Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Ue, l'allarme di Conte: serve un miracolo per fermare la procedura

La lettera del premier: "I conti vanno meglio del previsto". Moscovici: "Le regole vanno rispettate"

Il premier Conte a Bruxelles (Ansa)

Roma, 20 giugno 2019 - ll presidente del Consiglio Giuseppe Conte non è più ottimista, anzi a Palazzo Chigi, secondo quanto si apprende, c'è vero e proprio allarme. La consapevolezza è che serve "un vero e proprio miracolo" per evitare la procedura d'infrazione della Ue per disavanzo eccessivo nei confronti dell'Italia. 

Quando Conte è arrivato al Consiglio europeo nel primo pomeriggio era convinto che la partita fosse aperta, ma poi, al termine del primo giro di colloqui informali, è diventato meno ottimista. Anche perché - questa è la sua preoccupazione - se davvero l'Ue mettesse in campo la procedura d'infrazione il rischio crisi di governo sarebbe dietro l'angolo. Ed è per questo che, mai come in queste ore, Conte ribadisce ai due vicepremier - ma soprattutto a Matteo Salvini - la necessità di un mandato pieno per la trattativa e, allo stesso tempo, di moderare i toni, spegnendo qualsiasi attacco anti-Ue. L'obiettivo non dichiarato dell'Italia, è scavallare l'estate e trattare, nell'autunno prossimo, con una commissione europea non più in scadenza e comunque frutto di questa tornata delle Europee. Con questa commissione, ormai in scadenza, i margini infatti sono strettissimi. E Conte, non a caso, prova ad ammorbidire l'organo esecutivo dell'Ue negoziando con i leader dei Paesi membri e perorando con loro il doppio binario messo in campo in questi giorni: politico, concentrato sulla necessità di un cambio delle regole europee; e quello tecnico, nel quale il premier sottolinea senza mezzi termini la volontà dell'Italia di rispettare le regole vigenti.

La lettera di Conte

Giuseppe Conte ha scritto una lettera indirizzata agli altri 27 Paesi membri Ue, al presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker e al presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. Obiettivo della missiva è proprio rassicurare l'Unione sui conti pubblici italiani e così evitare la procedura di infrazione. Dal Belgio Conte ha fatto sapere: "Mercoledì in Cdm faremo definitivamente l'assestamento di bilancio per certificare che i conti vanno meglio del previsto". A margine del Consiglio si è svolto un colloquio informale tra Giuseppe Conte e la cancelliera Angela Merkel. 

Il commissario Ue Pierre Moscovici ha risposto: "La Commissione europea terrà in considerazione la lettera che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha inviato ieri a Bruxelles, ma ribadisce che le regole esistenti sono in favore della crescita e devono essere rispettate". E ancora: "La Commissione ha fatto le sue considerazioni in base ai numeri, magari ci saranno nuovi elementi, lo spero. Ma, a questo punto, la procedura per deficit eccessivo può essere sostenuta. Quindi lavoriamo in un modo costruttivo per evitarlo, ma queste regole sono intelligenti".

"Come anticipato nei giorni scorsi, ieri sera ho inviato una lettera. Qui di seguito il testo integrale", ha scritto sulla sua pagina Facebook il premier, pubblicando il testo al centro delle odierne valutazioni. 

NUOVO SCENARIO - "Siamo all'inizio di una nuova legislatura europea - esordisce - e dobbiamo approfittare di questa preziosa occasione per raccogliere le nuove sfide, lavorando al rinnovamento delle regole comuni e alla introduzione di strumenti che possano soddisfare piu' efficacemente i bisogni dei cittadini. L'Italia vuole cogliere questa opportunità di cambiamento". Per poi sottolineare: "Dobbiamo coraggiosamente riconsiderare ciò che fino ad oggi è stato acriticamente accettato, al fine di evitare che una certa disaffezione dei cittadini verso le Istituzioni europee degeneri in instabilità sociale, con ripercussioni negative sulla tenuta politica dell'intero continente."

APRIRE UNA "FASE COSTITUENTE" - "Ritengo che sia nostro dovere aprire, adesso, senza ulteriore indugio, una 'fase costituente', per ridisegnare le regole di governo delle nostre società e delle nostre economie, riconsiderando modelli di sviluppo e di crescita che si sono rivelati inadeguati di fronte alle sfide poste da società impoverite, attraversate da sfiducia, delusione e rancore'. "L'Italia", continua nella lettera, "in quanto Paese fondatore della casa comune, avverte la piena responsabilità di coltivare un dialogo aperto e costruttivo con la Commissione europea. Lo ha dimostrato anche di recente, allorchè un intenso negoziato ha consentito di chiarire i dettagli della nostra manovra economica, in linea con le regole previste nel Patto di stabilita' e crescita. Adesso l'Italia viene nuovamente sollecitata a dare conto del rispetto di queste regole."

"NON INTENDIAMO SOTTRARCI"- "Non intendiamo sottrarci a tali vincoli, nè intendiamo reclamare deroghe o concessioni rispetto a prescrizioni che, finchè non saranno modificate secondo le ordinarie procedure previste dai Trattati, sono in vigore ed è giusto che siano tenute in conto dai governi di tutti gli Stati membri". "E, tuttavia", dice ancora, "con la medesima determinazione, avvertiamo l'urgenza e la necessità di stimolare una discussione che miri a ridefinire la governance economica dell'Eurozona e dell'Unione, che non si e' dimostrata adeguata ad assolvere i compiti per i quali era stata pensata."

QUADRO ECONOMICO ITALIANO - "Il quadro di finanza pubblica dell'Italia è coerente con il rispetto, per il 2019, delle regole del braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita. Ho già avuto modo di spiegare pubblicamente come, sulla base delle più recenti informazioni, sia oggi possibile prevedere, per l'anno in corso, un saldo di bilancio sensibilmente migliore rispetto alle previsioni formulate dalla Commissione e dallo stesso Governo italiano. Nelle competenti sedi tecniche forniremo i riscontri documentali necessari a comprovare questa valutazione aggiornata. Mi limito qui ad anticipare che la ragione fondamentale dell'andamento positivo dei saldi di bilancio risiede nella prudenza alla quale sono state ispirate le nostre previsioni per le entrate e le uscite di bilancio" ha spiegato Conte.

OBIETTIVI 2020 - "Per il 2020 - dice-, "il Governo ha ribadito che intende conseguire un miglioramento di 0,2 punti percentuali nel saldo strutturale di bilancio. In linea con la legislazione vigente, il Programma di stabilità prevede un aumento delle imposte indirette pari a quasi l'1,3 per cento del PIL, che entrerebbe in vigore nel gennaio 2020. Il Parlamento ha invitato il Governo, in primo luogo, a riformare l'imposta sul reddito delle persone fisiche nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo, per il periodo 2020-2022. In secondo luogo, lo ha invitato a evitare gli aumenti delle imposte indirette per il 2020, individuando misure alternative idonee a garantire il miglioramento strutturale", ha detto il premier.

L'OSSESSIONE DEI CONTI - "L'ossessione dei conti in ordine spinge alcuni Paesi a una accentuata concorrenza fiscale, che, come la stessa Commissione ha di recente riconosciuto, mina la capacità degli altri Stati di conseguire sane politiche di bilancio. In questa prospettiva, l'Italia è tra i Paesi più fortemente danneggiati: lo sforzo nel ridurre il proprio debito risulta compromesso nella misura in cui altri partner europei, ai quali dovrebbero legarci vincoli di solidarietà, si adoperano per attrarre base fiscale". E ancora: "L'interpretazione sin qui prevalsa delle regole europee- insiste Conte- ha finito per penalizzare costantemente gli sforzi compiuti dall'Italia nel perseguire politiche mirate alla crescita economica e allo sviluppo sociale, in un quadro responsabile di equilibrio finanziario."

PROPOSTE - "L'Italia, nell'interesse dei suoi cittadini e degli altri cittadini europei, adotterà una politica di bilancio attenta e coerente, nella consapevolezza tuttavia che occorre con urgenza dotarsi di un sistema di regole più idoneo a garantire ai cittadini europei pace sociale e crescita sostenibile. Per questo, sottoporrò all'attenzione degli interlocutori europei alcune proposte specifiche e concrete per l'Eurozona." Conte conclude: "L'Unione europea o riforma sè stessa, con intelligenza e spirito di autocritica, oppure è destinata ad un lento ma irreversibile declino, che potrebbe dissolvere l'originaria prospettiva di pace, democrazia e benessere".