Martedì 24 Dicembre 2024
ETTORE MARIA COLOMBO
Politica

Conte bis al test fiducia alla Camera, ma i nodi restano

Oggi il voto alla Camera. Pd e Cinque Stelle ancora distanti su concessioni e giustizia

Il premier Giuseppe Conte

Roma, 9 settembre 2019 - Il momento della fiducia, cioè della verità, inizia oggi, alla Camera e prosegue domani al Senato. Giuseppe Conte, con una pila dei dossier fissa sulla sua scrivania di palazzo Chigi, fino a ieri sera ha continuato a lavorare al suo discorso con cura certosina. Fondamentale, per il premier, sono il programma e il clima di collaborazione, "privo di slabbrature", con cui gli alleati devono, a differenza di quelli precedenti, portarlo avanti e, stavolta, si spera, a termine, fino a fine legislatura. Negli ultimi giorni, però, già troppe volte le differenti vedute tra Pd e M5S si sono fatte strada a colpi di post e interviste: Orlando sulla riforma Bonafede della Giustizia, i ministri Boccia sulle Autonomie e Speranza sulla sanità, ma il vero vespaio lo ha sollevato la neoministra De Micheli sulla revoca delle concessioni. Entrambi i partiti vedono in Conte sì il ‘garante’ degli accordi presi, ma anche colui che dovrà chiarire la linea sulle questioni rimaste in sospeso. Il premier non intende tirarsi indietro. Oggi, alla Camera, proverà a fare chiarezza. 

Il discorso di Conte: LA DIRETTA

Si cercherà di trovare la quadratura del cerchio – spiegano da palazzo Chigi – con il gioco di squadra: un "lavoro di coordinamento" che preceda le misure del governo per blindarle e, casomai, su cui litigare ex post. Conte non intende costruire una ‘cabina di regia’ stile Prima Repubblica, nel senso di riunioni con i capi delegazione dei due partiti (Di Maio e Franceschini), ma di valorizzare al massimo il lavoro di coordinamento politico ‘prima’ dei consigli dei ministri, sede per le mediazioni sui contenuti. I toni, sarà il ragionamento di Conte, saranno fondamentali per portare a casa "le riforme che servono al Paese". Ecco perché il premier chiederà alla sua nuova maggioranza di "non venir mai meno al rispetto delle regole" e muoversi sempre nel solco della grammatica istituzionale. La rotta è tracciata nel programma indicato dal Quirinale. Innanzitutto, i conti.

Alle 19:30 il voto alla Camera

Fondamentale sarà "rivedere il patto di stabilità": qui è totale la consonanza con il presidente della Repubblica che questo ha chiesto, espressamente, alla Ue. La carta da giocare con l’Europa sarà quella del dialogo, ma nel quadro di un "europeismo critico" che, attraverso un’interlocuzione costruttiva, possa portare a stabilire vincoli di bilancio meno rigidi. L’auspicio, oltre a bloccare l’aumento dell’Iva, è di procedere a una riforma fiscale: taglio del costo del lavoro con il cuneo fiscale e investimenti per famiglie, imprese e giovani, gli obiettivi principali. Centrale, nel discorso di Conte sarà anche l’ambiente: invocherà un green new deal come motore di sviluppo. Ma la ‘revisione’, come è scritto nel programma M5S-Pd, o la ‘revoca’, come chiedono i 5Stelle, delle concessioni autostradali e l’operazione Alitalia (in entrambi è in gioco il ruolo di Atlantia) sono tra i primi e più spinosi dossier che il governo dovrà affrontare nell’immediato. Subito dopo, il dossier Autonomie, con le regioni del Nord già sul chi va là contro il neo-ministro Boccia, e la riforma della giustizia targata Bonafede che va, per il Pd, "complicata e limata".