Domenica 21 Luglio 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Politica

Chiara Gribaudo (Pd): "Ci fideremo di Renzi quando parlerà coi fatti. Serve un asse solido"

La deputata dem: non ci sono veti, ma bisogna lavorare sui temi. "La raccolta firme per abrogare il Jobs Act? A Matteo non dà fastidio. A livello nazionale non abbiamo mai provato un’intesa ad ampio raggio"

Elly Schlein, Matteo Renzi e Giuseppe Conte durante la Partita del Cuore contro la nazionale cantanti

Elly Schlein, Matteo Renzi e Giuseppe Conte durante la Partita del Cuore contro la nazionale cantanti

Roma, 21 luglio 2024 – Onorevole Chiara Gribaudo, Pd, durante la partita del cuore Matteo Renzi ha offerto un assist a Elly Schlein. Possibile che accada anche alle urne?

"Se Renzi avesse lo stesso altruismo in politica come in campo, avremmo già fatto la coalizione. Non vorrei si tenesse più a lungo del dovuto la palla, come se non gli piacessero i compagni di gioco e seguisse uno schema solo suo. Vedremo. Ma il metodo deve essere quello che abbiamo indicato già più volte: nessun veto da nessuno e nessun veto per nessuno. Poi cominciamo a lavorare sui temi che servono per le persone, per il Paese".

Il fatto che il leader di Iv stia progressivamente abbandonando il Terzo Polo sembra dovuto ai risultati delle Europee. Il Pd si fida?

"La fiducia in ogni rapporto, ancor di più in politica la si conquista con atti concreti e non solo con le interviste sui giornali. Se si intraprende un percorso, tanto per cominciare, lo si porta avanti a ogni livello. Prossime regionali, amministrative e poi politiche. La coalizione è e deve essere aperta a tutti i progressisti. È evidente per tutti che l’obiettivo è battere la destra, ma il fine ultimo è costruire un’alleanza credibile, solida e innovativa".

Chiara Gribaudo, deputata del Pd (ImagoE)
Chiara Gribaudo, deputata del Pd (ImagoE)

Schlein ha detto che il Pd deve essere "testardamente unitario". Su quali temi è possibile trovare un terreno comune tra grillini e renziani?

"Il terreno è la politica, quando mi riferivo a non fare gli stessi errori del passato mi riferivo a chiarire prima gli obiettivi. Se siamo davvero in grado di costruire un idea di Paese, allora le differenze personali si possono superare. E poi ci sono i singoli temi: lavoro buono e ben retribuito, sanità pubblica, una scuola per tutti e tutte, transizione energetica ed ecologica".

E con Calenda? Lui ha detto che "quella roba lì non vince".

"Quella roba lì, come la chiama lui è l’unica che è stata veramente alternativa alla destra fino a ora. E lo è stata anche quando lui era dall’altra parte".

Anche Conte e il M5s non sembrano convinti che il Campo Largo possa funzionare. L’alleanza Pd-M5s in alcune situazioni è bastata per vincere. Allargarsi per snaturarsi non potrebbe essere un pericolo?

"Ma a livello nazionale non ci abbiamo mai provato. Perché se ne è cominciato a parlare per le elezioni del 2021, ma nessuno ha voluto fare l’alleanza seriamente, sbagliando, secondo me dal punto di vista strategico e tattico. In ogni caso io dico che non dobbiamo aver paura di allargare. Per questo esiste il Pd. La più importante forza di sinistra del Paese deve assumersi questa responsabilità, farsi federatrice di tutti i progressisti".

Raccogliete le firme per l’autonomia differenziata ma anche per il Jobs Act. Non è imbarazzante mentre si costruisce l’alleanza con Renzi?

"Mi sembra più problematico per Renzi, che invece ci sta lanciando messaggi molto incoraggianti. La nostra posizione ormai è chiara da tempo".

Intanto in Europa Giorgia Meloni appare come sconfitta nella partita dei top jobs Ue e potrebbe avere ripercussioni anche in quella dei commissari. La premier ha sbagliato ad essere "coerente", come ha rivendicato nell’intervista al Corriere?

"È stata coerente nel danneggiare l’Italia. Come sul Mes. Guardare il proprio ombelico non fa che isolare l’Italia. Vuol dire perdita di credibilità e di peso specifico a livello internazionale".