A guardarli camminare una a fianco all'altro, Guido Crosetto e Giorgia Meloni sembrano "il gigante" e "la bambina". Eppure lui, alto quasi due metri, è sicuramente il più dialogante e pacato dei due. Nato a Cuneo nel 1963, è il consigliere più fidato della leader di Fratelli d'Italia. Spirito imprenditoriale, stimato dagli avversari e cofondatore di Fratelli d’Italia, Crosetto è stato indicato dalla Meloni come ministro della Difesa, un ruolo fondamentale con l'attuale guerra in Ucraina e la crescente importanza della Nato nello scacchiere internazionale.
Sul suo profilo Twitter si definisce “libero da pregiudizi per convinzione, garantista per dna, conservatore per nascita, rispettoso per scelta. Ex tante cose. Ora uomo libero ed imprenditore”. Crosetto possiede diverse società nel settore turistico, ma la sua attività principale, oltre alla politica, è legata al settore industriale e degli armamenti. Definito anche lobbista istituzionale, è presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza. Da qualche anno è anche presidente di Orizzonte Sistemi Navali, azienda strategica controllata da Leonardo e Fincantieri.
Nelle imprese, d’altra parte, ci è cresciuto. Figlio di una famiglia di industriali metalmeccanici, si è diplomato al liceo classico e ha lasciato gli studi in Economia e commercio per militare nella sezione giovanile della Democrazia Cristiana (qualche anni fa, mentì alla Camera dicendo di essere laureato). Da subito, si dimostrò una mente brillante e nel 1987 fu scelto dal Presidente del Consiglio Giovanni Goria come consigliere economico. Tra il 1999 e il 2009 è stato consigliere provinciale di Cuneo.
Alle politiche del 2001, 2006 e 2008 è stato eletto alla Camera prima con Forza Italia e poi con il Popolo delle libertà. Sottosegretario alla difesa fino al 2011 sotto il governo Berlusconi, criticò l’operato dell’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti, fino ad assumere posizioni molto dure contro l’Unione europea. Quando Forza Italia decise di sostenere il governo Monti, lasciò il partito per fondare Fratelli d’Italia insieme a Giorgia Meloni e al neoeletto presidente del Senato Ignazio La Russa.
Da tutti, è considerato il garante del partito nei confronti delle grandi formazioni industriali italiane. Conosce bene i sindacati, è ben inserito nelle dinamiche associative del lavoro ed è rispettato dagli avversari per il suo approccio pragmatico e dialogante. A inizio ottobre, quando iniziarono iniziato a circolare ipotesi di un suo coinvolgimento ministeriale, Crosetta annunciò l'intenzione di liquidare del tutto la società di famiglia fondata nel 2020, “una bella società di consulenza, con mia moglie e mio figlio”, in modo che “nessuno possa fare illazioni” su presunti conflitti d’interesse.
Ora che è stato indicato ministro della Difesa, sarà d'obbligo per lui tagliare i legami formali con società come Fincantieri e Leonardo, dato che entrambe hanno appalti miliardari con l'esercito, l'aeronautica e la marina militare.
Il ruolo di Crosetto nel prossimo governo sarà indubbiamente di primissimo piano: oltre ad avere in mano i dossier sull'Ucraina e il coinvolgimento italiano nella Nato, dovrà attuare l'aumento del budget italiano nell'Alleanza previsto per la Difesa a seguito dell'invasione russa. La sua importanza, in ogni caso, andrà ben al di sopra della funzione ministeriale. Di certo, questo ex democristiano che piace ad amici e nemici è stato capace – forse più di tutti – di influenzare la linea programmatica del partito. Benché, chiedendolo a lui, probabilmente negherebbe.