Per i richiedenti asilo arriva la "tassa sulla libertà": qualora non vogliano attendere nei centri preposti l’esito della loro domanda di protezione, dovranno fornire una cauzione di quasi 5 mila euro. "La cauzione – spiegano fonti del Viminale – non riguarda in alcun modo i soggetti trattenuti nei centri di permanenza e rimpatrio, i Cpr. La cauzione dei 4.938 euro riguarda esclusivamente i richiedenti asilo provenienti da ‘Paesi sicuri’ (come la Tunisia, l’Ucraina, la Nigeria, il Ghana, la Costa D’Avorio, il Marocco e il Senegal, ndr) per i quali si applica la nuova procedura introdotta dal decreto Cutro. Per questi richiedenti asilo è previsto il trattenimento in strutture dedicate fino alla valutazione definitiva dell’istanza, entro il termine massimo di 4 settimane. La prestazione di tale cauzione consente di non essere trattenuti in tali strutture".
Il decreto di ieri, firmato dai ministri dell’Interno, della Giustizia e dell’Economia e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha stabilito l’entità della garanzia: quasi 5mila euro, che devono assicurare al migrante, per il periodo massimo di trattenimento consentito (pari a 4 settimane), "la disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale; della somma occorrente al rimpatrio e di mezzi di sussistenza minimi". Allo straniero, prevede il decreto, "è dato immediato avviso della facoltà, alternativa al trattenimento, di prestazione della garanzia finanziaria". La garanzia deve essere versata "in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi". Nel caso in cui lo straniero "si allontani indebitamente – prosegue il testo – il prefetto del luogo ove è stata prestata la garanzia finanziaria procede all’escussione della stessa".
L’opposizione è subito insorta. "È l’ultima crudeltà" del Governo, accusa la segretaria del Pd, Elly Schlein, "cozza contro il diritto internazionale: si chiedono 5 mila euro a chi fugge da discriminazione, guerre e torture per evitare di essere rinchiusi in un centro, un’ulteriore crudeltà inumana di un governo forte coi deboli e debole coi forti".
"È una norma che garantisce la libertà a chi paga – osserva il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS, Angelo Bonelli, – fa solo schifo". Per il segretario di Più Europa Riccardo Magi, la norma è "scafismo di Stato, una tangente discriminatoria, classista e disumana. Ci sarebbe da vergognarsi solo per averlo pensato. Ma c’è di peggio: questa norma è illegale in quanto la Corte di Giustizia europea nel 2020 ha già sanzionato una misura analoga introdotta dall’Ungheria".