Milano, 15 dicembre 2024 – "Abbiamo bisogno di due cose, di un matto, di un capo perché siamo fatti così e siamo diversi da altri partiti. E il capo va rispettato. E abbiamo bisogno di essere una comunità, una Lega, solidali tra di noi. Altrimenti vincono gli altri, se faremo così vinceremo noi". Chissà se il capo, il matto, di cui parla il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento al congresso della Lega Lombarda è Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Senato e candidato unico per la segreteria del partito in Lombardia. Il congresso è in corso oggi, 15 dicembre, all'hotel Sheraton di Milano. Romeo è rimasto solo in corsa dopo che si sono ritirati prima il deputato bergamasco Cristian Invernizzi e poi Luca Toccalini. Il segretario lombardo succederà a Fabrizio Cecchetti, coordinatore uscente. Una vittoria, questa del candidato unico, del ministro e segretario federale Matteo Salvini, che ha insistito per una corsa senza sorprese.
Romeo eletto per acclamazione
"Matteo, sai che sono sempre stato leale con te, se non parliamo più del Nord, al Nord i voti non li prendiamo più": è questa una delle prime frasi da segretario regionale di Massimiliano Romeo, la cui elezione per acclamazione è stata accolta con un'ovazione dalle varie centinaia di delegati (370 circa). "Una corrente nordista ben gestita, non per conservare il posto a qualcuno – ha proseguito - può essere utile. La corrente nordista la ha anche Forza Italia, una volta l'avevamo guidata da persone come Mario Borghezio, Roma va spaventata un po' altrimenti non avremmo avuto l'autonomia in costituzione".
"Nell'immaginario collettivo la destra sarà sempre rappresentata dalla Meloni. È inspiegabile questo continuo cercare un posizionamento politico nuovo e dimenticarci di coltivare il nostro spazio politico. La Lega rappresenta il movimento del territorio agli occhi dei cittadini, noi i voti li prendevamo dappertutto. Questa deve essere l'idea: riprendiamoci la nostra identità, la vera identità, poi possiamo parlare di temi di destra sinistra o centro".
Nel suo programma, Romeo ha sottolineato che "serve un cambio di passo, la base deve essere più coinvolta nelle decisioni e nelle scelte fatte dai dirigenti. Serve una gestione più inclusiva". Inoltre "conciliare l'anima storica del partito e il nuovo corso non solo e' possibile ma e' doveroso. Si deve lavorare insieme per il bene di tutta la Lega". Bisogna "ripristinare un minimo di regole interne che tutti devono rispettare". Nel suo programma, infine, Romeo sostiene "i social sono importanti ma dobbiamo essere più tra la gente" perché "il contatto diretto fa la differenza".
L’appoggio di Salvini
"Con Romeo abbiamo lavorato per trent'anni insieme – ha commentato, a margine del congresso, Salvini – , eravamo responsabili dei giovani insieme, abbiamo attaccato manifesti insieme e l'ho nominato capogruppo in Senato due anni fa. Non nomino capogruppo in Senato qualcuno di cui non ho stima". "C'è un congresso unitario con una squadra compatta", precisa. "In Lombardia siamo 220 sindaci, più di mille amministratori locali, c'è il movimento in crescita. Quindi, è una giornata che guarda al futuro. Ci sono ancora tante cose da fare in regione e al governo e poi c'è l'obiettivo Milano", precisa il ministro con riferimento alle prossime elezioni comunali meneghine. "Chiederò di essere sempre più presenti, sempre più attenti, sempre più compatti e da milanese - sottolinea - pensare già ora per allora alla squadra, al programma e al candidato migliore dopo Pisapia e Sala per rilanciare Milano".
Poi un accenno alla base, appunto. "La base della Lega è delusa? Sicuramente il post governo Draghi è stato complicato. Aver preso parte al governo Draghi con tutto quello che ne è seguito qualche problema ce l’ha creato. L’abbiamo fatto per il Covid, per le chiusure. Detto questo siamo tornati a correre, fortunatamente. Io penso che Massimiliano Romeo con una squadra che coinvolga tutti i territori potrà fare un grande lavoro".
Autonomia, l’ira di Fontana
Tra gli interventi più notevoli, quello di un piuttosto infastidito presidente della Lombardia Attilio Fontana. "Se continuiamo a dire che va tutto bene, nascondiamo qualcosa. Ci sono tante cose che vanno bene, ma anche altre che non vanno bene. Io qui sono a combattere a favore della Lombardia e a favore del Nord. Tutto il resto non mi interessa. Il problema del Nord c'è, è sempre più presente e si presenterà nei prossimi mesi e anni. Quando dite che i nemici sono fuori dalla Lega, beh qualche nemico è anche dentro. Quando vedo certi emendamenti, io mi incazzo come una bestia" ha aggiunto. Il governatore lombardo rivendica un'autonomia "come diciamo noi", e "non con i lacci e lacciuoli che ci vogliono imporre da Roma", puntando il dito anche all'interno del proprio partito, con rifermento al comparto 'meno nordista'. Un'irritazione tangibile, che sfocia anche in qualche provocazione: "Torniamo a parlare di federalismo, torniamo anche a parlare di Padania Libera, se è il caso", rincara. Insomma, "dobbiamo far capire a Roma che la Lombardia sta ancora tirando il carretto per conto del Paese", ma "oltre un certo limite non siamo disposti ad andare, non siamo più disposti - osserva - a subire certe prevaricazioni che ci arrivano da Roma".