Domenica 6 Ottobre 2024

Consulta, ottava fumata nera. Le opposizioni non votano, Schlein: “Li abbiamo fermati”. La maggioranza: “Istituzioni bloccate”

Renzi, il messaggio Whatsapp e la caccia di Meloni alla “talpa”. Tensione in Parlamento dopo la mancata elezione di Francesco Saverio Marini, proposto dal centrodestra come nuovo giudice della Corte costituzionale. Mancati i 363 voti necessari

Roma, 8 ottobre 2024 – Nuova fumata nera del Parlamento riunito in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte Costituzionale. Nessun candidato ha ottenuto il quorum richiesto che era pari – essendo questo l'ottavo scrutinio – alla maggioranza dei tre quinti dei componenti dell'Assemblea: 363 voti. Sarà necessario quindi procedere a un nuovo scrutinio.

Tensione alle stelle per tutta la mattinata Montecitorio in vista della riunione per l'elezione del giudice della Consulta chiamato a sostituire Silvana Sciarra. Dopo ore concitate, il centrodestra – che puntava su Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni  ha preferito non rischiare sui voti, annunciando di votare scheda bianca: “Le opposizioni decidono di trasformare perfino l'elezione dei giudici costituzionali in terreno di propaganda politica. Hanno scelto di disertare l'Aula nonostante l'esigenza di sostituire dopo 10 mesi un giudice della Consulta. La maggioranza decide nonostante loro di continuare a rispettare le istituzioni e oggi vota scheda bianca”, la dichiarazione dei capigruppo di Camera e Senato.

"Dicono che siccome Marini ha le idee di Meloni, non va bene. Ma dobbiamo nominare uno che la pensa come Schlein?”. Loro non hanno senso delle istituzioni, noi sì. Potevamo fare una forzatura e invece...I numeri in Aula li trovi sempre e anche in futuro decideremo noi su chi andare avanti. Ma non è che dall'opposizione possono abusarne sempre. Non possiamo tenere bloccata l'Italia perché le opposizioni sono divise tra loro”. Così Giovanni Donzelli (FdI) in Transatlantico. “Se andremo avanti su Marini? Lo decideremo noi, non Schlein”, ha aggiunto.

In Parlamento si vota per il nuovo giudice della Corte costituzionale
In Parlamento si vota per il nuovo giudice della Corte costituzionale

Schlein: “Opposizioni coordinate”

In mattinata le opposizioni compatte avevano spiegato la decisione di non partecipare al voto. “Davanti a una forzatura su una cosa fondamentale per le garanzie democratiche, noi non parteciperemo al voto – le parole della segretaria Pd, Elly Schlein –. Non può esserci da parte della Meloni un atteggiamento proprietario delle istituzioni. Con gli altri partiti di minoranza ci siamo sentiti e coordinati”. Ha poi aggiunto la leader dem: “La compattezza delle opposizioni ha fermato la forzatura che la maggioranza voleva fare, ora accettino il dialogo. E quando parlo di dialogo non intendo chiamate spicce a parlamentari di minoranza per cercare dei voti. Se esiste una maggioranza qualificata per questo voto è proprio perché la Costituzione prevede un dialogo tra maggioranza e opposizione. Abbiamo cercato noi il dialogo e la risposta fin qui è stata un muro, speriamo che il fatto che si siano fermati sia la premessa al fatto che ora inizi un confronto”.

La conta dei voti

Per la maggioranza, le assenze dei ministri Antonio Tajani e Raffaele Fitto, impegnati all'estero, quella probabile di Umberto Bossi, per le precarie condizioni di salute, facevano scendere a 352 i numeri a disposizione di Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati. Con Lorenzo Cesa e Antonino Minardo, Mariastella Gelmini, Giusy Versace e Mara Carfagna avrebbero potuto portare i voti a 357. Con la prospettiva di salire a 361 con Francesco Gallo e Andrea De Bertoldi, iscritti al Misto della Camera, e i deputati delle Minoranze linguistiche Dieter Steger e Franco Manes. Due voti in meno, però, rispetto al quorum richiesto.

Lollobrigida: “Aventino incomprensibile”

Critico sulla scelta dell’opposizione il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida: "Trovo incomprensibile" la scelta di non entrare in Aula per la votazione del giudice mancante della Consulta. L'Aventino, ha aggiunto Lollobrigida, "è stato scelto in un periodo nefasto della nostra storia, nella quale era conculcata la libertà dei parlamentari, non è questa la situazione attuale. È nella libertà dei singoli parlamentari di uscire fuori dagli schemi di partito e quindi il motivo per cui uno resta fuori dall'aula ci è ignoto. Forse qualcuno pensa che se i propri parlamentari entrassero apprezzerebbero una candidatura tanto da votarla al di là degli schemi di partito e qualcuno preferisce non farli entrare".

Renzi: “Da Meloni scorrettezza istituzionale”

Su tutt’altra posizione l’ex premier Matteo Renzi, che a Sky Tg24 Live In ha sottolineato: "E' giusto dare un accordo sul giudice della Consulta, ma non facendo i furbi. Per alcuni ruoli la Costituzione prevede che si mettano d'accordo maggioranza e opposizione, non è inciucio: l'arbitro si sceglie insieme. Marini impresentabile? Non è impresentabile ma se tu presidente del Consiglio fai un messaggino whatsapp per dire: 'Non ditelo a nessuno, martedì alla Camera li freghiamo tutti', questo è un modo di fare ridicolo. Per due motivi: il primo è che ti beccano e fai una figura poco geniale e il secondo è che non è rispettoso del metodo costituzionale". Guardando oltre l’orizzonte della politica nazionale Renzi aggiunge:  "In un caos internazionale il presidente del Consiglio è alla ricerca di una talpa su whatsapp, di chi ha dato il suo messaggino ai giornalisti... Il presidente del Consiglio dovrebbe mantenere una postura di un certo tipo, non cercare la talpa".