Bologna, 1 settembre 2024 – Senatrice Raffaella Paita , coordinatrice di Italia viva: in Liguria il campo largo sembrava rinato, poi al vostro arrivo il M5s ha fatto muro. Il dem Orlando ha lanciato un ultimatum che scadrà oggi. Cosa succederà?
"Non sono io a dover rispondere, ma ritengo che Orlando abbia fatto bene: né la destra né la sinistra hanno ancora espresso un candidato e questo fa sì che il dibattito non si concentri sui temi: dalla sanità, alle infrastrutture, al dissesto idrogeologico".
Davvero siete disponibili a lasciare la giunta comunale di Genova, di centrodestra?
"Italia viva non fa tecnicamente parte della maggioranza di Bucci per volontà reciproca. Esponenti di Italia viva si sono candidati nella lista civica senza il simbolo. Però se si chiede a noi coerenza deve valere per tutti...".
A cosa allude?
"Lo sa chi ha nominato Bucci e Toti commissari per la ricostruzione del ponte Morandi? Conte. Quindi guardiamo avanti che a guardare indietro le elezioni non si vincono e la Liguria ha bisogno di una stagione nuova".
Le regioni al voto sono tre. Come vi muoverete?
"Dopo le europee per Iv si è aperta una stagione nuova per costruire una alternativa a Meloni nel centrosinistra. Coerentemente sul piano regionale lavoriamo sullo stesso schema di alleanze. In Umbria e in Emilia Romagna ci siamo già arrivati. In Liguria il percorso è più articolato ma resto fiduciosa".
Facile a dirsi, nel frattempo il dialogo tra Iv e M5s va deteriorandosi ogni giorno. Conte ha appena detto che ‘resuscitare Renzi’ ha conseguenze pesantissime in termini di credibilità’ . Non è mica poco.
"Conte attacca Renzi per la politica estera, ma dovrebbe chiarire lui per primo se sta con i progressisti: se si, dovrebbe dire chiaramente che sta con Kamala, non con Trump. E poi la domanda è questa: vogliamo costruire un’alternativa di governo o regalare ancora una volta l’Italia e anche la Liguria a Giorgia Meloni? Perché con i veti del ’22 è successo proprio questo".
Renzi mattatore alla festa dell’unità di Pesaro secondo alcuni è il prodromo a un vostro ritorno ’a casa’.
"Non torneremo nel Pd ma lavoriamo a rafforzare il centrosinistra, con la nostra identità e le nostre diversità. C’è una bella canzone degli U2 che spiega tutto: ‘noi siamo uno, ma non siamo la stessa cosa ‘"
Non siete ‘la stessa cosa’ neanche al vostro interno, pare. Marattin continua a chiedere una leadership contendibile.
"Il 29 ci sarà l’assemblea nazionale. Le diverse proposte come quella di Marattin saranno messe ai voti e vedremo chi avrà la maggioranza. Sono certa che tutti rispetteranno i risultati del voto: la democrazia interna è una cosa seria".
Guardando altrove: la maggioranza ha ricucito gli strappi agostani? O è solo scena?
"Tra pochi giorni entrerà nel vivo della legge di Bilancio dove i pochi soldi a disposizione saranno oggetto di contesa. E poi c’è il referendum sull’autonomia: il giorno dopo qualunque sarà l’esito Meloni avrà una parte del Paese contro. Per questo è importante farsi trovare pronti e costruire una alternativa".
Restiamo sulla manovra: cosa conterrebbe, foste voi?
"Sanità, ceto medio, infrastrutture. Il governo invece non affronta seriamente questi temi, troppo occupato a difendere tassisti e balneari nel non fare le gare. Presenteremo un emendamento alla legge di bilancio per completare il family act: vedremo se la destra sta con le famiglie solo a chiacchiere".
E di Fitto a Bruxelles cosa dite? "Auguro buon lavoro a Fitto: noi tifiamo Italia, sempre".
Vero è che sarebbe dovuta essere una commissioni paritaria, secondo gli intenti. E invece ci saranno 7 donne su 27.
"Anche questa volta il soffitto di cristallo non si è rotto".