Chiara Gribaudo, parlamentare e vicepresidente Pd. In Emilia-Romagna il campo largo pare aver tenuto, ma che fatica. Altrove siete nel guado. In tutta onestà: siete sempre sicuri sia un valore aggiunto?
"Il valore aggiunto sta nel proporre un programma progressista, attento ai bisogni e alle necessità delle persone, che coniughi crescita economica e diritti sociali, lavoro sicuro e ben retribuito e diritto alla cura e oso dire il diritto alla felicità. Viviamo tempi complessi a livello internazionale, perciò dobbiamo costruire buone comunità, non soffiare su odi e paure".
È più facile dove già si governava insieme?
"Quando si eredita una buona gestione tanto più, direi, diventa normale costruire alleanze, ma che siano coese e vincenti, con e nella società reale. I nomi vengono dopo".
Rimangono le tensioni tra M5s e Iv, ma Schlein rimane testardamente unitaria. Ha ragione?
"Il percorso deve essere al contrario di quello rappresentato sui giornali: prima si fanno i programmi, poi le alleanze. E su questo sia Schlein che tutto il Pd è testardamente convinto. Su sanità, salario minimo, sicurezza sul lavoro... Su tante misure lavoriamo uniti. L’alleanza deve venire, e verrà, nei fatti".
I veti in Liguria ricordano da vicino il caso Piemonte, in cui la che lei ha vissuto in prima persona. Non è andata benissimo.
"In Liguria la coalizione attorno a Orlando è forte e competitiva. Sono fiduciosa. In Piemonte non c’era solo una questione di veti, ma di pregiudiziale politica da M5s a Calenda che ancora si affidava a Costa, che naturalmente (per me non era una sorpresa) stava con il centrodestra. Coi 5 Stelle abbiamo lavorato mesi per costruire il programma ed eravamo d’accordo quasi tutto. Poi l’accordo non si è fatto per questioni tutte torinesi. E il risultato si è visto".
Manovra. La proposta del governo di aggiornare i dati catastali è una tassa mascherata?
"Sicuramente è un aumento di tasse e altrettanto sicuramente non è mascherata. Anzi è ben dichiarata dal Governo, difatti ne stanno parlando per far quadrare i conti nella legge finanziaria. Aggiungo che questa revisione e il conseguente aumento delle tasse ha tanto il sapore di una vendetta nei confronti di chi ha legittimamente aderito, tra mille difficoltà, al bonus 110".
L’autonomia mette davvero a rischio la sanità?
"A me sembra che la sanità sia in difficoltà già ora in tutta Italia. Si guardino le liste d’attesa, le difficoltà nei pronto soccorso, la carenza di personale. L’Italia è ultima in Europa per spesa in sanità, poco più del 6% del Pil. Se questa è la situazione attuale e senza aver lavorato sui cosiddetti Lep e sul loro finanziamento ci credo che i governatori, anche del centrodestra, siano spaventati".
A proposito di governatori: De Luca torna alla carica sul terzo mandato. Eppure la pace con Schlein sembrava fatta.
"Guardi siamo bravissimi a farci male da soli. La destra ha un problema serio con la ricandidatura di Zaia. Ma noi parliamo di De Luca. Il tema del terzo mandato sarà una bomba a destra".
Non aver partecipato alle nomine Rai e al voto sulla Consulta è stato un errore?
"Bisogna fare quello che si dice per essere credibili. Abbiamo detto che serve una riforma diversa per la Rai, ma al netto degli annunci non c’è niente quindi noi abbiamo deciso di essere coerenti. Sulla Consulta invece l’abbiamo fatto proprio per il rispetto profondo per gli organismi costituzionali e la nostra scelta ha dovuto metter la maggioranza di fronte alla realtà: la loro volontà di ridurre tutto ad un postificio degli amici".
Sullo Ius Italiae di FI ci potrà essere una convergenza?
"Sul tema dei diritti di cittadinanza la nostra posizione è chiara: siamo per lo ius soli e almeno per lo ius scholae. Ad oggi questo Ius Italiae è un titolo di giornale, lo slogan di un partito. Facciano sapere cosa vogliono fare, che proposte hanno e discutiamone. Se c’è anche un solo spiraglio di allargare i diritti noi ci siamo".