Roma, 13 aprile 2018 - Dopo il movimentato tourbillon dei partiti - con il blitz-show di Berlusconi (VIDEO) che attacca i grillini - stamattina le consultazioni-bis sono riprese in modo più tranquillo: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è consultato con le alte cariche dello Stato. Alle 10.30 è stata la volta del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, seguito alle 11.15 dal presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico (che come ormai tradizione è arrivato a piedi al Colle - le FOTO del primo giro) e alle 12 dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Il tutto è terminato prima delle 12.30, quando Mattarella, senza nascondere l'amarezza, ha lanciato il suo ultimatum: "Ancora qualche giorno, poi decido io"..
Salvini sempre più vicino ai 5 stelle. Ma Berlusconi gli scombina i piani - di A. COPPARI
LE CONCLUSIONI DEL CAPO DELLO STATO - Al termine del secondo giorno di consultazioni-bis il presidente riferisce: "Dall'andamento delle consultazioni di questi giorni emerge con evidenza che il confronto tra i partiti politici per dar vita in Parlamento a una maggioranza che sostenga un governo non ha fatto progressi". Poi spiega la sua posizione: "Ho fatto presente alle varie forze politiche la necessità per il nostro Paese di avere un governo nella pienezza delle sue funzioni". Infine: "Attenderò alcuni giorni per decidere come procedere per uscire dallo stallo".
NAPOLITANO SOLIDALE - Uscendo dal secondo giro di consultazioni, Giorgio Napolitano ha dichiarato: "Come rappresentante istituzionale parlo per me, ma sono convinto di esprimere un sentimento comune, siamo tutti accanto a Mattarella nella ricerca di soluzioni, un compito estremamente complesso e che presenta allo stesso tempo una innegabile urgenza. Siamo pienamente solidali con lui". Mattarella e Napolitano sono stati a colloquio per circa 50 minuti. È stata finora la consultazione più lunga.
Molto più breve - circa 20 minuti - il colloquio di Mattarella con il presidente della Camera, Roberto Fico, che come nella passata tornata di consultazioni ha lasciato il Quirinale senza fare commenti e limitandosi a dire: "Buongiorno a tutti, vi auguro buon lavoro". E anche il terzo colloquio, con Elisabetta Casellati, si è concluso senza commenti da parte della presidente del Senato.
Gelmini: "Accordo di governo solo se M5S riconosce il ruolo di Berlusconi"
IL PUNTO La Siria al Quirinale - di P.F. DE ROBERTIS
Consultazioni giovedì e venerdì. Il calendario e gli orari
SALVINI - Il leader della Lega dai microfoni di Radio Anch'io commenta la giornata di ieri: "La battuta di ieri di Berlusconi? Non cambia nulla. Sono più attento alla sostanza che alla forma. Noi siamo pronti. Certo, ci sono due veti contrapposti di M5S e Forza Italia. Io chiedo a tutti di essere responsabili. Se continua così, se continuano a bisticciare, si stuferanno gli italiani, mi stuferò io e tra un mese si tornerà alle urne, quindi: o la smettono o si vota".
E poi su Twitter posta il suo intervento:
Il mio intervento di questa mattina su Rai Radio 1. Se vi va, ascoltate e commentate! LIVE > https://t.co/DMUUATso69 pic.twitter.com/gU2xGVBU3j
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 13 aprile 2018
IL CASO GIORGETTI - Quanto a un possibile preincarico a Giorgetti, ipotesi circolata ieri, Salvini è netto: "Io le cacce al tesoro le faccio con i miei bimbi al mare, Parlamento e governo sono più seri di una caccia al tesoro", dichiara al Tg1 rispondendo a una domanda specifica. Un incarico a Giancarlo Giorgetti significa, sottolinea Salvini "chiedere a qualcuno di andare a cercare voti che non ci sono".
Del resto anche fonti del Quirinale derubricano come 'bufala' questa eventualità. Durante la consultazione con il centrodestra, precisano in ambienti del Quirinale, il nome indicato per il ruolo di premier da parte della coalizione è stato quello di Matteo Salvini. A creare ambiguità ha contribuito forse la dichiarazione rilasciata ieri proprio dal leader del Caroccio al Colle: Salvini ha parlato di un governo ''guidato da una personalità indicata dalla Lega''. Indipendentemente dalle scelte che farà il Colle, al Quirinale tengono a precisare che ieri il nome di Giorgetti non è risuonato in quelle stanze.
L'ECONOMIST ATTACCA - Duro articolo dell'Economist in edicola, dedicato al leader di Forza Italia. L'attacco è tutto un programma: "Rieccolo: a 81 anni Silvio Berlusconi è un pregiudicato per frode fiscale ed è di nuovo sotto processo. Il suo partito è andato male alle Politiche prendendo solo il 14% e costringendolo a mollare la leadership del centrodestra a Matteo Salvini. Ma al secondo giro di consultazioni, Berlusconi torna ad essere centrale per le fortune del suo Paese, sebbene non nel modo in cui avrebbe sperato". Secondo il settimanale britannico, "dal punto di vista aritmetico la partnership più convincente sarebbe quella tra M5S e la Lega populista. Ma ci sono problemi: il primo è che Di Maio non vuole essere il kingmaker ma il re lui stesso. E il secondo ostacolo, assai più serio, è Berlusconi: Salvini lo vuole includere nel governo mentre M5S non vuol sentirne parlare in quanto gli attivisti del movimento aborriscono lui e chi gli sta attorno".
IL POLITICO PIU' CITATO - Secondo Mediamonitor.it (che monitora oltre 1500 fonti d'informazione fra quotidiani, periodici, siti di quotidiani, principali radio, tv, blog) dall'1 all'11 aprile - quando si è svolto il primo giro di consultazioni - il capo partito più citato sui media italiani è stato Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle che ha totalizzato 5.828 citazioni. Quasi a parimerito - appena 52 citazioni in meno - si piazza il leader leghista Matteo Salvini (5776). Sergio Mattarella è stato nominato 3.757 volte mentre al quarto posto della classifica si posiziona il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi (1.610 menzioni). Quinto il reggente dem Maurizio Martina, con il 25% di citazioni in meno rispetto al Cavaliere ma che sorpassa il dimissionario Matteo Renz, al sesto posto con 2.388 citazioni. La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha raccolto 1667 menzioni, 48 in più di quelle dal neo presidente della Camera Roberto Fico (1619) e più del triplo rispetto a quelle del presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati (513). Più staccato nella classifica di Mediamonitor.it è il leader di LeU Pietro Grasso, con solo 255 citazioni.