Roma, 25 novembre 2024 – Chiara Appendino (ex sindaca di Torino), lei è stata l’unica voce, nel M5s, che ha parlato negativamente delle alleanze, dicendo “non vogliamo essere il cespuglio del Pd”. È ancora di questo avviso?
“Discutiamo di temi che riguardano il tipo di Movimento e tra questi temi ci sono anche le alleanze. Io ribadisco quello che ho detto nelle scorse settimane, ovvero che credo che il M5s debba lavorare prima sulla propria identità, che dovrà essere un’identità politicamente molto forte. Sabato abbiamo parlato di sanità, di salute, di come combattere le forme di questo governo che sta distruggendo il Paese, con un’identità forte poi si potrà ragionare successivamente di eventuali accordi, ma oggi noi partiamo da noi stessi a cominciare dal chiederci come riuscire a parlare a quella fascia di popolazione che non crede più nello Stato e a chi è escluso”.
Il M5s ora naviga senza Grillo…
“Grillo era stato invitato a venire qui a parlare, ma penso che la Costituente nasca dal basso e infatti ha discusso di tutto e ha discusso anche del Garante, com’è giusto che sia. Ci tengo poi a ringraziare Beppe Grillo per quello che ha rappresentato per il Movimento 5 Stelle e per me. Anzi, per tutti noi. Le differenze politiche non possono cancellare la nostra storia”.
Ma può esistere un M5s senza Grillo?
“Il M5s non è di nessuno. Lo ribadisco. Il M5s è della sua comunità, non è di Grillo, di Conte, di Appendino o di Licheri, è della comunità che è qui e sta discutendo per avere un suo futuro, un futuro che passa dalle battaglie politiche, non dalle battaglie di potere. Parliamo alle persone, parliamo a chi non riesce più a curarsi, parliamo a chi è stato abbandonato da questo Stato, da questo governo e non ha neanche più un aiuto, magari con un disabile all’interno del nucleo familiare perché gli hanno tolto il reddito di cittadinanza, parliamo ai cassintegrati, abbiamo fatto un emendamento alla manovra per integrare lo stipendio di persone che pagano due volte la crisi per l’incapacità di questo governo. Tutto il resto, francamente, io credo che non sia d’interesse fuori di qui”.
Però di alleanza parlate spesso... Secondo lei ha fatto bene Conte a mettere il gioco la sua figura sul fronte del rinnovamento del M5s? Non è stato un po’ condizionante, a suo giudizio, verso la base?
“Il capo politico fa quello che dice e dice quello che pensa. Io non credo che nessuno abbia messo in discussione che siamo progressisti. Parla con la sindaca che è stata la prima a trascrivere e riconoscere i diritti dei bimbi e delle bimbe nati da coppie dello stesso sesso. Il punto è come porti le tue battaglie progressiste e come torni ad essere più incisivo nel nostro Paese, stiamo discutendo di questo, facciamo politica, è questo il tema”.
Lei vede un futuro del M5s senza il Pd?
“Il tema è la postura dell’alleanza. Io ho criticato, anche pubblicamente, e lo ribadisco, l’alleanza in Liguria, perché la candidatura di Orlando l’ho trovata debole, ma non è questo il punto. Il punto non è il Pd, il campo giusto, il campo largo, il campo santo. Il punto siamo noi. Torniamo su noi. Poi una volta che abbiamo identificato cosa ci stiamo a fare – e lo stiamo facendo, perché questo è un percorso identitario in cui vogliamo darci un’identità nuova con l’aiuto di tutta la comunità – io non sono contraria agli accordi ma ragioniamoci. Il punto è cosa ci stai a fare nell’alleanza. È questo che stiamo facendo qui oggi”.