Marina di Pietrasanta (Lucca), 10 luglio 2023 – “Siamo le tue manguste”. Camicia di lino e cappello di paglia in testa, le due signore hanno lasciato anzitempo la spiaggia per partecipare al presidio contro la ministra del Turismo Daniela Santanchè, arrivata al Caffè della Versiliana sul palco intitolato a Romano Battaglia. In totale sono poco più di una quarantina. Con fischietti, bandiere del sindacato di base Usb reclamano “più diritti per i lavoratori del turismo”. “Vergogna, vergogna”, il grido che si leva da lungo il viale che da Forte dei Marmi corre sino a Viareggio. Ma i poliziotti del reparto celere non hanno difficoltà a contenerli. Gli unici a rimetterci sono i turisti della domenica costretti a rimanere in coda più del dovuto prima di far rientro in albergo o a casa.
Intanto sotto il sole bollente si infiamma la polemica politica. A innescarla arrivano da Polignano le parole di un’altra ministra del governo Meloni, Eugenia Roccella, che sul caso La Russa commenta che il presidente del Senato "è un padre", mentre paragona il caso Santanchè a quello di Enzo Tortora che 40 anni fa divise l’opinione pubblica e gettò un’ombra sulla magistratura che mise in manette il noto conduttore tv sulla base delle parole (poi rivelatesi false) di un pentito. Un cortocircuito giudiziario risolto dopo mesi di carcere e anni di processi prima di arrivare all’assoluzione finale. “Da garantista, credo che non ci sia necessità di dimettersi – ha puntualizzato la ministra Roccella –. Sottolineo che nessuno ha pagato per il caso Tortora”. E subito le risponde il vice segretario di Azione, Enrico Costa: “Questi sono in stato confusionale. Presento una proposta sulla separazione delle carriere, inizia l’iter parlamentare, ma il governo lo blocca dicendo che se ne riparlerà a fine anno. Poi litiga con l’Anm e la separazione torna urgente. È una riforma fondamentale, non una clava da agitare quando conviene”.
Ma all’interno della pineta della Versiliana, cara a Gabriele D’Annunzio, le urla dei manifestanti del sindacato di base come gli affondi dei colleghi politici arrivano come un brusio di sottofondo per la ministra Santanchè. Camicia di seta color crema, pantaloni di raso verdi e sandalo color turchese che riprende gli orecchini a goccia d’acqua, la titolare del turismo non ci fa neanche più di tanto caso. Se non fosse che all’uscita gli uomini della scorta la fanno salire a bordo del suv nero che la porta via prima di riaprire alle auto il viale Morin per decongestionare il viale a Mare bloccato dai manifestanti.
Così, sollecitata dalle domande, parla di turismo (“il brand Italia è riconosciuto in tutto il mondo e dobbiamo cominciare a occuparci del settore come un’organizzazione industriale”), dell’accoglienza (“ci sono tante polemiche per per le case destinate ad affitti brevi, ma la verità è che mancano alberghi di qualità. Abbiamo un milione di posti letto e sono anche diminuiti”) e dei voli aerei (“costano molto perché sono ancora troppo pochi”).
Ma, poi, è quando parla di politica che la ministra Santanchè scalda la platea da cui riceve applausi convinti. Il primo non appena dice che “Berlusconi ci manca, eccome. È stato lui a creare la grande coalizione di centrodestra e non possiamo dimenticarlo”, afferma più che convinta. “Ma non chiedetemi chi sarà il suo erede – aggiunge subito dopo –, Silvio era unico. Non ci sarà uno come lui. Ci sarà qualcosa di diverso, di nuovo”. E da qui l’appello a tirar fuori l’orgoglio italiano. “Sino a qualche anno fa guai a dire a un figlio di fare lo chef. Poi sono arrivate le trasmissioni televisive e tutto vogliono andare in cucina. E hanno pure ragione perché nel mondo tutti invidiano il nostro stile di vita a tavola”. Poi si sofferma un attimo e aggiunge: “Ora mi criticheranno perché ho citato Masterchef . Allora voglio ricordare che è grazie al maestro Alberto Manzi e alla Rai che gli italiani hanno imparato a scrivere. La tv può essere anche utile”.
Ma l’ultimo acuto, prima di lasciare la pineta della Versiliana, è l’invito a fare "squadra per il bene del Paese". Un appello politico agli alleati (Lega e Forza Italia in primis, ma anche ai Fratelli d’Italia) ad andare avanti senza lasciarsi intimidire da chi semina zizzania (magistrati e opposizione). La Pitonessa c’è, e non intende mollare di un centimetro.