Giovedì 25 Luglio 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Politica

Fibrillazioni al Centro, Calenda ignora Renzi: "Noi contro i populisti di destra e sinistra"

Il leader di Azione non segue l’ex alleato di Italia viva nella ricucitura col Pd Ma il partito rischia di perdere pezzi: molti sono tentati da Forza Italia

Carlo Calenda e Matteo Renzi (ImagoE / ItalyPhotoPress)

Carlo Calenda e Matteo Renzi

Roma, 24 luglio 2024 – «Andiamo avanti a costruire un centro repubblicano che metta al centro pragmatismo e serietà. Le coalizioni di destra e di sinistra sono talmente frammentate e contraddittorie al loro interno su ogni cosa da rendere impossibile qualsiasi politica di governo efficace. La stessa sicurezza dell’Italia in questo momento così difficile e pericoloso a livello internazionale determina la necessità di offrire un’alternativa al bipopulismo". Carlo Calenda conferma al QN che la linea di Azione non cambia, mentre Matteo Renzi abbraccia Elly Schlein e sembra voler portare Italia viva di nuovo a sinistra. E se l’ex premier deve affrontare una fronda interna nel partito, anche in Azione c’è chi comincia a guardarsi intorno. E quindi a cercare sbocchi a destra e sinistra mentre la nave del Terzo polo sembra affondare con i litigi dei due leader.

I deputati Luigi Marattin (Iv) ed Enrico Costa (Azione) hanno pubblicato su Change.org l’appello in quattro punti "Un progetto politico per non rassegnarci al bipolarismo" per chiedere di andare avanti con il Terzo Polo e che finora ha raccolto settemila firme. Marattin ha detto che vuole dare battaglia in un congresso. Minacciando anche lui di andarsene: "È evidente che Italia viva deve scegliere se essere una comunità politica con un leader ma che discute e decide insieme, oppure un luogo in cui un singolo ha potere assoluto e se non obbedisci sei un traditore da aggredire sui social. Nel primo caso ci sono, senza chiedere niente a nessuno. Nel secondo no, perché credo che in quel caso non parliamo di politica ma di altro".

Intanto però c’è chi si muove. L’ex sottosegretario Giuseppe Castiglione già a maggio, forse intuendo la mala parata delle Europee, era tornato in Forza Italia. Eletto nelle liste del Terzo polo nel 2022 dopo aver militato anche nell’Ncd di Angelino Alfano, ha motivato il suo addio proprio con l’astio tra Calenda e Renzi. E non è l’unico a voler lasciare. In Transatlantico si dà per certo l’approdo in FI proprio di Costa, che nei giorni scorsi si è dimesso da vicesegretario di Azione e d’altro canto è un sostenitore della riforma della giustizia di Nordio e del governatore del Piemonte, Cirio. Anche il deputato Giulio Cesare Sottanelli, eletto in Abruzzo e responsabile del partito nella regione, avrebbe in animo l’approdo nel partito di Antonio Tajani, così come Naike Grupponi che era già passata da Azione a Iv. Il segretario azzurro avrebbe invece posto il veto su due ritorni “ingombranti“: Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, da tempo critiche nei confronti della linea di Calenda. Anche la senatrice calabrese Giu sy Versace è data come interessata a un ritorno all’ovile.

Nel frattempo Calenda rispondeva così nei giorni scorsi a chi su X gli chiedeva se non avesse ancora capito che la politica è il luogo della sintesi: "Il punto è il compromesso per fare cosa. Se, come accade nel “campo largo“, non c’è accordo su nulla, allora è solo autoconservazione che non produrrà nulla per l’Italia. Dopodiché sono i cittadini a dover scegliere se continuare così o meno. Da parte nostra c’è sempre stato l’impegno a cercare una strada per far uscire l’Italia da questo percorso di declino".