Sabato 27 Luglio 2024
GABRIELE MORONI
Politica

I tormenti della ‘vecchia’ Lega, Castelli dice addio: “Non mi riconosco in un partito centralista”

I leghisti delle origini non digeriscono la nuova Pontida euro-sovranista. “Disorientati da questa linea politica. Siamo autonomisti-federalisti oppure siamo un partito più a destra di Fratelli d'Italia?”

Roberto Castelli è legato a Bossi da un profondo rapporto personale (Ansa, foto del 2012)

Roberto Castelli è legato a Bossi da un profondo rapporto personale (Ansa, foto del 2012)

Milano, 18 settembre 2023 – Il giorno dopo una Pontida nel segno dell'euro-sovranismo, con l'intervento di Marine Le Pen, c'è ribollimento nell'’altra’ Lega, quella che si richiama agli ideali delle origini. Gli stessi ideali costitutivi potrebbero avere guidato la mano di chi al raduno leghista ha esposto sulla collinetta, non distante dal pratone, uno striscione con la scritta “Nord chiama vera autonomia”.

Roberto Castelli è legato a Bossi da un profondo rapporto personale (Ansa, foto del 2012)
Roberto Castelli è legato a Bossi da un profondo rapporto personale (Ansa, foto del 2012)

Un contraccolpo è venuto nell'immediato, legato a un nome storico del movimento. Roberto Castelli aveva annunciato che sarebbe andato al raduno in bicicletta, giusto per vedere quanta gente ci sarebbe stata. Si è presentato ai bordi del pratone in caschetto e tuta da ciclista. Adesso Castelli, ex ministro della Giustizia, fondatore e presidente dell'associazione Autonomia e Libertà, legato a Bossi da un profondo rapporto personale, annuncia la sua uscita dalla Lega: quella del 2023 è stata la sua ultima tessera, la prima porta la data del 1986. “Voglio fare - precisa Castelli  – una conferenza stampa in cui spiegherò compiutamente la mia posizione e le mie azioni future. Non intendo smettere di lottare per la Padania. Non mi riconosco più in una Lega che è diventata un partito centralista. Tanti si sono scandalizzati per l'arrivo a Pontida di Marine Le Pen, ma questo è stato perfettamente coerente con la linea di questa Lega. Solo quelli che continuano a definirsi autonomisti e federalisti possono scandalizzarsi per la presenza della Le Pen”.

Domani Umberto Bossi rimarrà a Gemonio a festeggiare il suo ottantaduesimo compleanno con la famiglia e qualche amico. Chi gli è vicino sintetizza il suo stato d'animo nell'aggettivo “dispiaciuto”. Ultimo motivo di amarezza quello che al vecchio capo, pubblicamente evocato dal palco, non era arrivato alcun invito a partecipare. Un anno fa, un Bossi deciso a ridiscendere in campo aveva fondato il Comitato Nord, nome eloquente e programmatico, anche se era stata assicurata da subito la sua collocazione all'interno della Lega. “Sono stato a Pontida - dice Paolo Grimoldi, coordinatore del Comitato con Angelo Ciocca -. Credevo e speravo che ci fosse più gente. Ho parlato con tanti militanti e c'è molto disorientamento. Quello che ho colto e che mi sento di esprimere è 'disorientamento'. I militanti si chiedono perché da quasi otto anni non viene fatto il congresso del partito in Lombardia, perché non vengono rispettati regolamenti e statuti, perché non c'è democrazia interna. Questo unito al disorientamento legato alla linea politica, dove non si capisce se siamo autonomisti-federalisti oppure siamo un partito più a destra di Fratelli d'Italia. Questa mancanza di discussione e di confronto all'interno è più analoga a un partito più a destra della Meloni che non a un partito sindacato del territorio com'era sempre stata la Lega”.

"Il disorientamento  – continua Grimoldi  – è legato anche ad alcune scelte di governo. Un esempio. Nel 2023 sono stati aumentati per ben due volte i caselli autostradali al nord, forse per finanziare il ponte sullo Stretto di Messina. Altro esempio. Si stanno finanziando gli alloggi per i docenti che dal sud si trasferiscono a insegnare al nord. Io ricordo una Lega che chiedeva esclusivamente graduatorie regionali per gli insegnanti”.

Nell'ottobre dello scorso anno Davide Boni era a Biassono, in Brianza, per l'autoconvocazione dei militanti che non avevano mai voluto aderire alla Lega per Salvini premier. "Questa Pontida  –  dice Boni, ex presidente della Provincia di Mantova, ex assessore regionale della Lombardia  –  è stata la rappresentazione teatrale di un'altra cosa. Siamo di fronte a un altro movimento politico. La Lega non è quella cosa lì. Mi stupisce la gente che parla ancora di autonomia e che ieri ha tirato fuori la camicia verde. Non aveva senso farlo lì”.