Venerdì 8 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Politica

Consiglieri in lockdown (ma i rimborsi no). Diarie e indennità anche se erano a casa

Durante lo stop forzato, gli eletti delle Regioni Toscana e Friuli in smart working hanno percepito un forfait per spostamenti mai fatti. La Corte dei Conti di Trieste apre un fascicolo contro ignoti per danno erariale. Ora c’è chi vuole devolvere la cifra in beneficenza

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Roma, 27 luglio 2020 - Indennità di trasferta anche senza esserci fisicamente. O trasformata in indennità forfettaria, per la quale è assai più difficile dimostrare il legame tra diritto a percepirla e presenza effettiva. L’area più grigia è in alcune Regioni. Il Parlamento Europeo prevede l’obbligo di firma: o sei fisicamente presente e firmi oppure non hai diritto al rimborso spese di viaggio, neppure in caso di lockdown.

Detrazioni in caso di mancata partecipazione fisica ai lavori e alle votazioni sono previste anche per la diaria di soggiorno a Roma corrisposta agli eletti a Camera e Senato, e anche questo ha un senso, sebbene le detrazioni giornaliere per gli assenti siano troppo basse. Ma le Regioni sono un mondo a parte, talvolta generoso.

Nonostante il lockdown avesse obbligato a lavori per via telematica, i consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia e della Toscana hanno continuato – sulla base di delibere vere e proprie – a percepire l’indennità di trasferta, stabilita in base alla distanza chilometrica dal capoluogo regionale. E questo nonostante stavolta non dovessero fare alcuno spostamento. Molti consiglieri regionali si sono posti il problema dell’opportunità di percepire un’indennità simile se non giustificata e hanno fatto donazioni pari alla cifra incassata. Ma la decisione è stata demandata alla buona volontà individuale.

Un po’ poco, anche se gran parte dei consiglieri assicura di aver restituito le cifre ricevute con donazioni a vari enti e istituzioni, di solito sanitarie. Per il Friuli le cifre non solo irrilevanti: i 49 consiglieri regionali percepiscono un rimborso forfettario di 3.500 euro per gli eletti delle province di Udine e Pordenone e di 2.500 per gli eletti a Trieste, per un totale di 155mila euro al mese. Il procuratore regionale della Corte di Conti, Tiziana Spedicato, ha deciso di vederci chiaro sulla legittimità della delibera e, a inizio aprile, ha aperto un fascicolo, senza indagati ma con l’ipotesi di danno erariale. In attesa che la Corte dei Conti si esprima, il governatore Fedriga non commenta, mentre in Regione si minimizza e si sottolinea che la seduta telematica del consiglio è stata una sola, il 30 marzo, quindi con danno eventuale minimo. Ma si glissa sulle riunioni delle commissioni. L’imbarazzo c’è, anche per questo i vari gruppi consiliari si sono prodigati in iniziative benefiche come l’acquisto di ventilatori polmonari.

Le cifre sono minori per la Toscana, dove la parte variabile dell’indennità varia tra 1.100 e i 1.600 euro al mese per consigliere. Ma la delibera dell’ufficio di presidenza del 25 marzo ha confermato il diritto al rimborso pieno, sia in caso di presenza fisica sia telematica. La scelta è difficilmente sostenibile e sta provocando nelle forze politiche toscane una corsa gli atti di liberalità individuali per restituire la cifra. C’è però anche un problema per le altre Regioni che non hanno più un rimborso chilometrico fisso.

Alcune, come l’Emilia-Romagna hanno stabilito con chiarezza, consentendo le sedute telematiche, che "chi partecipa ai lavori in maniera telematica è considerato assente ai fini del rimborso spese del tragitto casa-lavoro". Quindi nulla gli è dovuto. Corretto. Altre, invece, sono su un piano meno chiaro.

Hanno previsto per chi non vive nei capoluoghi un rimborso forfettario generico che copre le spese legate all’attività politica: in questo modo il legame tra presenze e rimborso è sapientemente annacquato e anche una presenza solo telematica diventa scarsamente misurabile. Anche qui, giustizia vorrebbe che una parte dell’indennità fosse restituita. Perché, se ci sono stati lavori per via telematica o chiusura totale, percepire quei soldi senza tagli suona come una beffa per tutti i cittadini italiani ai quali il Covid-19 ha tolto pane e companatico.