Domenica 1 Settembre 2024
MAURIZIO
Politica

Confindustria, prima dei nomi contano le idee

Il quarantesimo anniversario del patto tra governo e parti sociali è stato celebrato ieri, aprendo un bivio per l'organizzazione di rappresentanza degli imprenditori. La nuova legislatura dovrà rivedere direttive e regolamenti per favorire la crescita delle economie dei Paesi dell'Unione, stretti tra la concorrenza asiatica e nordamericana. Il rinnovo della presidenza di Confindustria richiede un confronto sul green deal, il programma nucleare, gli obiettivi ambientali e il contrasto al dumping cinese. Una Confederazione protagonista della ripresa europea.

Sacconi

Ieri ricorreva il quarantesimo anniversario del patto tra governo e parti sociali (tranne la Cgil) che, attraverso il controllo di tutti i redditi, pose fine agli effetti inflazionistici di tutti gli automatismi a partire dalla scala mobile. Una cattiva Confindustria aveva prodotto il patto che aveva moltiplicato l’inflazione, una buona guida della stessa ebbe il coraggio di cambiare concorrendo ad aprire una lunga fase di crescita. A distanza di tempo si ripropone un bivio per la organizzazione di rappresentanza degli imprenditori. Dopo le perdite di competitività indotte sulle manifatture e sull’agricoltura dalla esasperazione ideologica degli obiettivi ambientali europei, la nuova legislatura del Parlamento e della Commissione avrà il compito di rivedere direttive e regolamenti in funzione della crescita delle economie dei Paesi dell’Unione ora strette tra la concorrenza asiatica e quella nordamericana.

Nel confronto tra Stati membri sarà importante anche il comportamento delle associazioni rappresentative delle imprese, a partire da quelle di Germania, Italia e Francia. In questo contesto si colloca il rinnovo della presidenza di Confindustria che non può ridursi a confronto tra persone ma deve necessariamente muovere dalle idee e dai programmi dei candidati. Il green deal è intoccabile? L’Italia può riaprire il capitolo del programma nucleare? Gli obiettivi ambientali possono essere collegati alla neutralità tecnologica? Riciclo (nel quale siamo maestri) o riuso del packaging? È legittimo contrastare il dumping concorrenziale cinese? Sono solo alcuni degli interrogativi cui ciascun candidato dovrebbe rispondere per indicare il percorso di una Confederazione che, anche attraverso il confronto con le principali consorelle, potrebbe risultare protagonista di una stagione di ripresa europea.