Venerdì 20 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Governo Pd-M5S, la trattativa rischia di saltare. Nuovo scontro su Di Maio vicepremier

Spiragli di apertura tra dem e i Cinque Stelle. "Zingaretti fuori dal governo". Previsto voto su Rosseau entro settimana prossima

Le consultazioni del presidente Mattarella con la presidente del Senato Casellati (Dire)

Roma, 27 agosto 2019 - La sintesi politica di una giornata in cui, da un minuto all'altro, cambiano le carte in tavola pareva virare verso un Conte Bis. No secco, invece, a un ruolo da comprimario per Luigi Di Maio, chiamato a fare un passo indietro dal suo ruolo di vicepremier. Dopo le riunioni e gli incontri di ieri sera fino a notte inoltrata tra Nicola Zingaretti e il leader politico del M5s, terminati con un mancato accordo dal sapore di chiusura definitiva, ecco invece l'apertura in mattinata da parte dei dem nei confronti di Conte nuovamente nei panni di presidente del Consiglio. Di Maio avrebbe insistito sul ministero degli Interni, cosa poi smentita anche da Palazzo Chigi, una posizione che avrebbe fatto saltare i nervi al Nazareno e scatenato i diversi deputati sui social. Quindi nuovo vertice Pd-M5S alle 18 in cui ci si è focalizzati sui programmi, come richiesto dalle due parti. In questa circostanza Marcucci è tornato a ribadire: "Lo schema con Di Maio vicepremier non è possibile". Intanto si è aperto nel pomeriggio il secondo giro di consultazioni di Mattarella.

Alleanza Pd M5s: nodo Di Maio vicepremier 

La nuova richiesta di Luigi Di Maio di tenere per sè la vice presidenza del Consiglio è arrivata come un fulmine a ciel ormai rasserenato - in tarda serata - dopo che la strada verso l'intesa sembrava essere in discesa. Il sospetto dello stato maggiore dem è che Di Maio stia prendendo tempo per tenere ancora aperto il forno con la Lega. Alla luce dell'irrigidimento della trattativa, è probabile che salti il tavolo sul programma che era in programma alle 8.30 tra la delegazione dei capigruppo pentastellati e Dem, hanno affermato fonti del Pd al termine della lunga giornata di tira e molla. 

Proposta di governo votata su Rosseau

A peggiorare la situazione anche l'annuncio dei pentastellati, avvenuto sempre poco prima della mezzanotte. Gli iscritti a Rousseau voteranno sulla "proposta di governo" che l'eventuale premier incaricato avanzerà, "prima che questa sia sottoposta al presidente Mattarella". È quanto si legge in un post sul blog delle Stelle, il sito del M5s, comparso in tarda serata. "Solo se il voto sarà positivo la proposta di governo sarà supportata dal M5s. Il voto dovrebbe avvenire entro la prossima settimana. Gli iscritti al MoVimento Cinque Stelle hanno e avranno sempre l'ultima parola". Uno sgarbo istituzionale senza precedenti per il Pd.

"Per favore Zingaretti e Gentiloni, dopo tutte le umiliazioni che ci siamo fatti infliggere. Dopo Conte, dopo Di Maio, ora anche Rousseau! Basta non potete consentire la distruzione di ogni residua reputazione del Pd", a fronte degli ultimi sviluppi notturni è intervenuto anche l'ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda su Twitter.

Trump tifa per Conte: "Spero resti premier"

Apertura pomeridiana 

Nel tardo pomeriggio c'erano stati segnali incoraggianti da entrambi gli schieramenti. "Ho sempre buone sensazioni". Francesco D'Uva, capogruppo M5S alla Camera, aveva detto al termine della riunione pomeridiana con la delegazione Pd. "Abbiamo fatto un incontro con i capigruppo, abbiamo parlato di temi, queste sono le cose più importanti, perchè credo che agli italiani interessino più delle persone". Alla squadra di governo "ci stiamo lavorando e adesso stiamo andando da Luigi Di Maio, il nostro capo politico".

"Abbiamo approfondito i punti per una base comune programmatica e li approfondiremo ancora nelle prossime ore. Il lavoro continua in maniera profittevole", avevano fatto eco il capogruppo del Pd Andrea Marcucci, la vicepresidente Paola De Micheli e Andrea Martella del Pd al termine dell'incontro con la delegazione M5s.

"Zingaretti fuori da governo"

Nel toto-ministri e poltrone, è ormai ufficiale che Zingaretti resterà fuori dall'esecutivo. "Sì, direi di poterlo confermare", sono sempre le parole di Marcucci. 

Salvini: Mattarella fermi mercimonio

E Salvini, che segue gli ultimi sviluppi della crisi, ha scritto su Facebook: "Abbiamo fiducia che Mattarella non permetterà questo mercimonio ancora a lungo"

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Le consultazioni

Con il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, si è intanto avviato il secondo - e ultimo - giro di consultazioni. Il presidente Mattarella ha confermato il calendario diffuso ieri e non pare per ora molto intenzionato a concedere ulteriore tempo al termine di questo round, se i partiti non trovassero un accordo. La scadenza del varo della manovra si avvicina, infatti, e dilazionare ancora la crisi avrebbe un impatto negativo sull'avvio della sessione di bilancio. Ovviamente se, invece, i partiti raggiungessero un'intesa sul nome di un premier, questi avrebbe alcuni giorni di tempo per individuare la sua squadra e il suo programma prima di tornare al Colle per sciogliere la riserva, giurare e chiedere la fiducia alle Camere. 

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Alla Casellati segue il presidente della Camera Roberto Fico e poi il gruppo misto del Senato. E mentre la presidente De Petris conferma "la disponbiilità a un governo di svolta, senza veti sui nomi", Emma Bonino fa sapere che "non compro a scatola chiusa". Il presidente del gruppo Misto alla Camera, Manfred Schullian ha ribadito: "Le minoranze linguistiche si asterranno sulla fiducia all'eventuale nuovo governo e poi valuteranno caso per caso", parlando al Quirinale dopo le consultazioni con il presidente Mattarella.

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