Lunedì 23 Dicembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Cinquestelle nel caos. La sfida costituente è nelle mani di Conte. Ma il tesoriere sta con Grillo

Quasi tutti i parlamentari sostengono l’ex premier, resta il nodo dei due mandati. Appendino, tiepida nei confronti del Pd, consolida il ruolo di numero due. Solo un gruppetto schierato con il fondatore: Cominardi ha la cassa del partito.

"Cinque stelle in cerca d’autore". Si potrebbe anche descrivere così la sfida costituente del Movimento in agenda per l’ultimo week end di ottobre. Da che il capocomico Beppe Grillo è rimasto vedovo dell’ispirazione di Gianroberto Casaleggio, i 5 Stelle non possono infatti che affidarsi alla regia di Giuseppe Conte. E con essa al netto posizionamento nel campo largo progressista entro il quadro del bipolarismo: che negli ultimi due lustri il M5s era invece stato in grado di scombinare più di quanto non fosse mai accaduto nella storia politica sia della Prima che dell’infinita transizione alla Seconda Repubblica.

Alla "resa dei conti" col fondatore, come la descrivono dal quartier generale di via Campo Marzio, l’ex premier si presenta forte del sostegno di quasi tutti i dirigenti e i parlamentari, sia in carica che ex: dal capogruppo al Senato Stefano Patuanelli all’ex presidente della Camera Roberto Fico. Il prospettato superamento del limite dei due mandati, su cui sarà sicuramente chiamata a discutere e decidere l’Assemblea costituente, sarebbe la ragione più concreta e un po’ venale del sostegno degli eletti a Conte. Anche se non va trascurato che proprio quel limite abbia generato qualche criticità, avendo ad esempio impedito di schierare alle elezioni europee figure in grado di richiamare elettori al voto. Così come osterebbe alla possibilità di proporre Fico come candidato del campo largo alle prossime elezioni regionali campane del 2025.

Rimane critico un ristretto manipolo di fedelissimi del fondatore come l’ex sottosegretario all’economia nei governi Conte I e II Alessio Villarosa e l’ex sottosegretario al Lavoro del governo giallo-verde Claudio Cominardi, che però riveste il ruolo chiave di tesoriere del partito. Sostiene invece la costituente di Conte anche l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, che si sta sempre più consolidando come numero due del partito e si distingue comunque dal leader per il profilo meno indulgente nei riguardi del Pd.

La ristrutturazione costituente è questione di sopravvivenza per il Movimento e per la sua classe dirigente dopo la débâcle delle Europee, mitigata parzialmente dai successi del centrosinistra alle amministrative, ai quali i 5 Stelle hanno contribuito in modo non sempre dirimente. Di qui l’urgenza di consolidare il M5s e della sua difficile conversione verso una forma partito, per quanto sui generis.

Niente più plebisciti telematici sulle scelte proposte dall’alto dunque. Gli indirizzi saranno decisi dai "cittadini, in un processo che si svolgerà in tre fasi", come ha spiegato Conte nelle interviste di venerdì a due quotidiani. Prima "iscritti e non iscritti" che via web "inoltreranno i loro progetti, le possibili modifiche del regolamento". Poi le proposte saranno approfondite da "300 delegati rappresentativi della nostra comunità" che "saranno estratti a sorte tra gli iscritti" in modo da "massimizzare" il pluralismo. Infine saranno deliberate. Senza venir meno alle abitudini della origini, invece che Rousseau e la Casaleggio&Co. La gestione della discussione sarà affidata alla mediazione della società Avventura urbana ("portiamo innovazione, appartenenza e inclusione nei processi decisionali di organizzazioni pubbliche, private e del terzo settore", come si legge sul claim online). Si è appreso ieri che la società scelta dal Movimento 5 Stelle per affiancare l’iter dell’Assemblea costituente si è affidata a Comin&Partners "per fornire il massimo delle informazioni e delle comunicazioni a beneficio dei partecipanti all’iniziativa, che rappresenta una novità assoluta nel panorama italiano".