo di quello, di tutte le tantissime proposte, ce ne sono molto importanti anche in materia di sanità". Ribadendo, per altro, che il famoso contratto da 300mila euro in favore di Grillo non sarà rinnovato, come annunciato nel libro di Bruno Vespa in uscita. "Il contratto è in essere sta venendo a scadenza. Però ho chiarito che è un contratto che prevede una prestazione, una remunerazione – sono ancora parole di Conte – non per la sua funzione di garante, ma per la funzione comunicativa che a questo momento non c’è. E quindi fa venire meno le ragioni di questi esborsi monetari. Sono soldi degli iscritti che ovviamente io stesso avverto la necessità di amministrare con la massima cura". Insomma, l’ex Avvocato del popolo taglia i fondi al garante con la motivazione che l’attività di comunicazione è cessata: "In questo momento il Movimento è assorbito da questa vicenda, ma è una vicenda assolutamente marginale rispetto al processo costituente". Già, ma perché l’accelerazione di queste ultime ore? Risponde Conte: "È la logica di un contratto e gli esborsi monetari possono essere soltanto collegati a una prestazione".
Tutto qui? Per niente. Il Movimento, in queste ore, è spaccato tra grillini e contiani. Ma l’ex premier respinge il termine "parricidio" usato da media per descrive lo strappo: "È un termine giornalistico, che non ha molto senso", fa spallucce Conte. Parole clamorose che si uniscono a quelle di Davide Casaleggio, che nel M5s di oggi non riconosce il Movimento fondato da suo padre Gianroberto. "Assolutamente no – ha spiegato ieri – è rimasto giusto il nome. Secondo me dovrebbe essere cambiato anche quello e anche il simbolo e tutto il resto. Dovrebbe essere una nuova esperienza, con gli ideali che giustamente avranno e vorranno comunicare alle persone, e con una nuova storia. Sicuramente non ci si può ispirare in modo quasi finto alla partecipazione della base". Il Movimento di suo padre è stato tradito da Giuseppe Conte? "Sicuramente non è stato capito", è stata la risposta di Davide Casaleggio.
In questo clima rovente ora il partito guarda all’Assemblea costituente che si svolgerà il 23 e 24 novembre. Qui andranno al voto dei quesiti che potrebbero cancellare il ruolo del comico genovese nel partito, ma anche ridimensionare quello di Conte. E si potrebbe aprire una nuova pagina per il Movimento. Diversi retroscena hanno documentato la presunta reazione di Grillo, che si sarebbe rivolto ad avvocati per capire che margine di manovra avesse per contrastare la rottura di Conte. Senza successo. Grillo avrebbe rivendicato che è stato lui a dare una ‘casa’ politica a Conte, dopo la caduta del suo secondo governo. Quando l’avvocato avrebbe potuto tornare alla sua vita precedente, e invece è diventato la figura di riferimento del nuovo Movimento. Ovvero che l’ormai ex Avvocato del popolo "ha stravolto il progetto suo e di Casaleggio".
E il tempo torna indietro a sei anni fa, quando Grillo disse: "Ma chi cazzo è questo?", mentre Luigi Di Maio e Davide Casaleggio gli spiegavano che sarebbe diventato presidente del Consiglio. E sembra abbia ricordato anche un’altra frase, dolorosa per l’ex premier: "Dovevo lasciarlo al banchetto". Il riferimento è alla conferenza stampa tenuta su un tavolino trasportato a piazza Colonna da Rocco Casalino. Era il 2 febbraio 2021, il giorno dopo la caduta del secondo governo Conte. E simboleggiava la sua solitudine all’epoca in cui si ritrovò d’un colpo senza governo e senza casa politica. All’epoca, è il ragionamento di Grillo, il M5s gli offrì un partito chiavi in mano. E adesso lui vuole buttare fuori il suo fondatore. Maledetta ingratitudine. "Gliela farò pagare", sussurra Grillo bellicoso. Ma il problema è il come. Perché Conte gli ha svuotato il partito dai fedelissimi. Privandolo così di ogni arma per una battaglia congressuale. Rimangono solo le carte bollate. Ma anche qui non v’è certezza di vittoria.