Roma, 3 aprile 2018 - Si avvicina il d-day delle consultazioni, e il Pd - che salirà giovedì al Colle - non scopre le carte, ma cambia i toni. Un governo tra Movimento 5 Stelle e dem? "Vedo difficile un percorso di questo tipo", dice il reggente Maurizio Martina a Circo Massimo, su Radio Capital. Il motivo? "Non mi pare affatto che il Movimento abbia oggi quelle intenzioni. E poi conta il merito: ad esempio non ho capito dove vuole portare l'Italia il M5s dentro la partita europea. Ho capito, e mi preoccupa un po', il loro pensiero sulla democrazia". Martina parla di "ipertatticismo figlio di tempi che non si vedevano da un bel po'" a proposito delle mosse post-elezioni dei pentastellati. Quindi chiosa: "Noi rappresentiamo l'alternativa al centrodestra e anche a diverse proposte di merito dei Cinque stelle". Una distinzione che, questione di sfumature, sembra ricca di significati.
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"NO AL RITORNO ALLE URNE"
Il reggente Pd non auspica un ritorno alle urne. "Penso che quando un paese non è in grado di determinare stabilità è un problema - dice -. Uno scenario del genere sancirebbe la sconfitta di chi ha prevalso il 4 marzo". La linea è quella che verrà ribadita giovedì nello studio della Vetrata: opposizione, ma sì al dialogo. E, forse, anche qualcosa di più. "L'esito elettorale ci consegna una funzione che dobbiamo esercitare bene - spiega Martina -. Non penso che dobbiamo isolarci o metterci nel freezer, dobbiamo lavorare per ricostruire il nostro rapporto con il Paese e certamente dare battaglia in Parlamento". E ancora: "Se ci sarà la possibilità di costruire su alcuni punti fondamentali di proposta nostra intese o avanzamenti certo non dobbiamo sottrarci". Martina non si augura "un governo M5s-Lega" perché "i contenuti e le scelte che un esecutivo del genere potrebbero prendere mi preoccupano".
"ASCOLTEREMO MATTARELLA"
Martina precisa che "il Pd seguirà passo passo le consultazioni che inizieranno domani e svilupperà fino in fondo la linea stabilita dalla direzione". Assicura che "ascolteremo il presidente Mattarella e vedremo se ci saranno indicazioni, non saremo insensibili al suo lavoro delicato, il nostro è un partito che ascolta sempre il presidente della Repubblica e le sue indicazioni". Il messaggio è chiaro: "Ora tocca alle altre forze politiche esplicitare chiaramente qual è la prospettiva che intendono dare al Paese".
"PD NON SI ESTINGUERA'"
Sulla complicata situazione del Partito Democratico: "So che siamo in un momento difficile, ma io non credo che il Pd sia destinato all'estinzione". La strada per la "ripartenza" è tracciata. "Subito dopo questa fase, credo che noi dovremo concentrarci su un lavoro di almeno un anno che ci consenta di rimettere a fuoco i fondamentali del nostro progetto e ripartire". Sì alle primarie, ma non solo. "Sono uno strumento importante ma non basta - dice il reggente Pd -, non possiamo risolvere i nostri problemi solo una domenica al gazebo".