Roma, 4 aprile 2018 - Sono iniziate oggi le consultazioni per la formazione del nuovo Governo (leggi il calendario) anche se sarà domani la giornata clou, visto che saliranno al Colle gli esponenti dei principali gruppi politici (Lega, Forza Italia, Pd e Movimento 5 Stelle), per l'incontro con il presidente Sergio Mattarella. Un antipasto di ciò che il Carroccio dirà al Capo di Stato lo serve direttamente Salvini, fermato stasera dai giornalisti a margine di una cena .Si aspetta l'incarico esplorativo? "L'esploratore lo facevo da boy scout a 10 anni, adesso c'è poco da esplorare - risponde il leghista - Oggi è inutile perché non ci sono i numeri". Salvini ha anche ribadito che per arrivare a formare un governo "qualcuno alla fine dovrà cedere, perché se tutti rimangono sulle loro posizioni si va a votare o a giugno o a ottobre, tutti devono cedere, non solo M5s, anche Pd e Forza Italia". Argomentazioni accennate qualche ora prima anche dal vicesegretario del partito Giancarlo Giorgetti: "Se questa politica dei veti di M5s va avanti, l'unica soluzione è tornare al voto".
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LE CONSULTAZIONI - Alle 10,30 ha iniziato i colloqui la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che è rimasta circa quaranta minuti con Mattarella e se ne è andata dal Quirinale senza rilasciare dichiarazioni. Subito dopo è arrivato - a piedi, come nel suo stile - il presidente della Camera Roberto Fico: il suo colloquio è stato molto breve (circa un quarto d'ora) e anche lui non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa, limitandosi a un "Buon giorno e buon lavoro".
Il terzo e ultimo colloquio della mattinata è stato con il presidente emerito Giorgio Napolitano. Dopo una mezz'ora l'ex capo dello Stato è uscito senza fermarsi a parlare. "Non mostrate sorpresa", ha detto ai cronisti spiegando con una battuta che è consuetudine istituzionale non commentare il colloquio appena avuto.
Governo italiano, le consultazioni: calendario e scenari. La guida completa - di E.M.COLOMBO
GLI INCONTRI DEL POMERIGGIO - Alle 16 è salito al Colle il Gruppo 'Per le Autonomie (SVP-PATT, UV)' del Senato della Repubblica. "Siamo in otto. Siamo disponibili a sostenere ogni governo che presenti un programma compatibile con i nostri valori", ha spiegato la presidente Juliane Unterburger al termine del colloquio con il presidente della Repubblica. "Abbiamo fatto presente a Mattarella che per noi sarebbe importante un governo con un approccio europeista, che abbia l'obiettivo di tutelare le minoranze linguistiche e gli statuti speciali", ha aggiunto.
A seguire è arrivato il Gruppo Misto del Senato la cui delegazione era composta da Loredana De Petris (Leu, esponente di Sinistra italiana), presidente del gruppo, Riccardo Nencini, vicepresidente del gruppo e coordinatore della componente Psi-Maie-Usei, Pietro Grasso, leader di Liberi e uguali, ed Emma Bonino, coordinatrice della componente Più Europa. "Se M5s affronta i temi in modo condivisibile avrà il nostro sostegno. In fondo si tratta dei nostri temi, non del M5s", ha detto al termine Pietro Grasso che ha però "escluso il dialogo con il centrodestra". Nessun appoggio invece da +Europa. "Noi abbiamo perso le elezioni, è chiusa la vicenda? - ha risposto la Bonino - Chi ha vinto le elezioni, si assuma l'onere di governare il paese, magari sfumando alcune posizioni assunte in campagna elettorale, francamente non sostenibili".
Più variegate, invece, le posizioni del Gruppo Misto della Camera,c omposta tra gli altri da Federico Fornaro e Guglielmo Epifani di Leu, dal centrista Maurizio Lupi e dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. "Personalmente siamo in una fase di opposizione", ha detto quest'ultima spiegando però di essere qui "con spirito assolutamente costruttivo". "Il centrodestra ha avuto la maggioranza relativa, è la prima coalizione", ha invece sottolineato Lupi spiegando di aver dato al Capo dello Stato la disponibilità a sostenere un governo che abbia il centrodestra come motore, allargando la maggioranza ma senza accettare veti da chi "non è in condizione di porne". Leu, invece, si è detto "disponibile" a sostenere un governo con M5s se la coalizione che verrà costruita partirà dai temi cari a Liberi e Uguali.
FRATELLI D'ITALIA - A chiudere il giro delle consultazioni è stata la delegazione di Fratelli d'Italia, priva del malato Guido Crosetto. "Abbiamo chiesto l'incarico per Matteo Salvini, crediamo che sia giusto che sia lui a tentare di trovare una maggioranza - ha detto la presidente Giorgia Meloni al termine del colloquio con Mattarella -. Se non ci riuscisse spetterebbe a Salvini trovare una personalità diversa. Ma ora noi siamo leali a quanto abbiamo detto agli italiani". "Il centrodestra sta bene, è saldo e solido", ma "è normale che chi arriva secondo cerchi di dividere chi è arrivato primo, ma confido che non si cada in trappola", ha proseguito alludendo alla proposta del M5s. "Se ci fosse un altro giro di consultazioni io proporrò agli alleati di venire insieme, se ci dividiamo lo facciamo nell'interesse degli altri - ha aggiunto - Il mio programma è che si metta in piedi un decalogo e si chieda sostegno a parlamentari o sostegno a partiti, o anche un governo di minoranza". Inoltre ha annunciato di aver chiesto al presidente della Camera di "inserire tra gli argomenti da trattare per la Commissione speciale la riforma elettorale che preveda il premio di maggioranza al partito o alla coalizione", che "toglierebbe l'alibi a chi vuole dare vita a un governo Frankestein".
DI MAIO E IL CONTRATTO DI GOVERNO - Intanto Luigi Di Maio ha rilanciato la proposta del "contratto di governo", presentata ieri in diretta tv su La7. "La soluzione non è fare alleanze, inciuci, accordi tra le forze politiche - ha scritto il capo politico del M5s sul blog delle Stelle -. Ne abbiamo visti tanti in questi decenni e sappiamo dove ci hanno portato: ci si mette insieme solo per rimanere in vita e per spartirsi poltrone, fregandosene dei cittadini. Noi vogliamo cambiare completamente metodo, proponendo un approccio differente, concreto. Vogliamo mettere al centro i temi, cioè le soluzioni per risolvere i problemi del Paese". "Noi abbiamo avuto un mandato chiaro dagli elettori. Un terzo degli italiani ci ha chiesto di cambiare questo Paese e ha detto basta a forzature e presidenti del consiglio non eletti", ha spiegato augurandosi "di poter incontrare il prima possibile" Lega e Pd "per capire quali siano le loro proposte, e per capire con chi si possa iniziare a scrivere questo contratto". "Vogliamo metterci subito al lavoro per far partire la Terza Repubblica che deve essere e sarà la Repubblica dei cittadini, una Repubblica che sarà realizzata da un governo che per la prima volta lavora solo ed esclusivamente nell'interesse della gente, per trovare risposte ai loro bisogni", ha concluso.
BERLUSCONI - La mossa di ieri sera del leader pentastellato ha sparigliato i giochi visto che pone il veto su Berlusconi e punta a dividere la coalizione del centrodestra. Immediato il no dei dem: "Irricevibile". Anche Fi si è detta "indisponibile", mentre Tajani attacca: "È antidemocratico". E Salvini avverte: sì al dialogo, ma senza veti. Intanto Silvio Berlusconi è arrivato a Roma e domani, alle 11, guiderà la delegazione di Forza Italia. In una nota gli azzurri hanno ribadito "con forza l'unità della coalizione e l'indisponibilità per qualunque forma di dialogo o ipotesi di governo con chi pone veti inaccettabili in una democrazia".
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IL RESTYLING DEL LOGO - Il logo del Quirinale che campeggia sul 'podietto' dal quale parlano i leader politici dopo il colloquio con il presidente Sergio Mattarella nello studio alla Vetrata al Quirinale è cambiato. Lontani i tempi del massiccio podio di legno, dopo una breve stagione del logo rettangolare serigrafato blu su bianco, debutta oggi il nuovo 'tondo' che campeggia sul palco di plexiglass nella Loggia d'onore. Il nuovo logo: un ovale color grigio chiaro su cui spicca in rilievo la scritta bianca 'Presidenza della Repubblica italiana. Quirinale'. Le cifre R e I, anch'esse in bianco, sono sottolineate da una striscia tricolore.