Sabato 27 Luglio 2024
Giorgio La Malfa
Politica
Editoriale

Congiuntura e Palazzo Chigi

Roma, 1 giugno 2024 – Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha letto davanti all’Assemblea dei partecipanti le prime Considerazioni Finali dopo la sua nomina avvenuta nel novembre scorso. Ha passato in rassegna senza allarmismi i problemi internazionali ed interni, ma su due temi cruciali, le politiche della Banca Centrale Europea e il problema del debito pubblico italiano si è espresso con molta chiarezza.

"L’azione della Bce è stata necessaria" ha detto a proposito dell’aumento dei tassi d’interesse dell’ultimo biennio deciso per contrastare l’inflazione, ma ha subito aggiunto: "Ora dobbiamo evitare che la politica monetaria diventi eccessivamente restrittiva, spingendo l’inflazione al di sotto dell’obiettivo della Bce".

E ancora: "Una graduale normalizzazione del bilancio dell’eurosistema è appropriata. Ma è fondamentale che non interferisca con l’orientamento della politica monetaria, evitando carenze di liquidità nel sistema o frammentazione nella trasmissione degli impulsi monetari". Altrettanto chiaro il suo discorso sulla finanza pubblica: "L’Italia ha un debito pubblico elevato frutto di squilibri accumulati in passato, una zavorra che ci costringe ogni anno a impegnare considerevoli risorse per pagare interessi sottraendole all’innovazione e allo sviluppo".

Non è impossibile affrontarlo, ma questo "richiede un piano credibile volto a stimolare la crescita e la produttività e nel contempo a realizzare un graduale e costante miglioramento dei conti pubblici". Ed ha aggiunto significativamente: "potremo liberarci del fardello del debito soltanto coniugando prudenza fiscale e crescita".

Questi sono dunque i paletti del governatore che ha concluso: "Non riesco a credere che un Paese con la nostra storia, le nostre risorse, le nostre potenzialità, non possa oggi superare difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti e su cui tutti concordiamo. L’Italia ha concorso a fondare l’Ue e ora può e deve concorrere al suo progresso". Pur se espresso in toni costruttivi è un fermo richiamo ai doveri di chi ha oggi la responsabilità del governo.