Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Si sveglia dal coma tesserato del Pd. La moglie accusa: “Non so chi ha firmato, hanno violato la nostra sfera privata”

Il caso di Giovannio Mista, svelato dal Corriere del mezzogiorno, non sarebbe l’unico. Il senatore Pd Misiani: “Andrò fino in fondo”

Tessera del Pd

Tessera del Pd

Roma, 18 dicembre 2024 - Risvegliato da un lungo coma, ha abbracciato la moglie e si è scoperto anche essere un tesserato del Pd. E non è il primo a divetare dem a sua insaputa infatti secondo il Corriere del Mezzogiorno, che dà la notizia, ci sarebbero stati altri casi. Ma quello di Giovanni Mista, residente nel comune di San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino, raccontato dalla moglie è il più clamoroso per il momento assolutamente delicato della sua vita e per la mancanza di rispetto e privacy per una persona che lottava con la morte.

La moglie: “Due mesi in coma, qualcuno a firmato per lui”

La moglie è sconvolta: "Mio marito non ha potuto firmare la tessera Pd, perché era ricoverato in ospedale. È stato ben due mesi in coma per un attacco celebrale, poi trasferito in una clinica riabilitativa. Non so chi ha firmato e pagato la quota della tessera, ma qualcuno a nostra insaputa, per proprio tornaconto politico, ha utilizzato i suoi dati per sottoscrivere la tessera. Appresa la notizia per caso, ho voluto delle spiegazioni, perché mi sembrava il minimo in una situazione così paradossale. Ho chiesto delucidazioni al segretario del circolo Pd, che dopo avermi confermato che mio marito era tesserato, mi ha detto prima che il nome era stato fatto dal sindaco, salvo poi ritrattare dopo pochi minuti sostenendo che i nomi erano stati prelevati dalle liste degli anni precedenti, seppur senza alcuna espressione di volontà o adesione".

“Mi hanno chiesto di chiudere il caso in modo amichevole”

Ma non basta perché la risposta del Pd è stata più o meno "troviamo un accordo". Infatti la donna ha raccontato: "Quando ho insistito per capire chi avesse avesse deciso di inserire il nome di mio marito, mi è stato chiesto di chiudere in modo amichevole la vicenda con una telefonata di scuse per quanto avvenuto. Ma io non so che farmene delle scuse, perché sono entrati nella mia sfera privata".

“Ci siamo sentiti usati”

"Ci siamo sentiti usati", si legge dal Corriere lo sfogo della signora Mista: "Loro pensavano di essere tranquilli perché mio marito non poteva chiedere spiegazioni. Ritenevano di avere la strada libera perché sono straniera e perché pensavano che non mi sarei interessata della vicenda. Ma non è assolutamente così. Ho chiesto chiarezza per difendere la libertà di espressione di mio marito, ma ancora oggi i chiarimenti non sono arrivati". Anche sul fatto che non si sia trattato di un caso, la donna ha rivelato: "Oltre a Giovanni, però, ci sarebbero anche altre persone ignare di essere intestatarie di una tessera del Pd. Quello di mio marito non è un caso isolato. Anche una mia amica è stata iscritta assieme ai suoi due fratelli, a sua insaputa. E non solo. Credo che ormai siamo alla frutta, perché per interesse politico non ci si ferma nemmeno di fronte alle difficoltà gravi di una famiglia. Nel nostro caso è già la seconda volta. Lo volevano far assumere come operaio interinale, mentre lui era in coma, forse per lavarsi la coscienza".

Misiani (Pd): “Andrò fino in fondo"

Il senatore dem e commissario del Pd campano, Antonio Misiani, è intervenuto sul caso a Radio Cusano Campus: "Ho intenzione di verificare fino in fondo quello che è successo che è una vergogna e se confermato prenderemo provvedimenti come abbiamo sempre fatto. Noi i 'signori delle tessere' li abbiamo mandati via e abbiamo contrastato e contrasteremo fino in fondo qualunque forma di abusi e di irregolarità. I provvedimenti li prenderemo verso chi ha fatto una tessera falsa ad una persona che non aveva la minima intenzione. Il diretto interessato ha la mia solidarietà così come i familiari che hanno denunciato. Non hanno e non avranno la mia solidarietà, i cretini che hanno fatto questa cosa".