Roma, 1 febbraio 2025 – Una decisione della Corte d’Appello riporta in Italia 43 migranti destinati ai centri in Albania. La soluzione albanese fin dal principio non riesce a funzionare proprio per i problemi legali sollevati dai giudici. La decisione cade in giorni di forte polemica tra governo e potere giudiziario. Da un lato la premier alza i toni sulla magistratura, perché sa che gli elettori di centrodestra considerano politicizzati i magistrati e vorrebbero la realizzazione della riforma costituzionale della giustizia.
Dall’altro lato, la giustizia può però minare le politiche del governo attraverso le sentenze con cui interpreta norme e procedure. In mezzo a questo scontro finiscono le politiche migratorie che sul piano giuridico offrono molti punti di frizione interpretativa e di conseguenza di polemica politica. I centri albanesi stanno ad ogni modo diventando un grave problema politico per Meloni che su questo progetto aveva raccolto il sostegno di gran parte dei Paesi europei e oggi si ritrova senza risultati, e con denari pubblici spesi forse inutilmente, a causa delle pronunce delle corti. Da qui ci sono due scenari possibili: il governo può decidere di andare allo scontro totale con i giudici, sperando di ricavarne consenso politico, oppure cambiare strategia e abbassare i toni, cercando di ridurre le frizioni nella speranza di difendere le proprie politiche. Ora entrano nell’arena anche le istituzioni europee che potrebbero stabilire una decisione definitiva.
La Corte di Giustizia europea potrebbe allinearsi alla posizione della giustizia italiana spegnendo del tutto la soluzione albanese oppure potrebbe invece fornire una interpretazione più intonata al clima politico europeo che sull’immigrazione negli ultimi dieci anni ha vissuto una netta inversione di tendenza a favore della limitazione dei flussi. Anche da questa decisione si evincerà il reale peso politico che Giorgia Meloni ha assunto in Europa.