Giovedì 21 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Politica

Cgil, dai referendum alla mobilitazione nazionale: l’assist che sa di sfida a Conte e Schlein

Landini prova a cogliere al volo il vento del cambiamento anti-governo dopo il voto sardo

Roma, 27 febbraio 2024 – In politica le coincidenze non sono mai casuali. E di sicuro non lo è il via libera dell’assemblea della Cgil, arrivato ieri, a una serie di iniziative (a cominciare dal lancio del referendum sul Jobs Act o su quel che resta di quella legge, per non dire della messa in cantiere di una manifestazione per il 9 marzo a Roma per il cessate il fuoco a Gaza e la difesa del diritto di manifestare, dopo le manganellate di Pisa), che delineano il passaggio da una fase di elaborazione e riflessione post-elezioni del 2022 a una nuova stagione di iniziative in chiave più movimentista e radicale. Come se Maurizio Landini volesse provare a cogliere al volo il vento del cambiamento anti-governo che viene dal voto sardo e, nello stesso tempo, offrire un assist anche programmatico a Giuseppe Conte e Elly Schlein sul terreno della lotta sociale. Tanto che l’operazione della confederazione di corso d’Italia diventa di fatto una sfida per i due leader del campo largo ritrovato.

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Il leader della Cgil Maurizio Landini (Ansa)
Il leader della Cgil Maurizio Landini (Ansa)

Ma vediamo nel merito il programma di lotta e mobilitazione della Cgil. Il sindacato guidato dall’ex numero uno della Fiom si prepara innanzitutto a predisporre referendum abrogativi su tre campi: licenziamenti individuali, precarietà del lavoro e appalti. L'assemblea generale ha votato il mandato alla segreteria per avviare il percorso in questa direzione. Nel mirino c'è il Jobs act ma non solo, poiché i tre temi sono disciplinati da più leggi. La formulazione dei quesiti e il numero dei referendum, sempre a quanto si apprende, dovrebbero essere definiti entro il 31 marzo, per poi procedere al deposito dei quesiti in Cassazione e alla raccolta delle firme (almeno 500mila) per poter andare al voto nella primavera 2025. “Per cambiare le leggi sbagliate e proporre un altro modello sociale e di sviluppo, che metta al centro la dignità e la libertà delle persone”, si legge nel documento approvato a larga maggioranza, “l'assemblea generale della Cgil dà mandato alla segreteria nazionale di predisporre referendum abrogativi su tre campi: licenziamenti individuali, precarietà del lavoro, appalti; preferibilmente da affiancare a un referendum abrogativo dell'autonomia differenziata che abbiamo tutta l'intenzione di promuovere non appena il ddl Calderoli verrà approvato definitivamente”. La campagna referendaria, si sostiene, “restituendo la parola all'insieme delle cittadine e dei cittadini, acquista, soprattutto in una fase di disillusione verso la politica e di disaffezione al voto, un'ulteriore valenza di stimolo e di rilancio della partecipazione democratica”. Non solo: l'assemblea generale della Cgil impegna l'organizzazione “a predisporre - anche verificando le convergenze con le associazioni e i movimenti che fanno parte dell'alleanza sociale La via maestra - proposte di legge di iniziativa popolare su temi di giustizia sociale e del lavoro, quali: gli appalti, a partire dal ripristino della parità di trattamento e contro il subappalto a cascata; il contrasto alla precarietà e alla povertà; la difesa e il rilancio del servizio sanitario nazionale, la non autosufficienza, la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. Per la Cgil, diritto a salute e sicurezza e a un Servizio sanitario nazionale pubblico e universale, diritto all'istruzione, giustizia fiscale, disabili e anziani non autosufficienti, pensioni e previdenza, “diritto - soprattutto per le donne e le nuove generazioni - a non vivere in un eterno e precario presente, dovranno essere al centro di un'iniziativa di mobilitazione, fino ad una manifestazione nazionale, da costruire nelle prossime settimane, nel dialogo con le altre organizzazioni sindacali confederali, a partire dalla Uil”. Il 2024, però, “è l'anno del rinnovo di molti contratti nazionali che coinvolgono milioni di lavoratori pubblici e privati” e per questo “dobbiamo aprire una vertenza generale di tutta la Cgil e delle sue categorie per aumentare i salari reali”. È l’altro obiettivo che rilancia l'assemblea di corso d'Italia nel documento approvato. Che ribadisce “le priorità dell'azione contrattuale: recupero del potere d'acquisto con il superamento dell'Ipca depurato e l'innalzamento di tutti i minimi orari sopra i 9 euro; riduzione delle forme di precarietà del lavoro, a partire dall'introduzione nei Ccnl di elementi di controllo e di limitazione, nonché di strumenti a sostegno dei percorsi di stabilizzazione; riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario e sua rimodulazione anche in rapporto: a diversi schemi di orario, alla formazione in orario di lavoro, al controllo dell'orario effettivo, alla redistribuzione verso i part-time involontari, alla sperimentazione su quattro giorni lavorativi”. Più nell’immediato, l’assemblea della Cgil impegna “l’organizzazione alla mobilitazione per sostenere “il cessate il fuoco, impedire il genocidio, garantire assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza, liberare gli ostaggi e prigionieri, la fine dell’occupazione, il riconoscimento dello stato di Palestina sulla base delle risoluzioni Onu e l’organizzazione di una conferenza internazionale per pace e giustizia in Medio Oriente”. Non solo: l’assemblea “esprime profonda disapprovazione e preoccupazione democratica per le violente cariche delle forze dell’ordine sui cortei di studenti avvenute nei giorni scorsi e ribadisce che le libertà di manifestazione e di associazione, a partire dal diritto di sciopero, sono diritti costituzionali inviolabili che vanno difesi, manifestando”.