Roma, 16 giugno 2023 – Se è probabilmente vero il fatto che – comunque la si voglia vedere – la figura di Silvio Berlusconi sarà insostituibile nel panorama politico (ma anche imprenditoriale) italiano, le disposizioni e i regolamenti delle Camere riportano in fretta al pragmatismo. Il seggio in Senato lasciato vacante dall’ex premier dovrà infatti essere occupato da un nuovo esponente designato tramite elezioni suppletive che dovranno svolgersi entro il 29 ottobre.
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Le regole del collegio uninominale
Si dovrà dunque tornare a votare in uno spicchio di Lombardia, quello riconducibile al collegio uninominale numero 6 che racchiude l’area Monza Brianza, Arcore compreso. Il motivo è dettato dal nostro sistema elettorale, che prevede che un terzo dei seggi in Parlamento vanga assegnato appunto col metodo uninominale: in pratica ogni partito presenta un candidato e ad aggiudicarsi l’elezione è chi ottiene anche soltanto un voto in più rispetto agli altri. Nel caso specifico, nel settembre del 2022, in occasione delle ultime elezioni politiche, Silvio Berlusconi vinse con ampio margine, conquistando il 50,26% dei consensi, quasi il doppio rispetto a quelli ottenuti dalla candidata del centro sinistra Federica Perrelli, che si fermò al 27,14%. Visto appunto che in lista era presente un solo nome, non sono possibili ‘ripescaggi’ e dunque l’unica alternativa è tornare al voto. La situazione sarebbe invece stata diversa nel caso in cui fosse stato necessario sostituire un eletto col sistema plurinominale, che riguarda i restanti due terzi del Parlamento e in relazione al quale i partiti, che presentano una lista di candidati, si vedono riconoscere un numero di seggi proporzionalmente legato ai voti ottenuti. Quando si deve procedere a una sostituzione in questo ambito, semplicemente si pesca dal primo dei non eletti.
La data del nuovo voto
Il regolamento stabilisce che le elezioni suppletive devono essere indette entro 90 giorni dalla data della ‘presa d’atto della vacanza’. Riguardo alla scomparsa di Silvio Berlusconi, avvenuta la mattina del 12 giugno, il riferimento sarebbe il 13. Contando i 90 giorni si arriverebbe così al 15 settembre, data che però con ogni probabilità verrà posticipata per via di una postilla che precisa che se il termine dovesse ricadere nel periodo estivo compreso tra il primo agosto e il 15 di settembre, il Governo può decidere di posticipare i termini di ulteriori 45 giorni. Ecco dunque che si arriva alla data ultima del 29 ottobre.
I candidati
Al momento sul nome che verrà scelto vige il riserbo. E’ comunque prassi nello schieramento di centro destra che a indicare il candidato sia il partito al quale faceva riferimento l’eletto. Nel caso di Berlusconi la palla è dunque chiaramente nel campo di Forza Italia. Il risiko è comunque aperto: l’ipotesi è che il nome venga pescato all’interno della corrente legata ad Antonio Tajani, reggente in vista del congresso, ma c’è anche la possibilità che sia la stessa famiglia Berlusconi ad avanzare un nome a lei affine. Entrambe queste caratteristiche potrebbero confluire nel nome del brianzolo Andrea Mandelli, nel 2009 divenuto presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani. Le assidue frequentazioni con Berlusconi si sono cementificate negli anni grazie a un rapporto di stima reciproca. Nel 2012 si candidò senza successo a sindaco di Monza e nel 2013 entrò in Senato. Nella successiva legislatura venne eletto alla Camera dei Deputati, venendo anche nominato vicepresidente, dopo che Mara Carfagna assunse il ruolo di ministra per il Sud durante il Governo retto da Mario Draghi. Nel settembre 2002, ricandidato all’uninominale, venne sconfitto da Bruno Tabacci.
Partita ancora aperta
A oggi però non ci sarebbe unanimità di consensi sul nome. Era, per esempio, anche circolata l’ipotesi, velocemente smentita sia dal partito che dalla famiglia, della possibilità di candidare uno dei figli di Berlusconi (Luigi, il più giovane dei cinque). Un altro nome potrebbe invece essere quello di Alfredo Messina, ex senatore e amministratore nazionale del partito, nonché depositario del simbolo di Forza Italia.